Retorica cattoclericale

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    Condivido ciò che ha scritto Renzo Maina di Torino riguardo certi articoli che compaiono su L’Alpino riguardo la nostalgia, inutile e spesso anche fuori luogo, per la retorica militaristica, nazionalista ed io aggiungerei anche cattoclericale. Il mio non vuol essere un attacco alla redazione del nostro giornale e neppure in particolare nei confronti del direttore, che in qualità anche di presbitero della chiesa cattolica potrebbe, suppongo, non essere d’accordo riguardo l’ultimo aggettivo da me riportato. Ma ritengo opportuno e necessario che la piena laicità ribadita anche nella nostra Costituzione dovrebbe essere meglio presa in considerazione e ricordata sulle pagine del nostro periodico.

    Paolo Tosetto, Capogruppo del Gruppo Ungheria, Sezione Danubiana

    Caro Paolo, lascio ai nostri lettori le tue considerazioni. Per quanto riguarda la presunta retorica cattoclericale, ricordo solo che la storia degli alpini è anche storia delle radici cristiane da cui sono venuti. Basta rileggere la Preghiera dell’Alpino o riascoltare i canti che i nostri militari cantavano nelle trincee. Mi sembra che dietro l’angolo si nasconda in realtà la rivendicazione di una laicità, che odora un tantino di laicismo. La laicità vera è autonomia rispetto alla religione, ma non negazione del fatto religioso e delle sue manifestazioni. Una laicità intollerante altro non è che una religione di segno opposto, con i suoi fedeli e i suoi ministranti.