Social network

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    Sono un simpatizzante del Corpo degli alpini pur essendo dell’Aeronautica, da ormai alcuni anni sono iscritto a questa magnifica Associazione e leggo attentamente tutte le lettere che arrivano al direttore e, ultimamente, quella dell’alpino Luca Ripamonti sul n. 7 di luglio.

    Non intendo in alcun modo rispondere, ma dialogare sì, come egli dice che oggi non si fa più. Caro Luca hai scritto una lettera magistrale, profonda, piena di saggezza tipica dei vecchi alpini e la condivido in tutto, tranne che nella parte dove affermi che con i vari social network si è perso di vista quasi completamente il dialogo personale. Io non sono giovanissimo, ho 76 anni e viaggio in lungo e in largo sui social network, e ti assicuro che non sono la causa della mancanza di contatti interpersonali, bensì un valore aggiunto. Grazie alla tecnica, se usata con sobrietà, intelligenza, discernimento e senza fini reconditi, io posso dialogare con una qualsiasi persona posta all’altro capo del mondo e a volte grazie a questi contatti virtuali, avere anche contatti “de visu”. Sì è vero, si possono avere amare sorprese perché all’altro capo del video ci può essere qualcuno sotto mentite spoglie, ma dimmi quale aspetto della vita l’uomo non è riuscito ad inquinare col suo comportamento perverso?

    Giuseppe Jovino – Danta di Cadore (Belluno)

    I media, come dice la parola, sono mezzi. Utili, indispensabili. Il pericolo è quando si assolutizzano diventando fine, che assorbe energie e stili di vita. Le nostre generazioni, caro Giuseppe, hanno avuto una formazione di fondo, che le nuove generazioni non hanno. Ed è la sfida educativa che domanda risposte. Ma questo è un altro discorso e demonizzare i mezzi di informazione e di comunicazione è solo un modo per non affrontare il problema, senza guardarlo in faccia.