Sul Bernadia, per onorare i Caduti della Julia

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    Quest’anno il pellegrinaggio si è svolto in forma solenne, con l’intervento del Labaro, del presidente nazionale e delle massime autorità civili e militari del Friuli.

    Ogni anno gli alpini friulani salgono sul monte Bernadia nella prima domenica di settembre per ricordare i Caduti della Julia. In una splendida giornata di sole già di buon mattino le penne nere sono salite agli 885 metri del monte della pedemontana orientale che si affaccia sulla pianura friulana.
    Sulla vetta del monte è stato eretto negli anni ’50 un monumento alto ventidue metri che raffigura una penna mozza. Sulla sommità del monumento è stato installato un faro che, ruotando, irradia un fascio di luce tricolore visibile da oltre 35 chilometri.

    Ai piedi della scalinata, che collega il piazzale del forte al monumento, si sono radunate le autorità civili e militari locali, con i sindaci della zona e gli alpini con i familiari; schierati la fanfara della brigata Taurinense ed un picchetto armato del 3º reggimento artiglieria da montagna di stanza a Tolmezzo.
    La cerimonia è iniziata con gli o­nori al Gonfalone della città di Tarcento, nel cui territorio si trova il Monte Bernadia, ed al Labaro, scortato dal presidente Corrado Perona e dai consiglieri nazionali Aldo Innocente e Dante Soravito De Franceschi. Dopo l’alzabandiera, il sindaco di Tarcento, Lucio Tollis ha portato il saluto della comunità locale e ricordando le vittime del massacro di Ossezia ha annunciato che il fortino sarà ristrutturato e che, con il faro, diventerà un luogo simbolo della pace.

    Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini salutando il presidente Perona ha detto di aver apprezzato la civiltà e la correttezza con cui l’ANA ha criticato la scelta fatta dal governo e dagli Stati Maggiori, di sospendere l’obbligo della leva, nel momento in cui lo stesso Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato un ordine del giorno a sostegno della Julia, e dell’8º reggimento in particolare, minacciato di chiusura, essendo costituito da volontari a ferma annuale. Ha affermato che gli alpini sono una risorsa nazionale, come lo dimostrano tutti gli impieghi nelle situazioni più critiche causate dalle calamità naturali.

    Il presidente della sezione di Udine Roberto Toffoletti ha dato il benvenuto a Perona, ritornato in Friuli per la terza volta: la prima a Tarvisio per il servizio di leva nella Julia, la seconda a Moggio Udinese, dopo il terremoto del 1976 per lavorare nel cantiere ANA 7 e oggi da nostro presidente, in una terra dove gli alpini sono parte essenziale delle famiglie, dove si tramandano i valori di padre in figlio.
    Sono profondamente emozionato perché ritorno da presidente nazionale in questa terra che mi ha visto giovane alpino , ha esordito Corrado Perona, con la voce rotta dall’emozione, ricordando che anche suo padre combattè in Friuli, con il battaglione Exilles, nella Grande Guerra e che suo figlio ha prestato servizio di leva nel battaglione Cividale, a Chiusaforte.

    Siamo qui a ricordare la Julia del passato ed apprezzare quella del presente: essa vive in noi ed in questi ragazzi che vi prestano servizio. La leva ci ha fatto soffrire, ma non l’abbiamo osteggiata perché volevamo conservare quei valori morali che erano insiti nel servizio di leva e che riteniamo sarà più difficile riprodurre con i nuovi modelli proposti . Ha ripreso le parole di Toffoletti per ribadire anch’egli che a vent’anni sicuramente non avevamo compreso appieno il significato di quel periodo della nostra vita, ma con la maturità abbiamo certamente iniziato ad apprezzare l’esperienza fatta, traendo da essa quanto di buono ci poteva essere giungendo con il nostro associazionismo, ad essere un punto di riferimento e parte integrante delle nostre comunità, come d’altra parte testimoniato dalla presenza dei numerosi sindaci alla cerimonia. Perona ha detto che in ogni parte del Friuli visitata nei giorni precedenti, ha avuto modo di valutare il lavoro svolto dai soci dell’ANA e l’attaccamento che nutre la popolazione per gli alpini. Ha visitato anche le caserme del 14º e dell’8º, e verificato l’efficienza dei reparti Nei giovani che oggi prestano servizio militare ha continuato ci possiamo identificare tutti noi, ed ha espresso riconoscenza agli ufficiali e sottufficiali che hanno saputo infondere in questi giovani i migliori principi morali.

    Alla domanda, che è implicita in queste occasioni: quale il futuro dell’associazione?, il presidente ha ribadito che pur nella diversità delle opinioni e dell’età anagrafica la matrice unica che ci ha forgiati è stata il collante per il nostro lavoro quotidiano e pur aspettandoci ore difficili, dobbiamo essere noi vicini ai bocia inserendoli nei nostri ranghi, coinvolgendoli soprattutto con la responsabilizzazione. L’ANA è forte moralmente e numericamente ha concluso ed ogni decisione andrà ponderata ed ha fatto appello alla compattezza e alla serenità.

    Il generale Alberto Primicerj, comandante la brigata alpina ha portato il saluto degli alpini in armi ricordando le recenti missioni di pace della Julia, in Bosnia e Kossovo ed il prossimo impiego di alcuni reparti. Ha voluto ricordare che anche oggi gli alpini in armi continuano l’addestramento in montagna e che la montagna è ancora il fattore primario degli alpini, pur nella mutata esigenza di impiego e nell’evoluzione tecnologica di questi anni. Ha ricordato la stretta correlazione di attività dell’ANA e della Julia per gli importantissimi valori morali che vengono trasmessi ai giovani.

    È seguita la S. Messa, celebrata da don Albino D’Orlando, cappellano della Julia e gli o­nori ai Caduti, con la deposizione di una corona d’alloro al faro da parte del presidente nazionale, del comandante la brigata Julia, del sindaco di Tarcento e della medaglia d’Oro Paola Del Din, sorella dell’alpino Renato, anch’egli medaglia d’Oro, caduto nella guerra di Liberazione a Tolmezzo.