Una nota stonata

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    «Da quando sono parroco nel Duomo di Treviso, al sabato sera, non ho mai visto una chiesa così affollata». Con queste parole ha esordito don Giorgio, parroco del Duomo di Treviso, alla celebrazione della Santa Messa delle ore 18. La chiesa era piena come un uovo, come si vede in rare occasioni. Piena di alpini e famigliari di alpini.

     

    Mi permetta di fare due piccole premesse. La prima: alla visita di leva, nel 1953, sono stato assegnato al Corpo degli Alpini; per cause famigliari non ho partecipato alla ferma. La seconda: a casa conservo con devozione due cappelli alpini, uno di un mio fratello, sergente degli alpini, e uno di mio suocero, capitano, “andato avanti”. Fatte queste debite premesse, devo dire che ricevo regolarmente L’Alpino, di cui sono abbonato da anni. Ora vengo ai fatti che mi hanno spinto a scriverle queste considerazioni. Venerdì, 13 maggio, tornavo a Treviso con il treno proveniente da Vicenza. Lo scompartimento era pieno di persone e alpini, però da uno scompartimento provenivano voci, grida e bestemmie “recitate” da quattro giovani alpini. Ero veramente sconvolto e nauseato da questo spettacolo e mi ripromettevo di non partecipare alla manifestazione per non dare soddisfazione a questi maleducati. Ed ora ritorno alla Messa del sabato sera: nel Duomo c’era una partecipazione corale, nelle preghiere e nei canti, che mi ha fatto dimenticare il triste episodio del giorno prima per cui ho pensato bene di soprassedere e perdonare e ho seguito la sfilata dal mattino fino alle 21,40, quando è terminata la cerimonia con il passaggio della Bandiera dal sindaco di Treviso al sindaco di Trento, città che vedrà la 91º Adunata nazionale. Tutto questo sfogo, per confermare che nonostante qualche brutto episodio di qualcuno, c’è una massa veramente notevole di persone che è veramente ammirevole, pronta a dare il proprio aiuto gratuitamente. E questo è mettere in pratica il Vangelo. Sursum corda.

    Emanuele Bonaldo

    La Messa a Treviso ha costituito uno dei momenti più belli ed intensi dell’Adunata. Anche all’esterno c’era un clima di silenzio e raccoglimento che faceva davvero impressione. A margine di queste note positive, c’è poi il fenomeno che segnali tu, quello della bestemmia. Mi limito a dire che chi bestemmia è persona che rinuncia a ragionare. Ogni imprecazione è un modo per riempire lo spazio e i rapporti umani di nulla, impedendo al cervello di fare il suo lavoro.