Nabila, alpina musulmana

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    Alla risposta comparsa su L’Alpino di novembre relativa ad una giovane di religione musulmana entrata nelle Truppe alpine, aggiungerei, ancor prima dei santi valori dell’uguaglianza tra le persone (senza alcuna distinzione) e della tradizione cristiana, che c’è il valore della fratellanza degli alpini e lo spirito alpino che unisce tutti coloro che servono la nostra patria sotto il nostro cappello. Nabila è una penna nera, lo ha fatto per scelta, spero resti alpina, per sempre.

    Stefano G. Loffi Cremona

    Vorrei esprimere la mia opinione riguardo l’alpina musulmana. Condivido quasi nella totalità il tuo parere ma ci ricordiamo che i kamikaze dell’11 settembre erano perfettamente inseriti nella nostra società, persone rispettabili ecc.. Ci si può fidare di queste persone al punto di arruolarle nel nostro esercito?

    Fabrizio Marochino Western Australia

    Leggo con stupore le lettere polemiche sull’alpina musulmana e apprezzo molto la tua risposta. Uno dei fondatori del coro di cui faccio parte è stato, oltre cinquant’anni fa, un alpino di religione ebraica, praticante. Il coro partecipava alle messe di natale e ascoltava la preghiera dell’Alpino senza rinunciare ai suoi principi religiosi. Al suo funerale, officiato secondo il rito ebraico, la bara era sormontata dal cappello alpino.

    Leopoldo Gamberale presidente del Coro ANA Roma

    Mi fermo qui anche se le lettere sono sempre tante. Di segno opposto ovviamente. Qualcuno arriva a citare versetti del Corano, poco teneri nei confronti degli infedeli. Tutto questo non mi entusiasma, perché lo spazio a disposizione per rispondere mi consente solo battute, non approfondimenti. Ai tanti lettori che condividono quanto già scritto dico grazie, ai pochi che sono perplessi o decisamente contrari pongo alcune domande.

    L’alpinità, la solidarietà, il bisogno di difendere la civiltà cristiana sono espressione di profondi convincimenti o parole che suonano bene, rassicurano e ci fanno sentire brave persone? I Diritti dell’uomo e del cittadino, di cui appena qualche settimana fa c’è stato il 60º, sono la massima espressione di civiltà o dobbiamo riscriverli?

    È vero che ci sono stati Poitiers, 732 d.C., con l’arresto dell’espansione araba in Francia, le Crociate, Lepanto, i Turchi sotto le mura di Vienna nel 1683, le Torri Gemelle. Ma non per questo abbiamo smesso un solo istante a convogliare verso l’area della Mezzaluna montagne di petrodollari che le consentono di acquisire banche e aziende a livello mondiale, e a fornire armi e tecnologie pericolose anche a fanatici integralisti.

    Ora se una ragazza musulmana, orgogliosa della sua fede, con altrettanta fierezza entra a far parte dell’Esercito Italiano e porta il cappello alpino dobbiamo pensare che il mondo ci crolla addosso?Non potrebbe essere un segno di speranza?