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Il notiziario del mio gruppo, 'La Casera', ha istituito una pagina innovativa di carattere medico, curata dal tenente medico alpino Rosario Falanga, nella considerazione che l'argomento è di elevato interesse per gli iscritti che, data la non più giovane età, devono essere messi al corrente dei probabili rischi futuri.
Ho avuto la soddisfazione di essere fermato da persone che desideravano
sapere come avere il nostro giornale: evidentemente la nostra iniziativa sta dando i suoi frutti.
Franco Tizianel Polcenigo (PN)
Complimenti per l'iniziativa e per la veste giornalistica del notiziario, addirittura
a colori; i fogli di gruppo sono la miglior dimostrazione del coraggio con il quale i direttori affrontano l'esigenza di far sapere, ovviamente a titolo volontario come è costume di tutta l'editoria alpina: credo sia un fenomeno unico al mondo.
Faccio parte del coro ANA di Bari. Il nostro maestro è Piero Polieri che ci ha trasmesso tanta grinta nelle sue interpretazioni da farci incidere un CD nel silenzio di una chiesa dalle 23 alle 3 del mattino, per cinque giorni consecutivi. È stata un'impresa per noi della Puglia, la cui collina raggiunge al massimo i 400 metri di altitudine. Ma ne è valsa la pena: ne siamo felicissimi.
Vincenzo Oriolo Bari
Dimostrazione chiara e lampante che l'alpinità non conosce nè latitudine nè... altitudine. Realtà confortante per tempi precari come gli attuali.
Ho trascorso le vacanze in Austria nella zona di Villach. Al termine di una passeggiata ci ristoriamo presso un Gasthof, tira un poco di vento; indossiamo le giacche a vento; sulla mia spicca il distintivo dell'ANA. La signora che gestisce il
rifugio lo vede e mi chiede: Alpino? .
Alla mia conferma accenna a un saluto militare e mi dice: Bravi alpini, bravissimi , e al momento di partire ci offre un grappino.
Elio Signorini Milano
L'episodio non costituisce novità, ma sapersi ricordati con simpatia anche all'estero fa veramente piacere.
Ho letto della penosa vicenda del sindaco di Taipana. Torna d'attualità un divertente episodio di cui sono stato attore e che ancora oggi mi fa sorridere. Nell'ottobre 1953, tenente effettivo di prima nomina, comandavo la 13ª batteria del Lanzo schierata proprio a Platischis (Esigenza Trieste).
Un giorno un artigliere se la prese in maniera violenta con il Padre Eterno. Volli punirlo, ma come, in quelle condizioni?Si era praticamente al fronte. Mi venne un'idea: gli ordinai di imparare a memoria il Credo ; dopo tre giorni, radunai la batteria e glielo feci recitare sull'attenti. Il caso volle che il parroco di Platischis passasse di lì proprio in quel momento: egli mi gratificò di un largo sorriso e di un amichevole gesto della mano. Da quel giorno, per due mesi di permanenza, la batteria ebbe le più calorose manifestazioni di simpatia da parte sua.
Ludovico Lombardi Lussemburgo
Mio caro e indimenticato scelto di Accademia, come sono cambiati i tempi! Immagina se lo facessi oggi: chi ti salverebbe dalle ire funeste di tanti garantisti in servizio permanente, cristiani e non?
Il 29 dicembre 2002 a Semmering (A) nella prova di slalom di Coppa del mondo, Nicole Gius, di Silandro (Bolzano), alpina al Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, è giunta terza.
È la prima volta che una ragazza/alpina sale sul podio in una competizione a livello mondiale.
Renato Angonese
In effetti Nicole ha centrato per prima, in assoluto, un così prestigioso obiettivo. Ora aspettiamo il primo posto.
Mio padre, Ugo Adolfo, artigliere da montagna e grande invalido di guerra è deceduto tre mesi fa all'età di 88 anni. Egli ha sempre ricevuto L'Alpino: ricevere e sfogliare il mensile è stato per lui veramente importante per sentirsi parte della grande famiglia degli alpini e affrontare con più spirito e forza le difficoltà della vita. Per questo sento il dovere di ringraziarla per il lavoro che svolge assieme a tutti i suoi collaboratori.
Emilio Giacomi Roma
Per noi della redazione sapere che L'Alpino porta, oltre che notizie anche conforto, è motivo di grande commozione. Siamo lieti di questi risultati.
La sera del 13 gennaio RAI 2 ha trasmesso un programma dal titolo Grande notte che ha infranto il limite tra buon gusto e TV spazzatura. Alcuni coristi, vestiti da alpini, hanno eseguito in modo canzonatorio gli inni di quattro partiti
accennando più volte a un riprovevole saluto militare e mantenendo un comportamento indecente. È stata una vergogna. Ho portato la divisa con onore e non accetto che venga così volgarmente denigrata da una televisione che dovrebbe trasmettere cultura e valori.
Michele Olivetti Lanzo Torinese
A breve distanza dallo sconcio del Montozzo (vedi lettere al direttore di gennaio) seconda esibizione della RAI che sa di spazzatura. Invocare i valori che una volta erano motivo di coesione per un popolo non è più di moda: si rischia di passare per nostalgici.
Non ci resta che far giungere a chi di dovere la nostra più profonda indignazione: ma con quale risultato, vista l'insensibilità di chi è nella famosa stanza dei bottoni?
Anome mio e di altri alpini che hanno fatto onore al nostro Corpo, le giungano i migliori auguri pregandola di ricordare pure noi che ci onoriamo di non aver tradito
la Patria l'otto settembre 1943, preferendo la deportazione in un lager.
Angelo Ferrero Alba
È mio dovere farlo e provvedo in questa sede: lei, in qualità di internato nei campi nazisti, ha il pieno diritto di affermare di aver mantenuto fede al giuramento all'Italia nel periodo più tragico della sua storia.
Ho avuto l'impressione che gli ex AUC della SMALP riescano scomodi all'ANA. Forse in alcune occasioni i sottotenenti (Sten) sono poco funzionali ai disegni dell'Associazione; ma, nel momento in cui non indossiamo più le stellette, dovremmo tenerci cara la non uniformità di pensiero. Gli alpini Sten sono un po' diversi dagli alpini soldato perché hanno vissuto l'esperienza militare in maniera diversa: gli uni a dare gli ordini, gli altri a eseguirli. Ci sono, è vero, elementi negativi fra noi, ma si tratta di eccezioni: la stragrande maggioranza è costituita da alpini, talché, una volta smessa la divisa, non ci sono più distinzioni di grado, si è tutti alpini. E allora perché rimarcare le differenze e appuntarvi il dito,
anziché accettarle, perché non dare un minimo di risalto a chi il nostro sentire alpino non lo ha dimenticato?
Filippo Rissotto
A me non sembra che l'ANA tenga in scarsa considerazione gli Sten; tu non tieni conto di quanto è stato scritto sulla nostra rivista in vostra difesa con articoli, in Zona franca, nelle lettere al direttore. L'ANA considera una delle peggiori jatture l'aver abolito la figura dell'ufficiale di complemento, una categoria che ha retto tre guerre di indipendenza, due guerre mondiali e tre avventure africane al fianco dei colleghi effettivi dei vari gradi.
Dire, poi, che essi non rientrano nei disegni dell'ANA significa non riconoscere al nostro presidente Parazzini (sten a sua volta!) il coraggio di aver affrontato a viso aperto i politici del passato e del presente.
Il tuo pregevole scritto trae origine anche dalla perplessità manifestata dal CDN circa lo sfilamento, in blocco a parte, degli Sten alle nostre Adunate: ma non è previsto che gruppi di alpini sfilino fuori dalle proprie sezioni anche se, lo riconosco, vedervi sfilare è un piacere per gli occhi, almeno per quelli di un vecchio militare quale io sono. Ma, sempre da vecchio militare, penso che i regolamenti vadano osservati.
Quanto al fatto che, smessa l'uniforme si è tutti alpini e basta, pienamente d'accordo: ma quello che ci rende veramente straordinari e che chiunque di noi, pur entrato in confidenza con quello che è stato suo superiore, non ne aprofitta ma mantiene con lui rapporti di costante rispetto.