Lo spirito alpino fa la differenza

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    A Luino il XIX Congresso della Federazione Internazionale Soldati della Montagna (IFMS). I delegati di Francia, Germania, Polonia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Italia hanno trattato degli impieghi di forza di proiezione e di mantenimento della pace in scacchieri difficili ad alta componente terroristica. Il saluto del ministro Tremaglia.

    di Adriano Rocci
    Cielo terso, vento gradevole, sole splendente ed uno specchio di lago veramenteda grandi occasioni. Così Luino, sulla sponda lombarda del Verbano, ha accolto dal 22 al 25 settembre le nutrite delegazioni nazionali (Francia, Germania, Polonia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti e Svizzera) che, insieme a quella italiana, guidata dal consigliere nazionale dell’ANA Giancarlo Romoli ed al col. Maurizio Ruffo, in rappresentanza del Comandante delle Truppe Alpine ten. gen. Bruno Iob, hanno partecipato ai lavori del XIX Congresso della Federazione Internazionale dei Soldati della Montagna (IFMS), svoltosi sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocino del Parlamento Europeo, della Regione Lombardia, della Provincia di Varese, del Comune di Luino (un grazie particolare al sindaco Mentasti ed alla Giunta che hanno messo a disposizione la sala consiliare per i lavori congressuali) e della Comunità Montana.

    La Sezione ANA di Luino, ospitante, ha profuso ogni energia per l’organizzazione del meeting e, francamente, ha fatto centro. Il presidente Sergio Bottinelli e quelli che egli definisce i miei pochi collaboratori possono andare fieri del risultato: ogni cosa ha funzionato a dovere, a cominciare dalla cronometrica precisione del servizio di navetta da e per il congresso.La serata del 22, dopo il suggestivo alzabandiera serale in piazza Garibaldi (mentre i vessilli nazionali ed europeo salivano, uno dopo l’altro, sui pennoni, la Banda di Bosco ha suonato impeccabilmente tutti gli inni davanti alle delegazioni, ai rappresentanti militari italiani polacchi e tedeschi ed ai numerosi alpini dell’ANA schierati sull’attenti) c’è stato un momento d’emozione particolare: al momento di innalzare l’insegna dell’IFMS è stato infatti eseguito in prima assoluta lo spartito di quello che, da quest’anno, sarà l’inno ufficiale della Federazione, un cadeau personale di Sergio Bottinelli.

    Durante i tre giorni del congresso, concluso alla grande con la sfilata ritmata dalla Fanfara della Taurinense, gli ospiti stranieri hanno, tra il resto, effettuato un’escursione nell’area del Monte Rosa, incontrando Teresio Valsesia, già vicepresidente del CAI, coorganizzatore insieme all’ANA di Camminaitalia 99 e sindaco di Macugnaga e, guidati dal brig. gen. Maurizio Gorza, hanno potuto apprezzare in operatività alcune unità della nostra struttura di Protezione Civile, compresa una esibizione di nuclei cinofili da ricerca (il gen. Gorza con magistrale sintesi tecnica ha poi ripreso l’argomento della P.C. durante i lavori assembleari del 25 settembre), visitando infine insieme al responsabile dott. Lucio Losapio una piccola parte di quel nostro Centro di Intervento Medico Chirurgico (a noi più noto come ospedale da campo ) una parte del quale così prontamente rischierato dall’ANA a Beslan, in Ossezia (Federazione Russa), appena venti ore dopo il terribile attentato islamista di poco più di un mese fa.

    Le riunioni del Comitato esecutivo (formato dal segretario generale, lo svizzero Hans Peter Walker, e dai responsabili delle sette delegazioni nazionali presenti)che, grazie soprattutto alla sensibilità autenticamente alpina della delegazione spagnola, hanno posto le basi per la riconferma dell’attuale vertice federale sino al 2006, sono culminate, il 25 settembre, nell’Assemblea generale, presieduta dal vicepresidente ANA Giorgio Sonzogni. Essa ha visto la presenza dei rappresentanti della Commissione Difesa della Camera e di quella degli Affari Esteri del Senato. Il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia ex combattente e padre d’un alpino prematuramente scomparso ha recato ai congressisti il caldo saluto suo e del Governo italiano.

    In apertura dei lavori, i delegati hanno osservato in piedi qualche istantedi raccoglimento in memoria delle vittime del terrorismo internazionale e dei Soldati da Montagna caduti in servizio e nei conflitti in corso (la X Divisione da montagna USA, per esempio, ha perso, tra Afghanistan ed Irak, circa 50 uomini). La famiglia dei Soldati da Montagna tende a crescere, ha evidenziato con soddisfazione, nella sua prolusione, il segretario generale Walker. L’Austria, infatti, Paese fondatore e da anni in stand by come Stato osservatore, superate alcune difficoltà organizzative interne, si accinge ora a rientrare a pieno titolo e si dichiara sin d’ora disponibile ad organizzare il XXII Congresso, nel 2007.

    Dall’emisfero sud, ha aggiunto il segretario generale, il Cile che quest’anno ha celebrato il cinquantesimo di costituzione della propria Scuola per Truppe da Montagna, modellata nel 1954 su quella che fu la SMALP di Aosta e che, sotto il coordinamento del gen. Aranda Sanchez, sta ultimando il ricompattamento delle tre associazioni (ufficiali, sottufficiali e truppa) cui fanno capo i Soldati da Montagna presenta domanda di adesione, mentre la Polonia caldeggia la candidatura ad osservatori di Paesi neoeuropei come l’Ungheria, la Romania, la Cekia e la Slovacchia.Su suggerimento dei rappresentanti tedesco, gen. Meyer, e statunitense, Anger, una delegazione di montañenses cileni verrà invitata come osservatrice al XX Congresso, che si terrà nel Vermont (USA) dal 21 al 24 settembre 2005 (la Giornata , invece, avrà luogo in Spagna, a Huesca, il 3 e 4 giugno precedenti).

    I capidelegazione hanno poi illustrato i rapporti redatti sulla situazionee l’organizzazione delle Truppe da Montagna nei rispettivi Paesi. Ne è emerso un quadro estremamente interessante e vario, sotto il profilo organizzativo e dell’impiego, che tuttavia conferma con la sola, nota e significativa eccezione della Germania e della Svizzera la generalizzata tendenza al tutto professionale , secondo il modello messo a punto a suo tempo dall’U.S. Army e reputato, in ambito NATO, come il più efficace ai fini dell’utilizzazione delle Truppe da Montagna quale forza di proiezione e, ove possibile, di peace enforcing in aree lontane, fortemente minacciose ed ostili, nelle quali si stanno diffondendo in misura preoccupante i conflitti cosiddetti a bassa intensità e ad alta componente terroristica.

    Così è avvenuto per la Spagna (oggi ha in forza una sola Brigata da Montagna, la Aragon I ), per la Francia e per l’Italia, ma anche per la Polonia (Brigate da Montagna 21, schierata sui Tatra, e 22, sui Carpazi, entrambe presenti in Irak) e, in prospettiva a breve termine, avverrà per la Slovenia, che da tre anni ha sciolto la sua 32ª Brigata da Montagna e mantiene oggi in vita un unico battaglione, il 132º di stanza a Bohinjska Bela, che cura anche l’addestramento dei riservisti.La Germania, da parte sua, a ristrutturazione conclusa potrà contare su una sola Brigata da Montagna, la Gebirgsjägerbrigade 23 (circa 5100 uomini in tempo di pace, 5900 in caso di guerra), aviotrasportabile, integralmente autonoma su tutti gli scenari operativi, particolarmente se connotatati da peculiari difficoltà di terreno o di condizioni meteorologiche estreme, strutturata su tre battaglioni da montagna, uno di artiglieria corazzata, un battaglione del genio ed un battaglione logistico da montagna cui, entro il 2010, si aggiungeranno un battaglione trasmissioni ed uno da ricognizione. Essa, da metà maggio 2005, si rischiererà nuovamente in Bosnia Herzegovina ed in Kosovo, alla testa della Brigata Multinazionale Sud Ovest.

    Il col. Giovanni Fungo, che ha recato il saluto del gen. Fraticelli (CSME),dopo una sintetica presentazione del progetto SME Assoarma per una Association of the European Armies, ha delineato il futuro delle Truppe Alpine italiane, che da tempo hanno al loro attivo Balcania, Afghanistan ed Irak: l’attuale comando Truppe alpine diverrà Comando Divisione Tridentina, da cui dipenderanno il Centro di Addestramento Alpino dell’Esercito, le Brigate Taurinense e Julia, il 6º Reggimento Alpini (Brunico, Dobbiaco, San Candido), il 16º Reg
    gimento Alpini con sede a Belluno ed il 4º Reggimento Alpini Paracadutisti Monte Cervino . Il gen. Glèvarec (Union des Troupes de Montagne) ha infine concluso gli interventi.

    L’Armée de Terre francese che ha tre strutture addestrativo formative dedicate all’ambiente montagna , la Scuola Militare d’Alta Montagna di Chamonix e due Centri d’addestramento specialistico a Briançon e Barcelonette ad oggi schiera una Brigata da Montagna di tipica consistenza NATO (la 27éme BIM), con sede principale a Grenoble, la cui specificità da montagna costituisce un plus rispetto alla sua capacità al combattimento d’alta intensità in qualsiasi area geografica. Con una consistenza di poco superiore alle 6000 unità, la Brigata da Montagna comprende, oltre allo Stato Maggiore, una compagnia comando e trasmissioni, tre battaglioni di Chasseurs Alpins, un reggimento blindato leggero, un reggimento del genio (il 2éme REG, proveniente dalla Legione Straniera) ed un reggimento d’artiglieria. Nel solo 2004, la 27éme BIM ha visto il proprio personale operare in Balcania, in Afghanistan, in Africa Centrale ed Occidentale, a Gibuti (ex Somalia francese) e nei Territori francesi d’oltremare, dall’Oceania all’America meridionale.

    Come ben sottolinea il dossier presentato dalla Confederazione Elvetica, ilcui iperspecializzato Centro di Competenza Servizio in Montagna di Andermatt irradia alpinità su tutti i reparti del piccolo esercito federale in trasformazione che oggi comprende tre Brigate da Montagna (a Bourg Saint Maurice, a Bellinzona ed a Coira), nuove minacce, tempi di istruzione sempre più brevi, risorse finanziarie in diminuzione, attrezzature hi tech e l’impiego fuori area per lunghi periodi hanno imposto, un po’ dovunque, una riconsiderazione dell’utilizzo delle Unità da Montagna in funzione del dispiegamento in un ambiente in parte alpino , ma non infrequentemente in terreni irregolari e di relativamente bassa quota, come fanteria leggera particolarmente adatta ad operazioni non propriamente convenzionali.

    Ma è l’addestramento sistematico alla vita di montagna e lo spirito, come ha concluso il col. Sergio Romaneschi, che sempre fanno e faranno la differenza .Concetto ripreso e ribadito con forza e convinzione dal nostro presidente nazionale Corrado Perona nell’intervento che ha chiuso i lavori assembleari. Sono orgoglioso , ha detto tra l’altro Perona, come Italiano e come Alpino, perché questo congresso ha avuto luogo in Italia. Era un evento atteso e desiderato, anche per la ricchezza di contenuti morali che recava con sé. E mi auguro che esso sia fonte di risultati positivi, di riverberi costruttivi nei rapporti con le Forze Armate dei nostri Paesi e di sviluppo per tutte le nostre associazioni e per tutti noi. Anzi, mi pare già di intravvedere alcuni di questi auspicati risultati, giacché ho sentito che c’è la possibilità di allargamento ad altri Stati, ad altre Associazioni, ad altri Soldati da Montagna. Spero che questo congresso abbia recato a tutti voi, a tutti noi voglia di continuare, di lavorare, di crescere insieme. E’ indispensabile pensare in termini di unione di popoli per vincere l’orrore che sembra circondarci da ogni parte. Abbiamo e lo sentiamo profondamente il dovere di proseguire tutti insieme e senza deflettere nella direzione che, venti anni fa, abbiamo liberamente intrapresa .


    Il logo dell’IFMS.