Quel tragico 6 aprile

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    Sono arruolato come VFP1, naturalmente con gli alpini brigata Julia, 8º rgt. di Cividale, caserma La Marmora dove passarono i miei bisnonni, i nonni e mio padre. Sono abruzzese e dalla finestra di casa riesco a godere della bellezza del Gran Sasso e del monte Morrone. Alle 6 di quel maledetto 6 aprile mi sono trovato dinanzi alle macerie della nostra L’Aquila. Un paesaggio inquietante. Le sirene degli automezzi di soccorso riempivano l’aria. Le facce degli aquilani trasudavano terrore e quelle dei volontari una grande, grande passione del fare. Era l’uomo, l’essere umano nella interezza ad essere al centro del pensiero di ognuno. Questi aquilani non scavavano per cercare amici e parenti: scavavano per gli uomini. Non si è visto un solo abruzzese lamentarsi. Siamo fatti così e siamo capaci di cose grandi ma da buoni montanari ci piace stare zitti.

    Umberto Nicolai Gruppo Alpini Lettomanoppello (PE), sez. Abruzzi

    Pubblicato sul numero di settembre 2009 de L’Alpino.