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Romano Prodi, ai tempi del suo ultimo Governo, lanciò l’idea di rendere obbligatorio un servizio di sei mesi alla nazione. Civile o militare, a scelta dei giovani. La proposta, molto interessante, non ebbe seguito. Ora la ripropone Matteo Salvini (dopo che Renzi aveva auspicato un servizio civile obbligatorio) e io la condivido appieno, pur non essendo leghista. Il ripristino del servizio obbligatorio (civile o militare) non è un’idea di destra né di sinistra.
Nel gennaio scorso si sono riuniti per la prima volta i collaboratori del gruppo di lavoro Grecia- Albania (Commissione Russia- Grecia-Albania), costituito con lo scopo di localizzare le salme degli alpini della Julia sul Monte Golico e, di concerto con il Commissariato per le Onoranze ai Caduti e le autorità albanesi, di provvedere alla loro riesumazione avvalendosi dell’esperienza maturata in anni di ricerche da parte dei componenti la commissione: Guido Aviani Fulvio della Sezione di Cividale, Manuel Grotto della Sezione di Vicenza e Ilario Merlin, Presidente della Sezione di Pordenone che da oltre un decennio si recano in pellegrinaggio in Albania.
«Da quando sono parroco nel Duomo di Treviso, al sabato sera, non ho mai visto una chiesa così affollata». Con queste parole ha esordito don Giorgio, parroco del Duomo di Treviso, alla celebrazione della Santa Messa delle ore 18. La chiesa era piena come un uovo, come si vede in rare occasioni. Piena di alpini e famigliari di alpini.
I ragazzi in sala erano tutti emozionati. La loro brava insegnante, Stefania Giollo, nascondeva a stento la sua commozione e la soddisfazione. Un evento nuovo e imprevisto: la classe 5ª della scuola primaria G. Barbarigo di Liedolo ha vinto per l’anno 2016 il primo premio nella fase sezionale del concorso “Il milite… non più ignoto”, bandito dall’Associazione Nazionale Alpini.
È il 18 giugno scorso. Con una mail essenziale, com’è nel suo stile, il direttore generale ci comunica che il giorno precedente il Papa ha dichiarato ufficialmente che il martirio di Teresio Olivelli, nel campo di concentramento di Hersbruck il 17 gennaio del 1945, è avvenuto in odio alla fede. Tradotto vuol dire che tra poco, non appena sarà concordata la data tra il Vaticano e la Diocesi di Vigevano, l’alpino Teresio Olivelli sarà proclamato ufficialmente Beato. Davanti a una notizia di questa portata, da giornalista mi chiedo quali possano essere le reazioni di un alpino.
Ho letto l’editoriale di maggio sul Piave. È magnifico. Io non ho fatto il servizio militare e tanto meno l’alpino e se c’è una cosa per la quale provo invidia nei confronti dei miei amici alpini è proprio questa.
Sono stati mesi di grande impegno per il Consiglio Direttivo Nazionale, per il Presidente Sebastiano Favero e in particolare per la commissione Grandi Opere. Decine di sopralluoghi in Centro Italia, gli incontri con le amministrazioni comunali, con i tecnici e con i responsabili Ana per dar corpo ai quattro interventi, uno in ogni Regione colpita dall’ultima forte scossa che a inizio anno ha aggravato la già precaria situazione.
Durante l’Assemblea dei Delegati della Sezione di Pordenone, il Presidente nazionale Sebastiano Favero è intervenuto per ricevere simbolicamente l’assegno di 60mila euro, frutto di una parte della raccolta dei 72 Gruppi della Sezione di Pordenone.
Ho letto ora la tua risposta a Sartor sul numero di aprile. Hai detto una cosa chiara e storicamente inequivocabile sul tradimento sì, tradimento no: a tradire fu l’Austria, sia per l’entrata in guerra non concordata contro la Serbia, ma anche per le acquisizioni territoriali avute che dovevano avere una compensazione concordata per l’Italia.
Certamente l’Adunata ha visto ancora una volta una grande partecipazione, ma purtroppo devo segnalare che il disservizio inerente l’ammassamento persiste e non si vuole migliorare, nonostante le continue segnalazioni dai singoli partecipanti e dai Gruppi. Non si vuol capire che chi sfila ha raggiunto un’età considerevole - io stesso sono del 1939 - e si è afflitti da acciacchi più o meno gravi.
Allego le mie personali e ampiamente condivise osservazioni su quanto accaduto all’Adunata di Treviso nella serata di sabato che già dal mattino evidenziava gravi carenze sui treni delle FF.SS. vissute con molti disagi per accedere al centro storico.
Se è vero che “fortuna audaces iuvat” chi - leggi Sezione Ana - a Belluno aveva scommesso su un’edizione da incorniciare del raduno della brigata Cadore ha avuto pienamente ragione. Infatti, arrivata alla quinta replica, dal 1999 ad oggi, la manifestazione è andata in scena sullo sfondo di un fine settimana baciato dal sole e confortato dal successo delle iniziative in calendario. Lasciato in eredità un libro di Ezzelino C. Dal Pont, che ha narrato la vita della Brigata dal 1953 al 1997, il raduno è partito con il botto venerdì 2 giugno.