Incredibile ma vero!

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    Caro direttore sono figlia di un alpino della Julia, classe 1922, nonché reduce di Russia e partigiano a Marostica, moglie di artigliere alpino, madre di alpino trasmissioni e volontario di Protezione Civile con svariati dimostrabili interventi, avevamo anche due cani che con il figlio facevano ricerca persone scomparse. Non mi dilungo oltre. 

     

    Voglio presentare anche a lei una situazione che anziché produrre la costruzione del ponte, può soltanto portare delusioni. Si tratta delle cerimonie funebri o altre similari dove gli alpini si trovano in Chiesa e alcuni parroci non vogliono che si dica la Preghiera dell’Alpino in quanto riporterebbe delle parole di guerra, ma si preferisce benedire in Chiesa le moto. Io non sono molto brava nelle parole, ma questi dinieghi non dovrebbero esserci e chi si trova a dirigere nella Chiesa dovrebbe mettere uno stop alla benedizione delle moto e dare invece sollievo a chi è mancato, nella cerimonia funebre, onorarlo con la Preghiera dell’Alpino e il canto “Signore delle Cime”. Come voi saprete la protezione civile è composta sicuramente da tante persone buone che aiutano le persone bisognose, ma soprattutto da alpini che hanno fatto la naja.

    Rosalina Seganfreddo

    Gentile Signora, non voglio fomentare la polemica. Ma ho una sola curiosità: quanto si raccoglie di elemosine con la benedizione delle moto?