Un fiume di ricordi, in riva al Don

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    Tornare sulle rive del Don, sessant’anni dopo: è la commovente esperienza i decine di reduci che sono stati recentemente in Russia, per i dieci anni dell’asilo di Rossosch. Tempeste di sentimenti hanno colto gli alpini che si sono rivisti su quelle rive con il ricordo della guerra e dei vent’anni. Momenti indimenticabili per aver visto i posti dove io combattei con la mia Julia , ha scritto al nostro presidente Parazzini un glorioso vecio, Alfonso Felici, nato a Villa Santo Stefano (Frosinone) ed ora residente a Roma. Lo vediamo a destra, nella foto con il nostro presidente; a sinistra un altro reduce, Remigio Ficca, che oggi vive in Francia ma non ha voluto mancare all’appuntamento. Emozioni e ricordi sono stati per me tanto profondi da aumentare il mio orgoglio di essere un alpino , ha scritto Felici, tralasciando di aggiungere che è decorato con tre medaglie d’Argento al Valore (una guadagnata in Albania e due in Russia, oltre a una Croce di Ferro). Oggi, guardando questi nostri veci , non sappiamo neanche immaginare il calvario attraverso il quale sono passati, e l’esempio che ci hanno dato e che ancora ci danno: di modestia, disponibilità, senso del dovere. Alta scuola, in un tempo in cui tanti valori vengono declassati, sospesi . Che dire?Un popolo che non ha memoria del suo passato si avvia verso il declino. Fortunatamente ci sono gli alpini, che hanno un motto: per non dimenticare.