Un coro per gli alpini in missione

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    Anche il prossimo Natale, come tutti gli anni, sacro e profano si mischieranno in un turbine di cose belle, serie, sciocche, frivole, inutili. Comodamente seduti in poltrona, davanti a fumanti pietanze, tra luci, regali, vacanze, passeremo le feste con le nostre famiglie, con gli amici come ogni anno. Ma ci sono alpini che sotto l’albero poseranno le armi, per un po’ di riposo prima di tornare in guerra. Ci sono alpini in guerra, che passeranno il Natale con il nodo in gola per gli affetti lontani e per il pericolo vicino. È possibile organizzare una trasferta per cantare anche per loro, per i nostri alpini in guerra? Cosa manca?Credo poco o nulla che si fa?

    Stefano Giovanni Loffi

    È vero che i nostri soldati nelle missioni all’estero sono in zona di guerra e che sarebbe una bella iniziativa inviare un coro per rendere meno pesante il distacco dalle famiglie nella ricorrenza del natale. Non è però così semplice e facile organizzare una trasferta perché, l’hai detto tu stesso ripetutamente, sono in guerra. E allora tutto diventa più complicato e rischioso. Non escludo, anzi auspico, che la tua idea si concretizzi, ma i dubbi sulla fattibilità mi restano tutti.

    Pubblicato sul numero di settembre 2009 de L’Alpino.