Teniamo il passo!

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    Attento e sempre consenziente lettore delle tue risposte ai nostri scritti, sono rimasto per una volta perplesso leggendo quella da te data a Giuliano Savina sul numero di aprile. Il nostro presidente nazionale Perona stigmatizzava la ricomparsa di presenze non alpine con tanto di cappello, da lui definita una anomalia . Vi è però una seconda regola da rispettare con altrettanto rigore: ed è che si sfili sempre da alpini , con quel passo ampio, lento e concorde che ci ha da sempre inconfondibilmente caratterizzati. Questo tenderebbe assai più spesso a rompersi e scoordinarsi se non vi fosse a sostenerlo la festosa colonna sonora delle nostre marce. Donde appunto il ruolo essenziale delle fanfare nell’ambito delle sfilate e di conseguenza la necessità di renderlo ancora più incisivo. Penso che una distribuzione dei complessi musicali eviti, per quanto possibile, vuoti ed affollamenti eccessivi.

    Ettore Grimaldi

    Hai ragione. Nella risposta a Savino ho cercato di non enfatizzare un problema che esiste. Il perché, te ne rendi conto, è nella difficoltà a trovare una soluzione condivisa. Molte volte risulta faticoso tenere il passo anche quando chi ci precede cammina in modo scoordinato o addirittura passeggia. Figurati quando i tempi delle fanfare sono diversi. Non sottovaluto quindi il problema: non ho la proposta risolutiva. Tu hai lanciato un’idea, vediamo se viene raccolta.

    Pubblicato sul numero di settembre 2009 de L’Alpino.