Silandro: il “Bergamo” è tornato

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    Caserma “Druso” di Silandro (BZ): edifici imponenti e severi, separati dalla cittadina dal terrapieno della ferrovia, che incutono soggezione e timore fin dal primo impatto; sede del Gruppo di Artiglieria da Montagna “Bergamo”, Unità alpina di grande prestigio militare e sinonimo di severa disciplina e duro addestramento. Queste le sensazioni e gli stati d’animo iniziali delle migliaia di giovani reclute – in buona parte bergamasche – che nel tempo ne hanno superato i cancelli per svolgere il servizio militare.

     

    Successivamente, la vita in comune con tanti compaesani e conterranei, le fatiche ed i disagi sopportati insieme, gli impegnativi addestramenti, le pesanti escursioni estive ed invernali, le scuole di tiro, i servizi di guardia e di caserma, l’impiego dei muli e l’ambiente esterno poco accogliente, facevano insorgere uno spiccato spirito di Corpo, di cameratismo e di amicizia mantenuti anche dopo il congedo e che li hanno portati numerosi – circa 2.000, compresi i familiari – il 29 maggio, nella loro caserma.

    Ciò non soltanto per un piacevole incontro tra commilitoni, ma soprattutto per rendere omaggio – nel decimo anniversario dello scioglimento – ad un Reparto che, in guerra ed in pace, ha sempre compiuto con onore il proprio dovere, meritandosi in particolare la Medaglia d’Oro al Valore Militare nella Campagna di Russia e contribuendo in ogni circostanza a mantenere alto il prestigio del nome di Bergamo. Per la circostanza, la “Druso” è stata liberata dalla vegetazione spontanea e rigogliosa che l’aveva invasa in 15 anni di abbandono.

    Encomiabile, al riguardo, il lavoro svolto nei giorni precedenti dal Nucleo di Protezione Civile del Gruppo A.N.A. di Colere con motoseghe, decespugliatori e pala meccanica. Il sabato Silandro era già occupata da centinaia di artiglieri, che ne popolavano le vie, le piazze ed i locali pubblici, prima e dopo avere partecipato alla cerimonia di deposizione di corone ai monumenti ai Caduti di lingua tedesca – che militavano nella Wermacht – e italiana, posti nel cimitero accanto alla chiesa parrocchiale.

    La domenica mattina, 30 maggio, ammassamento all’inizio della città, vicino all’area dove sorgeva la caserma “Cecchini” con le scuderie per circa 200 muli. Sfilata attraverso la via principale, addobbata con bandiere italiane e comunali, tra numerosi cittadini che mostravano apprezzamento e simpatia. Evidentemente il “Bergamo” era stimato anche da loro. In testa la Musikkapelle (il Corpo musicale locale), con i colorati costumi tradizionali, seguito dalle autorità, tra cui i sindaci di Silandro Dieter Pinggere e di Bolzano Luigi Spagnolli, e dai rappresentanti del Comando Truppe alpine e dei Corpi armati dello Stato. Venivano poi otto vessilli sezionali, un centinaio di gagliardetti, lo striscione “Berghem de Sass”, gli ufficiali in servizio ed in congedo già comandanti del Gruppo e gli ufficiali, sottufficiali ed artiglieri disposti per reparto – Batteria comando e servizi, 31ª, 32ª, 33ª e 51ª – intramezzati dalla fanfara alpina di Scanzorosciate e dal corpo musicale di Pontoglio.

    Infine seguivano i parenti e gli amici. Cerimonia dell’alzabandiera sul pennone della caserma, riattivato per la circostanza, e con i radunisti disposti ordinatamente tutto attorno. Schieramento “militare” nello spazioso cortile principale, discorsi e Messa celebrata da mons. Pierino Sacella, bergamasco e cappellano del Gruppo per numerosi anni. Pranzo alpino per 800 commensali sotto le autorimesse e la tettoia per gli automezzi nel cortile superiore, in un clima di grande allegria.

    Da sottolineare la piena collaborazione all’organizzazione del raduno da parte della Provincia di Bolzano, del sindaco e dell’amministrazione comunale di Silandro nonché delle forze dell’ordine locali.

    Gen. Elio Carrara