VERONA – Un’esperienza che resta

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    Altro che pigri e mammoni. La miglior risposta a chi li accusa di essere diventati una generazione di scansafatiche, l’hanno data con l’impegno, la solidarietà e il sudor di fronte. Decine di ragazzi hanno partecipato all’iniziativa lanciata dalle Sezioni Ana del Triveneto: una sei giorni di protezione civile alla caserma Monte Grappa di Bassano. 

    È stata un’esperienza che ha fatto riscoprire in loro il senso dell’amor di Patria e dell’aiuto reciproco. All’appuntamento non poteva mancare la Sezione scaligera che ha accompagnato sette giovani veronesi: «È stato indimenticabile, mi sono divertita e ho imparato cose veramente interessanti che nella vita saranno utili. All’inizio è stato un po’ difficile perché il gruppo si doveva ancora conoscere, ma alla fine della settimana lasciarsi è stato duro. Vivendo tutti insieme ci siamo uniti, siamo diventati un gruppo affiatato e abbiamo imparato a condividere, ad aiutarci e ad avere fiducia nei nostri compagni e in noi stessi», commenta Marta.

    Sveglia di prima mattina, colazione e alzabandiera. E poi via con le varie attività: dalle lezioni di cartografia a quelle di storia, dalle esercitazioni sulla palestra di roccia di valle Santa Felicita alle visite a Cima Grappa e al Ponte degli Alpini di Bassano. «All’inizio ero titubante riguardo a questa nuova esperienza, avevo molte paure come quella di non conoscere nessuno oppure di non trovarmi a mio agio», ricorda Luca.

    «Entrato dal cancello della caserma, accolto dai sorrisi dei volontari e dalle strette di mano degli altri ragazzi c’è voluto poco a far svanire tutti quei pensieri. La settimana è volata, le attività erano tutte interessanti e coinvolgenti e ci hanno permesso di creare un gruppo forte e unito. Soprattutto abbiamo compreso il significato del vero lavoro di squadra e dell’aiutare il prossimo».

    Niente smartphone né tablet, puntualità, rispetto del silenzio notturno e fatica: un mondo a volte sconosciuto alle nuove generazioni. Giovani che hanno saputo dimostrare la grande voglia di mettersi in gioco e di saper sfruttare le occasioni che vengono loro proposte. Come questa sei giorni organizzata dalle penne nere coordinate da Fabrizio Busnardo, per tramandare i valori di solidarietà e impegno, proprie della tradizione alpina.

    «Ho compreso meglio il vero significato del servizio: la vita non è solo ricevere ma è anche dare e sapersi donare agli altri», conclude Luca. Parole che sintetizzano il vero spirito alpino.