Perona a La Russa: ripristinare la festa nazionale del 4 Novembre

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    Questa la lettera che il nostro presidente nazionale ha inviato al ministro della Difesa Ignazio La Russa per ripristinare la festa nazionale del 4 Novembre.

     

    Signor Ministro,

    i segnali di una progressiva decadenza della nostra comunità nazionale sono sempre più preoccupanti: episodi di violenza, di intolleranza, di apologia del terrorismo e di vilipendio alle Istituzioni e ai Caduti per la Patria, l’uso del nostro Inno Nazionale per fini commerciali nella generale indifferenza come si trattasse di una pratica di assoluta normalità, la cancellazione forzata dei simboli della nostra identità nazionale che si fonda anche sulla millenaria civiltà cristiana, hanno lasciato e lasciano negli oltre 380.000 iscritti della Associazione Nazionale Alpini sentimenti di sgomento, di sdegno e di profonda amarezza.

    Mi consenta, a nome di tutti gli Alpini in congedo che rappresento, di ringraziarLa per l’opera costante e determinata che svolge per restituire dignità alla festività del 4 Novembre e, di conseguenza, al valore dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate che da sempre custodiscono e tramandano i migliori valori della Patria. Oggi più che mai, con i gravosi impegni che le nostre FF.AA. svolgono in importanti e pericolosi teatri operativi per il bene dell’Italia e del Mondo, è necessario che l’intera Nazione stia al loro fianco e faccia sentire concretamente l’affetto e l’ammirazione per questi nostri splendidi ragazzi . E, invece, il vilipendio costante delle Istituzioni, della Bandiera e dei nostri Soldati ha raggiunto un livello davvero intollerabile. Sentire scandire slogan inneggianti alla strage dei nostri militari, rei unicamente di compiere il loro dovere, da parte di chi nemmeno conosce il significato di tale parola è fonte, per noi, di profonda amarezza. Si consente di vilipendere la Bandiera che costituzionalmente rappresenta l’intera Nazione, si confondono i terroristi con i guerriglieri, le vittime con i carnefici.

    Si consente, nel nome di un superiore diritto individuale di espressione, di dissacrare tutto ciò che più è caro agli Italiani: la loro storia, le loro tradizioni (il crocefisso) e persino i loro morti. Oggi viene accreditata una visione a tal punto individualistica della società che l’unico valore riconosciuto sembra essere quello della massimizzazione del profitto personale a qualunque costo e il prestigio sociale lo si riserva a chi riesce a raggiungere il suo obiettivo, anche se tale obiettivo costituisce una violazione dei diritti collettivi o viene raggiunto calpestando i diritti altrui, mentre chi si comporta bene, chi assolve spontaneamente ai propri doveri, viene indicato come uno sciocco.

    Noi, signor Ministro, siamo figli delle montagne d’Italia, siamo gente semplice e perbene. I nostri Padri ci hanno insegnato a rifiutare una visione così gretta e materialistica della vita; ci hanno insegnato a lavorare assieme per ottenere grandi risultati, con umiltà e determinazione. Ci hanno insegnato a rispettare il lavoro e il sacrificio altrui, a rendere omaggio a quanti hanno dato la vita per la Patria. Ci hanno insegnato a vivere con serenità la consapevolezza di avere anche dei doveri verso gli altri e verso la comunità. Ci hanno insegnato a non cercare scorciatoie più o meno lecite.

    Ci hanno insegnato soprattutto ad amare e rispettare la Patria e i suoi simboli e ci hanno chiesto di trasmettere ai giovani questi valori. L’amor di Patria, il sentimento nazionale deve essere coltivato ed in questo senso riteniamo si debba leggere anche l’impegno che Ella ha voluto profondere per il primo esperimento di Pianeta Difesa che, avvicinando i giovani all’Istituzione militare, ne sollecita anche i valori che quel mondo custodisce e tramanda da sempre. Il forte impegno a favore della Bandiera profuso dal Presidente Ciampi, la ferma difesa delle Istituzioni da parte del Presidente Napolitano, hanno iniziato ad invertire una pericolosa tendenza che, sin dagli anni settanta, ha visto confondere il sentimento nazionale con il nazionalismo tendendo a limitarlo e comprimerlo il più possibile, con i pessimi risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

    Ed è per questo motivo, Signor Ministro, che La ringraziamo per gli sforzi che profonde per sottolineare con forza la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate , che da due anni a questa parte ha recuperato una buona visibilità anche grazie a quel motto Grazie ragazzi! che ha toccato certamente il cuore degli Italiani. Ed è per questi motivi, Signor Ministro, che la nostra Associazione, con delibera del Consiglio Nazionale del 13 novembre 2009, ha deciso di rivolgersi con speranza alla Sua sensibilità per chiederLe di operare al fine di poter ripristinare la festività del 4 Novembre con la dignità di festa nazionale che merita.

    L’occasione propizia ci pare il 2011, anno in cui celebreremo il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, processo che proprio il 4 novembre 1918 ha visto il suo compimento. Mai come oggi, infatti, un momento di riflessione collettiva sui valori che questa festività intende onorare e trasmettere, sarebbe utile a tutti gli italiani ma, in particolare alle giovani generazioni sulle quali tutti riversiamo le nostre speranze. Voglia gradire i sensi della mia stima.

    Corrado Perona

    Pubblicato sul numero di dicembre 2009 de L’Alpino.