Un milione 568 mila ore di lavoro e 6 milioni di euro in beneficenza

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    Quest’anno il Libro Verde della solidarietà è stato presentato, per la prima volta, in occasione della Conferenza Stampa dell’Adunata Nazionale, e ciò per dargli la massima visibilità possibile. Non lo si è fatto, si badi, per vanità o con intenti autocelebrativi, ma solo con la speranza che possa contribuire a creare una sorta di concorrenza alla solidarietà. Oggi la gente ha perso la speranza anche perché viene quotidianamente martellata da esempi disastrosi.

    È bene, invece, che sappia che c’è ancora un’Associazione come la nostra che continua a lavorare in unità ed armonia senza cedere a egoismi e che, così facendo, ottiene risultati davvero stupefacenti. Ed infatti, giunto alla sua settima edizione, il Libro Verde, che cataloga l’attività di solidarietà dei nostri Gruppi e delle nostre Sezioni, ha potuto presentare risultati assolutamente straordinari: oltre 6.000.000 di euro raccolti e donati e più di 1.568.000 ore lavorate nel 2007.

    Numeri significativi se si pensa che, valorizzando il dato delle ore lavoro, si arriva ad un importo complessivo di poco inferiore ai 50 milioni di euro. In verità l’importo reale è certamente molto più elevato: quelli raccolti, del resto, sono i dati relativi a poco più della metà della nostra Associazione, perché gli alpini hanno nel cuore un pudore davvero radicato che gli impone di non dire cosa hanno fatto, quasi peoccupati che il solo parlare di solidarietà, possa sminuirne la poesia.

    E, il più delle volte, non danno nemmeno il giusto valore a quanto fanno, perché lo ritengono normale amministrazione: il semplice assolvimento di un dovere. Gli alpini son fatti così. Non fanno solidarietà per sentirsi dei benefattori, non hanno lo spirito delle crocerossine e nemmeno vocazioni di santità.

    Non vogliono sentirsi dire bravi perché si sentono assolutamente normali e si comportano come è stato loro insegnato dalla dura legge della montagna e dai loro Padri: aiutarsi l’un l’altro per sopravvivere e per raggiungere qualunque obiettivo. Ed ecco che, applicando questa legge anche oggi, gli alpini non fanno nulla di eccezionale: semplicemente sentono di essere parte di una comunità e si mettono a disposizione per tutto quello che può essere utile e che sono in grado di fare.

    E così facendo ottengono risultati incredibili e raggiungono la serenità di chi sa di aver fatto il proprio dovere sino in fondo. In realtà, la cosa davvero singolare è che la società giudichi straordinario questo tipo di comportamento che dovrebbe invece far parte della quotidianità di ogni cittadino. (c.l.)