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Nel corso dell’annuale raduno del Gruppo di Masone è stata consegnata la medaglia “Alpino d’oro” all’alpino Giovanni Belgrano che per ben 18 anni è stato Presidente della Sezione di Genova.
Ho letto ora la tua risposta a Sartor sul numero di aprile. Hai detto una cosa chiara e storicamente inequivocabile sul tradimento sì, tradimento no: a tradire fu l’Austria, sia per l’entrata in guerra non concordata contro la Serbia, ma anche per le acquisizioni territoriali avute che dovevano avere una compensazione concordata per l’Italia.
È il 18 giugno scorso. Con una mail essenziale, com’è nel suo stile, il direttore generale ci comunica che il giorno precedente il Papa ha dichiarato ufficialmente che il martirio di Teresio Olivelli, nel campo di concentramento di Hersbruck il 17 gennaio del 1945, è avvenuto in odio alla fede. Tradotto vuol dire che tra poco, non appena sarà concordata la data tra il Vaticano e la Diocesi di Vigevano, l’alpino Teresio Olivelli sarà proclamato ufficialmente Beato. Davanti a una notizia di questa portata, da giornalista mi chiedo quali possano essere le reazioni di un alpino.
Ci sono luoghi che sentiamo nostri più di altri. Oltre a ragioni storiche o geografiche, c’è senza dubbio una componente legata a un istinto naturale che non si può mettere a tacere. Accade quando si arriva alla rampa di gradoni che salgono al rifugio Contrin con il fiato corto strozzato dall’ultimo ripido tornante. La sud della Marmolada precipita sul pratone costellato di massi erratici, tra il Gran Vernel e la cima Ombretta occidentale, è la sorpresa preparata dalla natura. Un orizzonte inclinato, protagonista di imprese alpinistiche, teatro nella Grande Guerra, allegoria della storia alpina.
Nel gennaio scorso si sono riuniti per la prima volta i collaboratori del gruppo di lavoro Grecia- Albania (Commissione Russia- Grecia-Albania), costituito con lo scopo di localizzare le salme degli alpini della Julia sul Monte Golico e, di concerto con il Commissariato per le Onoranze ai Caduti e le autorità albanesi, di provvedere alla loro riesumazione avvalendosi dell’esperienza maturata in anni di ricerche da parte dei componenti la commissione: Guido Aviani Fulvio della Sezione di Cividale, Manuel Grotto della Sezione di Vicenza e Ilario Merlin, Presidente della Sezione di Pordenone che da oltre un decennio si recano in pellegrinaggio in Albania.
Ho letto l’editoriale di maggio sul Piave. È magnifico. Io non ho fatto il servizio militare e tanto meno l’alpino e se c’è una cosa per la quale provo invidia nei confronti dei miei amici alpini è proprio questa.
Se è vero che “fortuna audaces iuvat” chi - leggi Sezione Ana - a Belluno aveva scommesso su un’edizione da incorniciare del raduno della brigata Cadore ha avuto pienamente ragione. Infatti, arrivata alla quinta replica, dal 1999 ad oggi, la manifestazione è andata in scena sullo sfondo di un fine settimana baciato dal sole e confortato dal successo delle iniziative in calendario. Lasciato in eredità un libro di Ezzelino C. Dal Pont, che ha narrato la vita della Brigata dal 1953 al 1997, il raduno è partito con il botto venerdì 2 giugno.
I ragazzi in sala erano tutti emozionati. La loro brava insegnante, Stefania Giollo, nascondeva a stento la sua commozione e la soddisfazione. Un evento nuovo e imprevisto: la classe 5ª della scuola primaria G. Barbarigo di Liedolo ha vinto per l’anno 2016 il primo premio nella fase sezionale del concorso “Il milite… non più ignoto”, bandito dall’Associazione Nazionale Alpini.
Siamo freschi reduci dalla nostra Adunata nazionale, quest’anno tenutasi a Treviso, dove abbiamo vissuto momenti intensi di ricordo del Centenario della Grande Guerra, proprio lì nei luoghi dove dopo la rotta di Caporetto sul Grappa, sul Montello e sul Piave i nostri soldati e l’Italia intera seppero riscattarsi, dove per la prima volta gli italiani si sentirono uniti. Fu allora, io credo, che l’Italia divenne una nazione e che gli italiani acquisirono una propria identità di popolo.
Nemmeno sull’amena valle di Contrin è riuscito ad interrompere l’ormai – si può ben dire – lunga storia dei raduni nazionali che si svolgono da ben 34 anni presso l’omonimo complesso rifugistico in alta Val di Fassa, dedicato al compianto Franco Bertagnolli, Presidente nazionale Ana della ricostruzione del Friuli. Qualcuno certo all’ultimo ha deciso di desistere, rinunciando al sapore “eroico” d’una risalita a piedi sin sotto le pareti maestose del gran Vernèl e della regina delle Dolomiti - la Marmolada, con il cappello a far da grondaia.
Durante l’Assemblea dei Delegati della Sezione di Pordenone, il Presidente nazionale Sebastiano Favero è intervenuto per ricevere simbolicamente l’assegno di 60mila euro, frutto di una parte della raccolta dei 72 Gruppi della Sezione di Pordenone.
Allego le mie personali e ampiamente condivise osservazioni su quanto accaduto all’Adunata di Treviso nella serata di sabato che già dal mattino evidenziava gravi carenze sui treni delle FF.SS. vissute con molti disagi per accedere al centro storico.