SUDAFRICA Omaggio ai prigionieri italiani sepolti a Zonderwater

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    Erano in mille gli italiani giunti a Zonderwater, 120 chilometri da Johannesburg (Sud Africa), per rendere omaggio ai prigionieri delle battaglie dell’Amba Alagi, di Keren e di El Alamein catturati dagli inglesi durante la Campagna d’Africa. Ricordiamo che il campo di prigionia era stato realizzato su un altopiano a 1700 metri sul livello del mare e nel luglio del 1943 contava 78 mila prigionieri, praticamente una città.

    E proprio come una città aveva una struttura funzionale a quadranti mutuata dagli accampamenti degli antichi romani e una organizzazione impensabile in altri campi di prigionia: 3000 posti letto in ospedale, 22 teatri, 16 campi di calcio, scuole, orti, monumenti, con una rete stradale che superò i 30 chilometri nel periodo di massima estensione del campo.

    Al termine della guerra, 800 ex prigionieri chiesero di restare in Sud Africa e altri 20 mila li raggiunsero negli anni seguenti, dando vita a una comunità italiana che oggi opera nell’industria e nel commercio. Nel cimitero di guerra di Zonderwater riposano 252 soldati italiani mentre le ceneri di altri 12, deceduti quando non erano più sotto le armi, sono conservate nel muro della rimembranza costruito e benedetto da padre Giuseppe Delama.

    A questi Caduti rese omaggio il 15 marzo 2002 l’allora presidente della Repubblica Ciampi. Alla cerimonia in onore di quanti riposano nel cimitero di Zonderwater c’erano il vice ministro degli Affari Esteri Franco Danieli, l’ambasciatore Alessandro Cevese, il console generale d’Italia a Johannesburg Enrico De Agostini, i generali Carlo Gagiano e Mario Brazzoli (figlio di un prigioniero di guerra), il colonnello Roberto Duraccio, il sindaco di Cullinan Anna Digoro e Ruth Prinsloo, parente del colonnello Hendrik Prinsloo, che comandò Zonderwater dal 1943 al ’47 e che restituì ai prigionieri italiani la dignità di esseri umani. Sfilando, le autorità hanno raggiunto l’altare delle tre croci nel cimitero di Zonderwater mentre il cielo era solcato dai velivoli della pattuglia acrobatica sudafricana dei Silver Lions e dai paracadutisti.

    Ad aprire la sfilata numerosi i reduci: Paolo Ricci, Vittorio Pieri, Giuseppe Rancati, Angelo Polita, Francesco De Risi e Ginetto Zatta. Tra i gagliardetti dell’ANA c’era anche quello del gruppo di Trino (sezione di Vercelli) e di Borgosesia (sezione Valsesiana), rappresentato da Guido Paglino che, con Flavia Salvagno, figlia di un prigioniero di guerra sepolto a Zonderwater, hanno donato una targa, affissa sulla parete dell’altare delle tre croci, che riporta una frase di Mario Rigoni Stern: Hanno dato la vita per l’Italia, cerchiamo di esserne degni nella fratellanza per la pace .