Viaggio della memoria, a Rossosch e sul Don

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    Viaggio della memoria, a Rossosch e sul Don Sono stato ancora l, a Rossosch e sul Don, nel 2001 con un viaggio organizzato. Pochi purtroppo gli alpini nonostante promesse e impegni. Ottimi il tempo e lo studio dei luoghi, guidati dall’amico prof. Morozov che come sempre s’ prestato a far scoprire e a spiegare.

     

    Le grotte di Belogorje.
    Sul Don, poco a sud di Belogorje, abbiamo potuto visitare anche un vasto e interessante complesso di gallerie di tipo catacombale, scavate nel gesso degli scoscesi dirupi quasi a picco per 100 metri sul fiume.
    Nel labirinto di cunicoli e scalette abbiamo incontrato molte nicchie e cappelle, forse celle di eremiti, con slarghi a ambienti di culto.
    La gente del luogo parla di una specie di monastero scavato nel Settecento da una donna cosacca assieme a fedeli locali.
    Le pareti di questi scavi sono ricoperte di scritte e incisioni, ma pur trovandosi in zona occupata nel 1942 43 dagli alpini del 5 (btg. Tirano o Edolo o Morbegno) sembra che i nostri soldati non vi siano stati.
    Possibile che proprio non ne abbiano scoperto l’esistenza, data la posizione molto esposta sul fiume?Sarebbe interessante appurarlo con qualche testimonianza

    Ricognizione nella grande ansa del Don.
    Un giorno intero stato dedicato ad ampia ricognizione nella zona che fu tenuta dalla Julia dal 19 dicembre 1942 al 17 gennaio 43, fra quota Pisello, Nova Kalitva, Ivanovka, Selenji Jar, Deresovatka e Krinicnaja, dopo che l’offensiva russa Piccolo Saturno aveva sfondato il fronte tenuto dalle divisioni di fanteria italiane, tedesche e rumene verso Stalingrado.
    Filonovo, alla base della grande omega formata dal Don a Verknij Mamon, all’inizio della sua grande ansa, fu uno dei punti cruciali di quello sfondamento. Di l passa ora l’autostrada M4 diretta a sud fra due forti segni rievocativi di quei fatti: un enorme carro armato richiama l’attenzione sul monumentale plastico di quell’offensiva russa, mentre non lontano, in un bosco di rimembranza ove c’era un cimitero italiano, Onorcaduti ha posto un cippo marmoreo a ricordo dei nostri Caduti. Da l venne esumato nel 1990 il primo Caduto ignoto italiano che fu rimpatriato a Redipuglia e inumato nel tempio votivo di Cargnacco, nel sacello fino allora vuoto.

    Novit a Rossosch: anche una scuola d’italiano.
    A Rossosch poi abbiamo notato vari cambiamenti, specie nell’area ove gli alpini dell’ANA costruirono fra il 1992 e il 1993 l’asilo Sorriso a ricordo del 50 di Nikolajewka. Proprio presso l’asilo sorto da poco un nuovo albergo di cinque piani, per ora sprovvisto di ascensore, ma molto confortevole (acqua calda e fredda), ove hanno pure sede una banca e un supermercato.
    La chiesa dominante la piazza stata completamente restaurata e il campanile stato coronato da una bella cupola in stile.
    Notevole poi il fatto che la parte di seminterrato dell’asilo riservata all’ANA ospita ora anche un’aula speciale ad uso laboratorio linguistico ove si tengono corsi di italiano ben frequentati, per cittadini russi. E’ una iniziativa generosa e appassionata gestita dalla prof. Gianna Valsecchi, di Bergamo. Laureata presso quell’universit e insegnante, a molti alpini nota quale interprete di russo in molti turni di lavoro durante la costruzione dell’asilo. Ha pure partecipato quale interprete, con l’ospedale da campo ANA, ai soccorsi in occasione del terremoto in Armenia.
    Questi corsi di italiano per cittadini russi a Rossosch traggono origine da iniziative spontanee di enti e persone diverse. Oltre a Gianna Valsecchi, ricordo l’alpino Mario Leonardi di Thiene, che con la Dante Alighieri nel 1992 riusc a dotare la gestione di un primo corso sperimentale con apparecchiature TV e materiale didattico: videocassette, testi, grammatiche e vocabolari. I corsi gestiti da Gianna Valsecchi comprendono allievi principianti, medi ed evoluti delle pi varie et. Autorizzati dall’ANA si svolgono ora nel seminterrato dell’asilo e nelle capannine didattiche in cortile, sia in estate che in inverno, durante vacanze o ferie di circa tre settimane. Dicono che ben cinque ragazze di Rossosch, avendo imparato l’italiano alla scuola di Gianna, hanno poi sposato in Italia alpini che lavorarono per l’asilo ANA. Quest’anno siamo al 6 corso e Gianna Valsecchi aiutata da Marco Gilardi, giovane studente al 4 anno dell’Universit di Bergamo.
    L’aula laboratorio linguistico si presenta s modesta ma funzionale e sufficientemente dotata: certo migliorabile, e Gianna insiste anche con apporti e iniziative personali. I temi di studio ed esercizi pratici sono anche la cucina italiana e specialit alpine, nonch musica e canzoni. Tanto che la TV locale, proprio ai primi di agosto scorso, ha messo in onda ben due interviste, molto seguite per due serate. Per l’insegnante Gianna Valsecchi davvero una bella soddisfazione e attestazione.
    Cos l’asilo Sorriso, con questa scuola, assieme al museo del prof. Morozov e al suo libro Dalla infanzia di guerra, edito dal museo della Guerra di Rovereto nel 1995 ed ora anche in russo, gioca per gli italiani e per gli alpini in particolare, un ruolo di grande notoriet e simpatia.

     

    Guido Vettorazzo