Primo richiamo di riservisti del Btg.

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    Forze di completamento.

     

    Dopo essere state praticamente le prime in Italia ad utilizzare i riservisti sia per attività addestrative che operative sul suolo nazionale ed all’estero, le Truppe Alpine dimostrano ancora la loro lungimiranza richiamando un plotone presso il proprio reparto di punta, il battaglione alpini paracadutisti Monte Cervino , e confermando pertanto l’importanza della riserva (Forze di completamento). Questo reparto trasformato negli ultimi anni in reparto FOS (Forze per Operazioni Speciali), rappresentava una destinazione proibita per i riservisti. I vertici del battaglione hanno però accettato nel 2000 la sfida, prestandosi alla creazione di un plotone di riservisti che dovevano possedere, per la specificità del reparto, requisiti psico fisici e morali particolari.
    Solo la collaborazione tra il comandante ten. col. Gamba e successivamente del
    ten. col. Caruso e i riservisti, supportati dai comandi superiori di COMALP (Comando Truppe Alpine), ha permesso, a 18 mesi di distanza, di ottenere l’autorizzazione e la copertura finanziaria dallo SME (Stato Maggiore Esercito) e da COMFOTER (Comando Forze Terrestri) per effettuare quel richiamo che costituisce un precedente unico a carattere nazionale. Questa novità ha permesso di ampliare i possibili impieghi dei riservisti consentendo all’Esercito
    italiano di adeguarsi agli standard di inglesi, americani e di altri eserciti tra i più blasonati al mondo nell’impiego dei propri reparti FOS. Ciò che sembrava alla vigilia impossibile ed irraggiungibile, per la determinazione e la testardaggine tipica degli alpini (in armi ed in congedo), si è concretizzato con l’afflusso al btg. Monte Cervino il 10 Febbraio 2003 di un ufficiale, un sott’ufficiale e 16 militari di truppa, congedati poi il 28 Marzo 2003.
    L’attività svolta dal plotone è stata ad altissimo livello: ai riservisti non è stato concesso nulla, non si sono lamentati delle estenuanti marce e delle mille difficoltà affrontate e sono riusciti a tenere duro mantenendo alto l’onore di quei cittadini che, mettendosi a disposizione della propria nazione, indossano per periodi limitati la divisa chiedendo solo di fare il proprio dovere di italiani. Sanno di essere considerati da alcuni degli esaltati e di dover affrontare al loro rientro (in diversi casi) anche conseguenze sul luogo di lavoro, perchè non sempre viene compresa questa scelta di amore nei confronti della Patria. Il più grande risultato ottenuto è stato però vedere come abbiano potuto cooperare vari settori dell’Esercito, del mondo civile e politico. Questo ci fa ben sperare per il futuro della nostra Patria. MAI STRACC VIVA L’ITALIA!

     

    Sergio Rizzini