Tre giorni di festa, per tornare alpino

    0
    41

    Sono proprio nel punto centrale del Ponte: tutti alpini che quasi si commuovono ad ascoltare il coro di Monte Orsaro che canta Monte Canino . È una di quelle canzoni che chi ha indossato il cappello grigioverde di certo non si dimentica. Così, a seguire le direttive del maestro del coro si uniscono tutti i passanti. E il Ponte vecchio, intanto, accoglie le centinaia di migliaia di alpini arrivati a Bassano per l’81ª Adunata nazionale.

    Per oltrepassarlo ci si impiega quasi mezz’ora. La gente è tantissima e fino a domani l’accesso sull’attraversamento progettato da Andrea Palladio sarà a senso unico per preservare l’opera. A far da guardia ai due punti d’accesso ci sono i volontari della Protezione Civile e alcune vigilesse che vengono corteggiate, abbracciate e baciate da giovani e meno giovani. Qualcuno si spinge fino a chiedere il numero di telefono, ma siamo in servizio , rispondono loro. L’assedio al Ponte è cominciato già giovedì sera quando tra le colonne di legno si sono riabbracciati i vecchi amici commilitoni e quelli conosciuti nelle adunate passate.

    Veniamo ogni anno per questo dice Flavio, stavolta di casa a Bassano, visto che è trevigiano per rivedere le Penne Nere amiche, per poter cantare ancora assieme . C’è chi grida di tanto in tanto un viva gli alpini , al quale segue di prassi un brindisi e un applauso. Le mamme bassanesi insegnano ai figli Sul Ponte di Bassano noi ci daremo la mano . Una volta riusciti ad uscire dal Ponte si deve obbligatoriamente passare per il nuovo attraversamento, la nuova passerella creata appositamente per l’evento. E da qui si vede il Vecchio e tutti quelli che ci stanno camminando sopra. El par che el caschi , osserva Beppe, che poi riprende la chitarra per cantare bella ragazzina aspetta l’alpino .

    E sulla spiaggetta che lambisce il Brenta hanno trovato casa gli alpini del gruppo di Luserna: due igloo posizionati sulla sabbia con vista su tutta Bassano. Che fortunati , sussurra Gianni che ha trovato posto, invece, nell’attendamento principale a Romano d’Ezzelino e per arrivare in centro deve prendere il bus navetta. Ma la notte è lunga e quasi nessuno pensa a riposare. Si ripassano canzoni e ci si ferma nella farmacia dell’alpino . È il banchetto giù dal nuovo ponte che spilla vino rosso da due damigiane ed è sempre affollato.

    Lentamente il fiume di Penne Nere rientra verso il centro di Bassano dove sono appena arrivati i due muli dell’esercito. Fargo e Fonso assieme ad Antonio Dall’Anese, il proprietario, sono reduci da tre giorni di marcia da Crocetta del Montello. La folla si accalca sui banchetti dei gadget, che vanno dalla divisa completa dell’alpino alle magliette con le scritte goliardiche. Ormai si sfiorano le centomila presenze e in centro non si vedono tanti accampamenti, sono quasi tutti ai bordi della città.

    L’Adunata è cominciata. Il via l’ha dato la cerimonia al Sacrario del Grappa, il primo momento ufficiale e forse quello più commovente, assieme alla sfilata di domenica, se non altro perché la Cima Grappa, con l’Ortigara, l’Adamello, il Pasubio e il Carso segna il percorso del calvario degli alpini e della storia dell’unità dell’Italia.

    La strisciata tricolore ha riempito i cuori dei presenti, tra i cinque e i sei mila, con una buona presenza di ciclisti. C’è chi per venire a Bassano ha camminato due giorni. 65 chilometri e una notte di sosta in un centro parrocchiale per nove alpini del gruppo di Battaglia Terme. Ma è giusto esserci , ripetono in tanti. Tutt’intorno alla festa e ai racconti delle varie sezioni d’Italia e dell’estero, c’è il cordone delle forze dell’Ordine, presenze che sembrano quasi invisibili.

    Meno di venti interventi in giornata, di cui due soli alpini, per malori dovuti al caldo o all’eccesso d’alcol, fanno sapere dall’ospedale dove è insediato il centro operativo misto. Insomma, non si pensa che alla festa. L’ho detto a mia moglie commenta Carlo da Torino lasciami almeno questi tre giorni all’anno per liberare la mente e tornare alpino .