Sulle orme dei nostri Padri

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    Mai, in tante adunate nazionali organizzate dalla nostra Associazione, ci sono stati tanti dubbi, perplessità, contrarietà, entusiasmi come per la prossima sull’Altopiano dei Sette Comuni, ad Asiago. Nonostante siano state ampiamente spiegate le motivazioni che hanno orientato il CDN verso una scelta che esce dagli schemi usuali ormai consolidati, atipica, fuori ordinanza, sembra che il partito degli scettici resti ancorato al modulo delle città comode, della kermesse trabiccolara del sabato sera, della sfilata, peraltro sempre spettacolare e toccante, in un bel vialone rettilineo, possibilmente ombreggiato.

    Asiago non è e non sarà così. Le difficoltà per salire esistono, come sempre quando si va in montagna. La prima guerra mondiale ha però dotato l’Altopiano di sette strade di accesso: tortuose, scomode, ma ci sono. Regione, Provincia, Prefettura, Forze dell’ordine, Sezioni A.N.A. del vicentino, Protezione civile stanno da tempo elaborando un piano di viabilità allo scopo di rendere, possibilmente, meno disagevole la salita e il deflusso dei partecipanti.

    La capacità ricettiva è inadeguata ad assorbire una massa di tre quattrocentomila presenze. Vero, se non si tiene conto delle potenzialità di Bassano, Marostica, Thiene, Schio, Vicenza e il resto del Veneto a trenta, quaranta chilometri dal centro altipianese. Per non parlare delle ampie distese di prati e dell’aeroporto a disposizione per accampamenti, autobus, camper ed altro.

    La sfilata non sarà fluida, in una città piccola con vie strette e durerà fino a notte. È possibile: ma l’obiettivo prioritario e l’impegno dell’organizzazione è di far sfilare tutti davanti all’Ossario del Leiten, per o­norare i quasi sessantamila Caduti che lì riposano, alcuni dei quali medaglie d’Oro, orgoglio del nostro Labaro.

    La motivazione che ha fatto superare tutte le resistenze e convinto il Consiglio Direttivo Nazionale ad una scelta coraggiosa, al limite della temerarietà, sta su quel monte sacro, l’Ortigara, che nel 1920 ha visto radunati quattrocento combattenti Alpini, saliti a piedi dalla Valsugana, per giurare che non avrebbero mai dimenticato i loro compagni d’arme, caduti su quella pietraia e sancire l’impegno di essere sempre solidali con quelli che, sopravvissuti, si trovavano in condizioni di bisogno. La nascita dell’Associazione Nazionale Alpini.

    Dopo ottantacinque anni molte cose sono cambiate. Oggi i soci A.N.A. sono quasi quattrocentomila, l’esercito di popolo, cresciuto nel culto dei valori del Risorgimento, è diventato esercito di professionisti. Diverse le aree di reclutamento, altra la formazione dei giovani, nuovi modelli di riferimento e i compiti da assolvere. Un cambiamento epocale che ci preoccupa e sconcerta.

    Autorità di alto profilo istituzionale, per finalità elettorali, vantano il merito di aver abolito (sic!) la leva obbligatoria come scelta di libertà e di sicurezza per l’Italia. Le penne nere, e non solo loro, sono convinte, da sempre, esattamente del contrario. Viene a mancare nella crescita dei giovani un momento educativo forte, la naja, che aiutava a maturare una coscienza civile in tutti quelli che indossavano la divisa con la cartolina di precetto. In tempi come quelli che stiamo vivendo non è cosa da poco.

    Con i nostri Alpini in armi, le autorità, la società civile vogliamo condividere giornate in serenità ed amicizia sulle nostre montagne, sui luoghi della storia, uniti nel tricolore e nell’Inno di Mameli, fiduciosi che anche il Presidente Ciampi sia con noi. Vorremmo dirgli grazie per il suo impegno, fermo e dignitoso, a tutela del buon nome dell’Italia e di un’eredità storica che ci ha fatto grandi nel mondo.

    Per queste ragioni vogliamo tornare alle radici e ribadire che gli Alpini continueranno senza incertezze a seguire la strada tracciata dai fondatori: ricordo dei Caduti, amore per la Patria, vicinanza ai giovani in servizio attivo, solidarietà, disinteresse, indipendenza dalla politica. E vogliamo farlo ai piedi della colonna mozza, come un rinnovato giuramento. Nonostante tutto.
    Il tema dell’Adunata?Non poteva che essere: Sulle orme dei Padri, per non dimenticare.

    Vittorio Brunello