PARMA A Borgotaro il raduno interregionale degli alpini lombardi, liguri, toscani ed emiliani

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    Alpini lombardi, liguri, toscani ed emiliani si sono dati appuntamento a Borgotaro per il loro 4º raduno interregionale. È stata una grande manifestazione, in concomitanza con una esercitazione di Protezione civile (della quale scriviamo in questo stesso numero). Un superlavoro, quindi, per il capogruppo Domenico Gavaini e per i suoi alpini, affrontato con la consueta naturalezza.

    Due i momenti salienti del raduno: la rassegna dei cori la sera del sabato che ha visto alternarsi il coro degli ex della brigata Cadore a quello di Monte Orsaro della sezione di Parma e la inaugurazione del monumento alle Penne Mozze, nel parco Battaglione Tolmezzo , la domenica mattina.
    I cori: il cronista, dovendo scegliere, si è trovato in imbarazzo in quanto i componenti hanno fatto a gara fra di loro per superarsi in un crescendo di melodie alpine che hanno incantato il pubblico. Era presente monsignor Bertagna, nativo della zona e oggi con importanti incarichi in Vaticano; una presenza che ci ha fatto molto piacere.

    Un bravo a tutti i coristi ma in modo particolare ai due maestri direttori, Luca Pillon per i cadorini e Stefano Bonnini per i parmensi. Senza voler mancare di riguardo verso questi ultimi, dobbiamo rilevare la costanza dei coristi del Cadore . Sparsi in più regioni si sacrificano in lunghe trasferte per potersi riunire e provare.
    È una fatica immane, ma i risultati si vedono. Spontaneo chiedersi perché. Risponde Pillon. Per appagare la nostra voglia di cantare e di stare insieme ; e, aggiungiamo noi, per attestare che in alto possono decidere quello che vogliono, ma l’attaccamento alla penna e alle sue tradizioni non si può sradicare. Sia chiaro: qui parliamo degli ex coristi della Cadore, ma pensiamo ai loro colleghi ex degli altri cori e delle fanfare di Brigata il cui comportamento e le cui prestazioni sono identiche.

    Il monumento alle Penne mozze è stato re inaugurato durante la sfilata di domenica. Imponente la partecipazione degli alpini. Breve sosta e prosecuzione per i giardini IV Novembre per la Santa Messa e la deposizione di una corona ai Caduti.
    Brevi i discorsi delle autorità ma ci piace ricordare quello del ten. gen. Giuliano Ferrari, parmense del sasso , che con la consueta arguzia ha dimostrato come gli alpini siano OGM, cioè organismi geneticamente modificati da un virus, incontrollabile, noto come alpinità.

    Tra le autorità il sindaco Salvatore Oppo, il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, il presidente della sezione Maurizio Astorri, il responsabile della P.C. ANA Maurizio Gorza, il consigliere nazionale Roberto Formaggioni e il colonnello Gennaro Di Lauro, del Corpo ingegneri dell’Esercito, direttore dello stabilimento militare Ripristini e ricuperi del munizionamento sito nella vicina Noceto, un organismo militare di valore europeo che molto si dà da fare per attuare gli accordi internazionali relativi alla distruzioni di ordigni esplosivi di ogni specie. Manifestazione complessa, ottimamente organizzata: complimenti al già citato capogruppo Gavaini che, da buon alpino, ha minimizzato. Anche questa è alpinità, o meglio, è malattia da virus alpino. cdd