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Gli alpini del Gruppo di Santena, fedeli al loro motto “Sempre prunt se a’ niè damamca” (sempre pronti se ce ne è bisogno), ha festeggiato il suo 85º anno di fondazione. Protagonista insieme alle tante penne nere c’era, immancabile, il grande tricolore a testimoniare l’amor di Patria. Due giorni vissuti intensamente, iniziati con la Messa per ricordare gli alpini del Gruppo “andati avanti”. Sono così ritornati in mente tanti volti, i vari aneddoti e i tanti sorrisi dei soci che con amicizia, impegno e lavoro hanno scritto la storia del Gruppo.

Si sono svolti a Selva i funerali di un nostro concittadino, alpino da più di 60 anni e socio fin dalla costituzione del Gruppo locale. Come da sempre, per onorare l’amico alpino e per significare la nostra vicinanza ai familiari, hanno partecipato un gruppo di alpini anche con gagliardetti. 

Diventare uomini

In riferimento alla lettera di Flavio Manfredi su L’Alpino di febbraio, nella quale si dichiara assolutamente contrario al ripristino della leva obbligatoria, posso immaginare che egli a suo tempo sia stato “volontario” o “firmaiolo” come si diceva ai miei tempi. Visto che negli anni ’90, come afferma lui, nelle caserme il clima era pessimo, la colpa non era da ascrivere a questi ragazzi, ma bensì, come ha già affermato lei direttore nel rispondere, a chi la disciplina la doveva fare osservare. 

Piste da Campioni

L’articolo di apertura della brochure di presentazione del campionato Ana di slalom gigante, è stato dedicato alla località che ha ospitato la competizione. “Abetone nido di aquile”, questo il titolo, è un omaggio al filmato d’epoca di Fosco Maraini nel quale le aquile erano rappresentate dai grandi campioni dello sci che in quelle parti erano nati e vivevano, come Zeno Colò, Vittorio Chierroni, Celina Seghi. 

A settembre 2013 gli alpini di Trento decisero di partire con il grande progetto di costruzione della “Casa dello Sport Tina Zuccoli” in quel di Rovereto Secchia, comune di Novi (Modena), uno dei paesi maggiormente colpiti dal terremoto del 2012. C’era tuttavia un’incognita: la costruzione sarebbe riuscita a diventare un centro di aggregazione utile a tutta la comunità? Oppure sarebbe stata solo una cattedrale nel deserto?

Da alcuni anni partecipo come relatore alla Giornata del Tricolore nelle classi terze della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) e da un paio di anni facciamo coincidere la giornata con la visita al Museo della nostra Sezione. 

Il 21º convegno della stampa alpina di Biella ha completato un percorso avviato nel 2015 e legato alla necessità di aprire un dialogo con i giovani per facilitare la trasmissione dei valori cari all’Ana e utili alla società. Due anni fa ci eravamo chiesti cosa il mondo alpino avesse da trasmettere ai giovani, mentre l’anno successivo ci siamo focalizzati su che cosa i giovani chiedono agli alpini. Il tema di quest’anno “Il servizio militare come fonte di sicurezza di sé” è stato sviluppato grazie ad uno stimolante dibattito, incoraggiato dal direttore de L’Alpino Bruno Fasani, dalla prof. Gabriella Colla che lavora al supporto dell’Autonomia scolastica presso l’Ufficio provinciale di Novara, dove coordina e promuove progetti sulla cittadinanza attiva, sull’educazione alla legalità, sull’alternanza scuolalavoro, e dal prof. Stefano Quaglia, dirigente dell’Ufficio scolastico Territoriale di Verona, accompagnato da tre giovani di 5ª scientifico: Riccardo Barbieri, Federica Genero e Laurens Lanzillo che hanno fatto toccare con mano la loro realtà e il loro pensiero. 

Sei anni fa le nipoti di don Antonio Segalla, cappellano militare del Morbegno, caduto in Russia il 23 gennaio 1943 nella battaglia di Warwarowka, hanno donato agli alpini e alla comunità di Chiuppano, dove nacque il 14 agosto 1907, la sua Medaglia d’Argento al Valor Militare. Un gesto per ricordare il desiderio espresso dalle nipoti che l’eredità religiosa, morale e umana dello zio resti ad esempio e ricordo per le generazioni future. 

Sul numero di gennaio de L’Alpino ho letto con piacere l’articolo del Capogruppo di Gorgonzola intitolato “L’espressione andare avanti”, che io condivido con molto piacere. Recentemente anche il parroco del mio paese l’ha fatta sua nel funerale di un nostro associato e noi presenti ci siamo commossi. Però le voglio far notare che c’è una parola nel gergo alpino che non so come descrivere da quanto mi è antipatica.

Riflessioni di un ateo

Le scrivo una breve riflessione sull’editoriale del numero di marzo. Innanzitutto chiarisco la mia posizione: sono iscritto all’Ana da qualche anno per aver una finestra sul mondo che circonda un’esperienza piacevole seppur faticosa e per dare un piccolo contributo allo spirito di quel vecchio giuramento a questa Patria spesso non troppo meritevole, ma che fu e rimane. Aggiungo una caratteristica importante per l’argomento in discussione, sono un ateo razionalista, quindi incommensurabilmente lontano da posizione fideiste o da religioni di qualsiasi tipo.

Gli alpini della Sezione Australia di Perth, hanno dato il benvenuto alla nave fregata Carabiniere, che resterà attraccata a Fremantle fino al 29 ottobre di quest’anno. Sono stati diversi i momenti di partecipazione e d’occasione di incontro a cui hanno presenziato anche console e vice ambasciatore, tra i quali la Messa celebrata dal vescovo sulla nave. 

Una giornata spettacolare sotto tutti i punti di vista. I monti dell’alta Valle di Susa, comunemente conosciuti come i monti della Luna, hanno vissuto uno dei momenti più belli degli ultimi anni. Un sole splendido, un cielo terso e dal blu intenso e poi loro, quei 1.128 uomini e donne tra alpini, artiglieri da montagna, genieri alpini, dragoni che lentamente e da vie diverse salivano al col Bousson a 2.155 metri di altezza. 

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Nato ad Aosta il 20 gennaio 1997 è dottore commercialista, iscritto anche all’albo degli esperti contabili della Valle d’Aosta e ha l’abilitazione alla professione...

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