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Ricordare chi ha combattuto. Ricordare il passato per costruire il futuro. Ricordare che 62mila penne nere partirono per la terribile Campagna di Russia e che soltanto 19mila fecero ritorno alle loro case e alle loro famiglie. Il senso del dovere come monito e insegnamento per le nuove generazioni. Queste le parole chiave per leggere il significato della cerimonia del 74º anniversario della battaglia di Nikolajewka organizzata dalla Sezione di Colico.
Vi sono luoghi che destano stupore e meraviglia, per il dolce paesaggio, per i gioielli d’arte, per le prelibatezze della cucina. Visitarli tocca il cuore. La Marca Trevigiana, conosciuta in passato come “Gioiosa et Amorosa” è uno di questi luoghi.
In una sorta di passaggio di testimone tra Cassano d’Adda (città natale del generale Perrucchetti e luogo in cui è sepolto) e Cuorgnè (città dove il Generale visse gli ultimi anni della sua vita e dove morì), si sono concluse le manifestazioni per il centenario della morte del “papà degli alpini” con una serie di eventi alpini che hanno trasformato Cuorgnè in “capitale” delle penne nere. All’interno del Teatro comunale è stata allestita la mostra con i disegni degli alunni delle scuole primarie del locale circolo didattico che avevano partecipato al concorso “La cartolina dell’Alpino”.
Si concluderà con l’Adunata del Piave la raccolta fondi organizzata da Fondazione di Comunità e dalle Sezioni di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto che a partire da gennaio di quest’anno hanno promosso il progetto “Sostieni la disabilità”.
L’Ana in collaborazione con le Truppe Alpine organizza una raccolta fondi per i terremotati del Centro Italia.
Nei giorni dell’Adunata saranno attivi a Treviso due punti di raccolta alla Cittadella Militare in viale Cairoli e allo stand di Trento in piazza Duomo, che esporranno il manifesto riportato nell’immagine allegata.
Le somme donate concorreranno a finanziare i quattro progetti che l’Associazione ha avviato ad Accumoli, Arquata del Tronto, Campotosto e Preci. Aiutateci ad aiutare!
Caro direttore sono figlia di un alpino della Julia, classe 1922, nonché reduce di Russia e partigiano a Marostica, moglie di artigliere alpino, madre di alpino trasmissioni e volontario di Protezione Civile con svariati dimostrabili interventi, avevamo anche due cani che con il figlio facevano ricerca persone scomparse. Non mi dilungo oltre.
In occasione della ricorrenza del 4 Novembre la Sezione di Casale Monferrato ha consegnato il premio “Il Milite… non più ignoto” alla scuola comunale di Frassinello per l’importante lavoro svolto e i brillanti risultati ottenuti nel concorso nazionale indetto dall’Ana e rivolto a tutte le scuole italiane.
Nelle giornate dedicate alla cerimonia solenne a Mondovì, per ricordare la Campagna di Russia, si è svolta una gara di sci di fondo organizzata dai Gruppi Alta Val Pesio (Sezione di Mondovì) e di Chiusa Pesio (Sezione di Cuneo).
Non ho ancora capito se ci sei o se ci fai. Rispondendo a quell’ingenuotto di Gian Paolo Cazzago che dice cose scontate, politicamente corrette (usando, come si dice ora, il linguaggio populista!). Non ti è passato per la testa che magari si senta in dovere di farlo con il cappello alpino perché con il nostro dire lo abbiamo educato male? A incominciare da te stesso quando, sulla stessa pagina, rispondi a Renato Dorna e, con il punto interrogativo, chiedi se fu tradimento.
Con grande emozione e un pizzico di orgoglio sono riuscito a far mettere a quel grande uomo e nostro papa Francesco il 5 marzo 2014 il mio cappello alpino. Quando sono nato nel 1946 sono stato tenuto a battesimo il 22 maggio da mio zio materno che si chiamava Savoia Francesco, da qui il mio nome, il quale come alpino fu coinvolto della sacca del Don a Nikolajewka.
Le scrivo per ringraziarla moltissimo per aver pubblicato la foto di nostro padre Francesco Molinelli su L’Alpino di settembre 2016, che commemorava il centenario delle battaglie per la conquista del Cauriol, avvenuta nell’agosto 1916.
A pensar male si fa peccato ma si indovina, diceva uno che la sapeva lunga. Correrò il rischio, perché mi sbaglierò di sicuro, ma il tono della tua risposta non mi piace per niente, e non solo per la excusatio non petita sul buonismo ecumenista, che è, evidentemente, un pessimo esordio.