In cammino a fianco degli afgani

    0
    87

    Cronaca di una normale’ missione in terra afgana. Riguarda la missine compiuta dagli alpini del 5º di Vipiteno, già rientrati in Patria, ed è significativa dell’operato dei nostri alpini in una missione che non è soltanto militare e di protezione della popolazione ma ha anche importanti risvolti civili e sociali, i più importanti per restituire alla pace un popolo antico e tormentato.

     

    Il destar khwan , un’enorme tovaglia in pelle, ricopre l’intero pavimento; ai lati, diversi cuscini. In centro un vassoio con mele rosse, prugne nere e uva verde, la combinazione di colori, non volutamente ricercata, della bandiera afgana, quasi a ricordare l’aspirazione di queste genti a convivere in pace. In corrispondenza dei commensali, adagiati sui cuscini, il nan , la baguette di cui Karzai, nel corso di una recente intervista, non perse l’occasione per decantarne il sapore assieme a quello di altri prodotti che vengono quotidianamente preparati nelle miriadi di forni sparsi per tutta Kabul.

    Ed ecco un ragazzino entrare e riporre sul destar khwan alcuni vassoi con del riso allo zafferano, aromatizzato con zucchero bruciato e farcito con uva secca, carote e mandorle. E’ il qabili , un piatto nazionale che si prepara in occasioni di festa, pranzi nuziali oppure in presenza di ospiti ragguardevoli. Neanche il tempo di iniziare, che sulla tovaglia compaiono altri piatti tipici afgani: il dupiaza , a base di montone con cipolla e prugne ed il mantù , di carne macinata.

    Così il Colonnello de Fonzo, comandante di Italfor XVI, ha partecipato a questo pranzo seguito alla tradizionale posa della prima pietra, ossia la cerimonia che sancisce l’avvio dei lavori che porteranno, questa volta, alla costruzione di un centro culturale a Kabul. Ma se è vero che il centro culturale costituirà un prezioso elemento aggregante tra le diverse comunità di una società che sta lentamente riscoprendo il valore del dialogo, esso non è che l’ultima, in ordine di tempo, di una serie di opere avviate o realizzate dagli uomini del contingente di Italfor XVI, ormai a metà del loro mandato.

    A Kabul sono in corso i lavori per la costruzione di due ponti carrabili, rispettivamente di sessanta e di otto metri, ed è stato asfaltato un tratto stradale di un chilometro. Il mese di agosto ha visto la consegna di una scuola finanziata da donatori e privati piemontesi, mentre sono in corso d’opera i lavori che, a breve, porteranno alla consegna di una seconda scuola realizzata attraverso fondi della provincia autonoma di Bolzano. Inoltre, in accordo con il ministero della Sanità afgano, sta per essere inaugurato il distretto sanitario Italia , che svolgerà la funzione di poliambulatorio.

    Numerosi infine, i pozzi artesiani costruiti nella capitale per soddisfare il fabbisogno idrico, così come la domanda di energia elettrica di un quartiere di Kabul è stata soddisfatta attraverso la donazione di un trasformatore elettrico da 800 KwA assieme all’esercito degli Stati Uniti. E che dire delle aree extraurbane?Nelle valli di Chahar Asyab, Musahi e Pagman sono stati inaugurati un campo di pallavolo e quattro campi da calcio, di cui uno completo di spogliatoi e docce. Sono stati poi avviati i lavori per la costruzione di un’ulteriore struttura sanitaria mentre stanno per essere ultimati quelli della clinica intitolata al capitano Fiorito e al maresciallo capo Polsinelli, caduti entrambi nel 2006 in Afghanistan.

    Un’altra scuola assieme ad un centro culturale sono stati ristrutturati ed ampliati mentre un ponte, congiuntamente al miglioramento del sistema viario circostante, ha permesso la ripresa delle normali attività giornaliere delle Comunità nelle valli comportando delle ricadute positive sulla precaria situazione economica e sociale. Infine la riparazione di un canale di scorrimento e la creazione di dieci pozzi artesiani hanno fortemente contribuito a ripopolare alcune aree rurali che erano state in precedenza gradualmente abbandonate dai loro abitanti. I fondi stanziati per le opere ammontano complessivamente ad un milione di euro, ma non bisogna dimenticare le numerose distribuzioni di aiuti in termini di attrezzature scolastiche, alimenti di prima necessità ed abbigliamento.

    Questi riscontri immediati e visibili legati alla presenza italiana in Afghanistan, sono stati ottenuti grazie alla presenza costante delle unità operative e logistiche di Italfor XVI che, nel garantire quella presenza e cornice di sicurezza necessarie, hanno già percorso in tre mesi più di 170mila chilometri. Il cammino del popolo afgano verso la pace, la stabilità ed il progresso è ancora lungo e in salita. Tuttavia, gli Alpini del 5º Reggimento si sentono già orgogliosi di percorrerlo assieme.

    Capitano Eros Correa


    La distribuzione degli aiuti umanitari.