Uniti, nel ricordo della Cuneense

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    Tanti vessilli, un fiume di gagliardetti e centinaia di alpini al 55 raduno al Colle di Nava

    A uno spettatore non uso alle cerimonie degli alpini, queste possono apparire tutte uguali. C’è il progressivo confluire in un certo luogo, il lento ammassamento, quindi l’alzabandiera, poi la sfilata, la deposizione di una corona e l’omaggio ai Caduti, la celebrazione di una Messa, i discorsi di circostanza, il rancio finale. Talvolta l’esibizione di un coro o di una fanfara. Tutto questo si chiama tradizione, rispetto dei valori, memoria che si ripete per trovare nuovo slancio, per non dimenticare . Cesseremmo di esistere se non fosse così, se non ci commuovessimo al passaggio di quei reduci che sopportarono sovrumane fatiche, sacrifici che a noi sembrano impossibili, se non avessimo rispetto per i valori che ci sono stati tramandati e che abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli e nipoti.

    Il ricordo della Cuneense è uno di questi valori che gli alpini conservano fra i più cari, soprattutto coloro che hanno ereditato la memoria di questa divisione e che ogni anno si ritrovano al Colle di Nava per o­norare i sempre meno numerosi reduci di Russia, o­norare i 14mila Caduti e raccogliersi attorno al cippo e alla cappella nella quale riposano i resti del generale Emilio Battisti che comandò la divisione martire.
    Quest’anno al 55 raduno, organizzato come di consueto dalla sezione di Imperia presieduta da Gianfranco Marini, c’erano tanti vessilli e un fiume di gagliardetti, il gonfalone della città di Imperia, il vice presidente nazionale Gian Paolo Nichele, i generali Fresia e Vaccino. Rendeva gli o­nori un picchetto della brigata alpina Taurinense, con fanfara.

    La sfilata ha portato gli alpini al prato antistante il cippo eretto ai Caduti e alla cappella in cui riposano le spoglie del generale Battisti. Dopo l’alzabandiera monsignor Mario Ruffino, parroco di o­neglia e il cappellano della sezione padre Icardi, reduce di Russia, hanno concelebrato la Messa, accompagnata dai canti del coro Monte Saccarello. Al Vangelo, monsignor Ruffino, ha evidenziato la figura del perfetto discepolo, il significato della carità e della condivisione, virtù presenti negli alpini. Al termine della celebrazione il presidente della sezione ha letto la Preghiera dell’Alpino ed ha quindi rivolto un breve saluto alle autorità e un ringraziamento a tutti. Il discorso ufficiale è stato tenuto dal vice presidente nazionale Nichele, che ha portato il saluto del presidente Corrado Perona e del consiglio direttivo nazionale.

    Ha quindi ricordato i reduci della sezione andati avanti di recente e quelli che furono i promotori del Raduno al Colle di Nava. Si è soffermato sulle radici dell’Associazione e i valori che sono alla base del nostro essere alpini, che si identificano anche nella matrice cristiana della nostra civiltà, una matrice che purtroppo non ha trovato spazio nella Costituzione europea. È seguita la cerimonia in o­nore dei Caduti presso il cippo commemorativo. Al termine, gli alpini hanno reso omaggio alle spoglie del generale Emilio Battisti, tumulato nella cappella che affianca il cippo.

    Enzo Daprelà