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Mi chiamo Pasquale e vivo a Hamilton (Canada) dal 1961. Sono l’orgoglioso figlio di Antonio Di Perso, alpino classe 1913 di Brittoli (Pescara). Ricordo che mio padre mi raccontava sempre l’esperienza terribile della guerra, quando da Gorizia partì per l’Albania. Durante una notte di battaglia, il suo superiore morì tra le sue braccia.
In data 4 dicembre in occasione della festa di Santa Barbara e della Madonna di Loreto, l’Associazione Arma Aeronautica Sezione di La Spezia dopo aver partecipato ad una Messa in suffragio dei militari Caduti, assieme ad una rappresentanza di alpini del Gruppo Spezia Centro, ha partecipato ad un rancio alpino organizzato dal Gruppo e nel corso del convivio il presidente della Associazione Arma Aeronautica, gen. Sergio Cavanna, ha consegnato al Capogruppo di Spezia Centro la somma di € 750, da devolvere a favore dell’iniziativa presa dalla Sede Nazionale per i terremotati del Centro Italia.
Circa 25 anni fa da giovane carabiniere, mi ritrovai a prestare servizio in una piccola stazione dell’arma. Un giorno arrivò una lettera dal Ministero della Difesa. Sul Don durante gli scavi per la posa di un oleodotto furono trovati i resti dell’alpino Parodi. I poveri resti finalmente riposavano in un ossario dei Caduti.
Nella giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate italiane, si è svolto il ricevimento presso la Residenza dell’ambasciatore italiano in Slovacchia Roberto Martini, alla presenza di diverse autorità militari italiane e straniere. L’ambasciatore ha ricordato nel suo intervento, in italiano e in slovacco, le vittime del terremoto nel Centro Italia.
Ogni inverno, nelle piazze delle città d’Europa si possono ascoltare i canti dei cori natalizi. Anche le città del Nord Italia seguono questa tradizione, ma con un risvolto diverso. I cantori sostituiscono il costume natalizio con il segno distintivo degli alpini: il cappello. Sono soldati reclutati nei villaggi delle Alpi. E il repertorio di questi cori è diverso. Le canzoni di Natale sono sostituite da cante che raccontano la crudeltà della guerra. Questi canti alpini - e i soldati che li cantano - sono diventati parte dell’eredità culturale del Paese.
Mi definisco alpino, perché ho avuto il privilegio di servire il mio Paese nel 5º Alpini, btg. Tirano, 48º Assaltatori caserma Wachernel a Malles, Val Venosta, nel lontano 1979/1980. Stento a riconoscere il mio Paese, perché sono scomparsi valori importanti per poter convivere con tante persone, e sono emersi solamente interessi personali in tantissime persone, purtroppo per colpa di scelte insensate che sono state fatte nel nostro Paese in questi decenni.
Sono ormai sette anni che il Gruppo di Porto Ceresio organizza un incontro con i bambini della prima elementare della locale scuola Benigno Bossi. Anche quest’anno gli alpini hanno consegnato agli alunni il Tricolore, hanno cantato insieme a loro l’Inno d’Italia e recitato la Preghiera dell’Alpino: tre simboli che, insieme al nostro spirito di Corpo, contribuiscono a tenerci uniti.
La festa annuale del gruppo alpini di Fiume è stata l’occasione per riunire attorno al monumento ai Martiri delle Foibe di Pisogne (Brescia) gli alpini del Gruppo Fiume, sparsi in tutta Italia, gli amici del Gruppo alpini di Pisogne, quelli dell’Associazione Fanti, i rappresentanti fiumani dei bersaglieri e degli artiglieri e il sindaco del paese. Il Gruppo Fiume, intitolato a Mario Angheben è piccolo, ma attivissimo e gode di discreta salute
Vittorio Veneto è il capoluogo delle Prealpi Trevigiane, Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo impegno nella Resistenza, nota per la vittoriosa battaglia finale della Prima Guerra Mondiale. È nata nel 1866 dall’unione delle antiche città di Ceneda e Serravalle; al nome Vittorio, in onore del nuovo Re d’Italia, nel 1923 fu accostato il termine “Veneto”.
In occasione della 24ª Edizione della “Fiaccolata del Ricordo”, il Gruppo di Pietransieri, ha voluto realizzare un’opera nel giardino del Sacrario che ospita le vittime dell’eccidio nazista del 1943 (128 i Caduti, oltre 10 per scoppio di mine).
Ci sono molte persone che parlano di collaborazione, ci sono persone che si lamentano perché le cose non vengono fatte e ce ne sono altre, come quelle del Gruppo di Lago, che agiscono. A Revine Lago c’era, c’è e, per grazia ricevuta, ci sarà ancora per anni, un capitello che sorge in via Guglielmo Marconi, noto come il capitello di San Paolo.
Lo spiegamento di forze nel tentativo di portare soccorso alla popolazione e alleviare i disagi causati dall’eccezionale concomitanza dello sciame sismico e del maltempo è imponente. Dallo scorso 18 gennaio la Colonna mobile della Protezione Civile Ana è impegnata nell’assistenza alla popolazione nella provincia di Teramo. I volontari delle Sezioni Ana di Treviso, Padova, Bergamo, Como, Varese, Massa Carrara e Firenze sono all’opera a Castellalto e a Basciano che a causa delle abbondanti nevicate sono rimasti isolati. «Grazie alpini - ha ripetuto il sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco - perché non ci fate sentire soli».