STORIA SEZIONI ESTERO Parola d’ordine: Solidarietà

    0
    60

    La sezione A.N.A. Svizzera vide la luce in quel di San Gallo il 27 novembre 1960. Dalla relazione verbalizzata per l’evento, la cerimonia ebbe luogo nella locale sede consolare, con il beneplacito dell’allora presidente nazionale Erizzo: erano presenti il consigliere nazionale A.N.A. Barello, il console generale a San Gallo Piluso, l’addetto militare col. Ninni e un nutrito numero di alpini colà residenti. Officiava la S. Messa seguita dalla benedizione del vessillo don Giovanni Antonietti, presidente dell’Associazione Cappellani Militari d’Italia nonché grande amico del maggiore Oskar Gm r, che fu il fondatore della Sezione e successivamente anche primo presidente. Madrina la signora Heidi Gm r, scomparsa poche settimane fa, sempre stata molto vicina agli alpini e presente nelle ricorrenze più importanti. La cerimonia di fondazione avvenne all’insaputa di Valerio Merluzzi e di coloro che a Basilea si davano altrettanto da fare per la stessa impresa, sostenuti dai suggerimenti, dagli aiuti e dalle indicazioni che pervenivano dalla sezione di Udine. Doveva arrivare il 21 aprile 1961 perché, nell’occasione dell’inaugurazione del Fogolâr Furlàn di Basilea, presente in sala il maggiore Gm r, all’incredulo ma compiaciuto Merluzzi venisse esibito l’incontestabile atto dell’avvenuto battesimo della Sezione appena costituita a San Gallo. A partire da quel momento si coordinarono le attività e in breve si giunse alla creazione dei primi gruppi. Fu, questo, un incontro veramente storico, dal quale prese slancio e grinta la sezione Svizzera. Il primo Gruppo inaugurato fu Appenzello, seguito da Basilea e poi, sempre nel 1961, Soletta. Negli anni successivi, tempi di grande emigrazione dalle regioni alpine, ci fu una crescita esponenziale di nuovi Gruppi che nascevano e prosperavano in ogni cantone della Confederazione. Dopo aver costituito, nel 1962, un’anteprima del direttivo sezionale, il primo numero de La nostra Baita riporta che il 13 maggio 1963 a Zurigo venne eletto il primo consiglio direttivo sezionale: presidente magg. Oskar Gm r, vice presidenti Valerio Merluzzi (gruppo Basilea) e Ferroni (gruppo Zurigo); consiglieri sezionali Agostino Novaglia (gruppo Soletta), Romano Michielini (gruppo Appenzello), Riccardo Lodolo (gruppo Néuchatel), Duilio Pasi (gruppo Argovia), Armando Zancanaro (gruppo S. Gallo) e Giacomo Candotti (gruppo S. Gallo). La proliferazione dei gruppi ha sottoposto il direttivo sezionale a un’incessante attività organizzativa, dei cui risultati ancora oggi siamo particolarmente orgogliosi.

    All’assemblea dei delegati del 2 aprile 1967, tenutasi a San Gallo, la sezione contava già 1345 alpini iscritti nei 17 gruppi ufficialmente fondati e fu un costante crescendo nei successivi anni 70. Poi, con il miglioramento delle condizioni economiche nella madrepatria, il blocco dei permessi di lavoro che arrestarono l’emigrazione verso la Svizzera e, secondariamente, il raggiungimento degli obiettivi prefissati dagli emigrati che favorì un flusso di rimpatri, ridussero inevitabilmente anche l’organico della Sezione. A partire dagli ultimi anni 80 è iniziato un calo degli iscritti, scesi sotto i 1000 all’inizio degli anni 90, passati poi a 883 nel 1992 e a 511 nel 2003.

    IMPATTO CULTURALE E POLITICO

    Quando nel nord ovest dell’Italia si parla di Svizzera, paese europeo fiero e democratico per definizione, viste anche le brevi distanze geografiche sembra quasi di parlare della vallata accanto. Niente di più sbagliato! Per i nostri emigrati non sono stati sempre rose e fiori, anche se oggi con l’istituzione e l’allargamento della Comunità Europea i cittadini possono godere di un notevole spazio di movimento e di organizzazione. Altra aria spirava nell’immediato dopoguerra e fino alle prime vere aperture dei tardi anni 90. Per rendere l’idea del clima tipico di quegli anni, caratterizzato da numerose iniziative xenofobe (a onor del vero tutte poi puntualmente respinte in referendum) ricordiamo che, alla vigilia dell’inaugurazione del gruppo di Argovia, tenutasi a Menzinken il 2 luglio 1972, il periodico Volk und Heimat (Popolo e Patria, n.d.r.) dell’agosto a firma W.M. scriveva: …Come potete vedere dalla fotocopia qui sopra, gli alpini italiani organizzano in Svizzera una grande dimostrazione con sfilata ed esposizione di bandiere in Menziken (Aargau). Questo è un vero e proprio scandalo!!!, e ancora maggiore poiché anche politici svizzeri hanno annunciato la loro partecipazione…! Seguiva un infuocato articolo in cui l’autore sottolineava che si trattava degli eredi degli stessi alpini che avevano invaso l’Albania e la Grecia appena 25 anni prima Ci volle tutto il sangue freddo del presidente Merluzzi e dell’allora consiglio sezionale, oltre a una notevole diplomazia, per rispondere e tranquillizzare, per quanto possibile, il signor W.M. e la sua redazione sull’apoliticità della nostra Associazione e sugli aspetti pacifici e solidali con cui si intendeva sviluppare e consolidare la novella sezione A.N.A. Svizzera. Bisogna tuttavia sottolineare che i rapporti ufficiali, passati e attuali, con le autorità civili e militari elvetiche, sono sempre stati e sono ottimi. Eccellenti lo sono a Ginevra, dove il locale gruppo è legato da una grande amicizia all’Associazione Svizzera Sottufficiali, che ha messo a disposizione i locali per la creazione della sede di gruppo, e in Ticino, dove la vicinanza del patrio confine e la lingua italiana ufficialmente parlata agevolano da sempre l’integrazione. I nostri alpini, facendosi riconoscere per serietà, laboriosità e generosità tanto evidenti da non poter essere ignorate, sono riusciti nel tempo a sgretolare quel muro di diffidenze che, inevitabilmente, viene eretto dagli autoctoni di ogni parte del mondo per isolare i diversi immigrati, (ma non emergono oggi, con il fenomeno dell’immigrazione gli stessi problemi anche nelle nostre valli di origine?). La volontà di perseverare uniti in un alveo di valori saldi e condivisi, motivati nella ricerca delle migliori soluzioni ai problemi posti dalla comune condizione di migranti, promosse la successiva attività della sezione Svizzera. Attività che si è sviluppata e si caratterizza nel rispetto delle leggi confederate e cantonali, mantenendo un profilo consono alle possibilità che ogni regione, in diversa misura, offre ed evitando contrasti.

    SOLIDARIETÀ E BENEFICENZA

    Per quel che riguarda gli interventi di solidarietà e beneficenza gli alpini della Svizzera ne hanno sempre fatto un punto d’orgoglio. Nel primo bilancio steso nel dicembre 2005 gli aiuti in valuta raccolti dai Gruppi e inviati alla sede nazionale, in occasione delle maggiori calamità succedutesi a partire dalla tragedia del Vajont fino allo Tsunami sulle coste e sulle isole dell’Oceano Pacifico, ammonta a 146.492 franchi svizzeri. Aggiungendo anche i 185.000 franchi svizzeri affidatici dalla municipalità di Thun e gli 85.000 franchi svizzeri dal Cantone Jura, che avevano ritenuto la sezione A.N.A. Svizzera degna della massima fiducia per far giungere a sicura destinazione la loro solidarietà alle genti dell’Irpinia terremotata, si arriva alla bella somma di 416.492 franchi che la sezione Svizzera, nonostante il calo dell’organico, ha saputo comunque realizzare in solidarietà. Naturalmente le cifre ufficiali rispecchiano solo in parte la realtà, in quanto, tutti i gruppi si sono, a loro modo, spontaneamente adoperati in autonome e benemerite iniziative. Alcuni con interventi anche di grande spessore ma poi, all’alpina, nemmeno li menzionano alle assemblee sezionali, quasi avessero pudore di farlo sapere in giro Una menzione a parte la merita tuttavia il Gruppo del Ticino che si distingue per iniziative e creatività straordinarie. In occ
    asione dell’operazione Sorriso , per l’asilo di Rossosch, ottenuto il nulla osta del consiglio sezionale, il gruppo si mise all’opera in piena autonomia e, d’intesa con la sede nazionale, riuscì a mettere a disposizione 286 lampade fluorescenti con schermo, l’intero impianto di ventilazione, la centrale di comando del riscaldamento, i materiali di tutta l’impiantistica di climatizzazione, la centrale telefonica e gli apparecchi, l’impianto di insonorizzazione, materiale per la cura dei pavimenti, la progettazione dell’impianto di ventilazione, l’esecuzione dei cablaggi, la messa in posa di tutti i quadri elettrici di comando con 8 volontari in loco per complessive 231 giornate lavorative. Il 16/17 settembre 1995, a Bellinzona, il Gruppo organizzò il 1º raduno generale dei volontari di Rossosch. Nello stesso anno, in occasione dell’alluvione in Piemonte, attrezzati di tutto punto con materiale specifico messo a disposizione dalle autorità di Protezione Civile della città di Bellinzona, una cinquantina di volontari intervennero ad Isola d’Asti dove contribuirono a sgombrare scantinati da acqua, fango e detriti. Donarono poi contributi di primo soccorso a tre casi particolarmente bisognosi, per complessivi cinque milioni di lire.

    ATTIVITÀ E INTERVENTI SEZIONALI

    Nei primi anni le maggiori energie si spesero nell’organizzare le strutture direttive e nella fondazione dei gruppi. Parallelamente si incominciò l’importante opera di coordinamento tra le attività dei vari Gruppi per evitare sovrapposizioni nelle ricorrenze e a dirigere, secondo Statuto, le varie iniziative, organizzando annualmente, nei dettagli, la partecipazione alle Adunate nazionali alle quali la Sezione ha sempre partecipato in forze fin dalla sua fondazione. Nel 1964 crescendo l’esigenza di parlare con una propria voce e per rendere una maggiore visibilità alla Sezione, si diede vita al periodico La nostra Baita la cui redazione fu affidata a Mario Pellettieri, del gruppo di Ginevra; il primo numero uscì in luglio. Successivamente, se ne incaricarono Federico De Carli (Zurigo), Giovanni Dal Zoppo (Biel), Fiorenzo Morassi (Basilea Campagna) e il redattore attualmente in carica, Giancarlo Borsetto (Ticino) che riesce ancora a stampare due ambiti numeri all’anno. Altro appuntamento, irrinunciabile per tradizione, è la gara di marcia Trofeo Magg. Oskar Gm r , che si organizza ormai da un quarantennio. La sezione Svizzera, pur non aderendo a nessun raggruppamento ed essendo fortemente determinata a mantenere la propria autonomia, partecipa a tutte le assemblee e congressi promossi dal C.D.N. in Europa. A livello dei Gruppi, alcuni dotati di una loro propria sede, tutti si distinguono, secondo le possibilità, per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Consiglio direttivo sezionale: presenziando a tutte le Adunate nazionali, commemorando i Caduti in guerra e sul fronte dell’emigrazione e rappresentando l’A.N.A. nelle ricorrenze nazionali organizzate dalle varie sedi diplomatiche. Il futuro va guardato con un sano ottimismo se si considera che, ovunque in Europa e nel mondo, anche in luoghi imprevedibili solo alcuni anni fa, nascono nuovi Gruppi. La libera circolazione delle persone potrebbe infatti, alla lunga, far giungere in Svizzera nuovi alpini, quelli, per intenderci, della valigia elettronica , che troverebbero disponibili strutture sane e storicamente radicate della nostra amata Sezione.

    LA RICORRENZA DEL PATRONO SAN MAURIZIO

    Pio XII, nel 1941, affidò le Truppe di montagna alla protezione del martire San Maurizio (già patrono del Sacro Romano Impero). Il Santo era un generale cristiano di origine egiziana, comandante della Legione Tebea. La legione prestava servizio normalmente ai confini orientali dell’impero e dopo essersi distinta per il suo valore venne spostata in Gallia per contrastare gli attacchi dei Marcomanni. L’imperatore Massimiano Erculio ordinò a Maurizio, giunto nel Vallese, di perseguire la popolazione locale convertita al cristianesimo. Al rifiuto di Maurizio, l’imperatore ordinò prima una serie di flagellazioni, poi di decimazioni finchè così narra la storia divenuta leggenda l’intera legione composta da 6.666 uomini, venne giustiziata. Era l’anno 268. Ogni 22 di settembre, il paese di Saint Murice (l’antico Agaunum, luogo del martirio) si ferma e, vestito a festa, onora il suo Santo e i suoi compagni con una grandiosa cerimonia nell’omonima Abbazia, che termina con una processione al seguito delle urne reliquiarie dei martiri. Dal 1965 la sezione A.N.A. Svizzera, su disposizione del C.D.N., rappresenta ufficialmente l’Associazione Nazionale Alpini alle celebrazioni del santo patrono.

    Fiorenzo Morassi

    GLI ISCRITTI E LE CARICHE

    Attualmente la sezione Svizzera conta 29 Gruppi, 415 soci alpini e 305 soci aggregati. Questi i presidenti: dal 1960 al 1967 magg. Oskar Gm r, dal 1967 al 1970 Filippo Moja, dal 1970 al 2003 Valerio Merluzzi, dal 2003 ad oggi Giuseppe Massaro. Il direttivo sezionale è composto come segue: presidente Giuseppe Massaro, presidente onorario Valerio Merluzzi, vice presidenti Fiorenzo Morassi e Giancarlo Borsetto, consiglieri Luciano Poletti, Egidio Lot, Carlo Bosi, Fabio Brembilla, Dario Innocente, Carlo Piccoli, Guido Spagnoli e Nicola Stellato.