‘Lo Giuro!’, come un tuono nel cuore della città murata

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    A Cittadella il giuramento delle reclute VFA dell’8º reggimento di stanza a Cividale del Friuli

    Cittadella, in provincia di Padova, questo splendido borgo medievale che conserva ancora parte del suo antico fascino, era imbandierata a festa, e al calar della sera i torrioni illuminati aggiungevano suggestione all’atmosfera di gioiosa attesa. La città aspettava gli alpini, e in particolare le reclute del 5º scaglione 2004 di volontari a ferma annuale (VFA) dell’8º reggimento di stanza a Cividale del Friuli, che due giorni dopo avrebbero prestato giuramento solenne. Alpini del locale gruppo guidato da Fulvio Brotto, in collaborazione con il presidente sezionale Gianni Todesco, il vice sindaco Giusepe Pan, alpino, l’amministrazione comunale, e poi i volontari della protezione civile sezionale, il vice comandante dell’8º, ten. col. Ziani, e il comando delle Truppe alpine lavoravano da giorni per preparare questo avvenimento, che pur essendo il momento più solenne nella vita d’un giovane militare si trasforma sempre in una grande e commovente festa vissuta con grande partecipazione non soltanto dalla sua famiglia ma dall’intera città nella quale si svolge.

    Grande attesa sin dal venerdì della vigilia, quando in piazza Luigi Pierobon, partigiano, medaglia d’Oro al Valor Militare, fucilato dai tedeschi nell’agosto del ’44, sono giunti i reparti per le prove generali: 140 reclute precedute da tre plotoni di anziani con la fanfara della brigata alpina Julia. Centinaia di cittadini non si sono persi lo spettacolo, e benché non ci fosse ancora nulla di ufficiale, ogni momento delle prove è stato sottolineato da applausi.
    La parte ufficiale è iniziata alle 18 dello stesso venerdì, con l’arrivo della Bandiera di Guerra dell’8º reggimento, uno dei più decorati dell’Esercito, scortata dal comandante colonnello Villi Lenzini e da un picchetto armato. Dopo l’ingresso da Porta Murata il gruppo bandiera ha raggiunto il centro della città vecchia dove, al monumento che ricorda i Caduti è stata deposta una corona. La stessa sera la fanfara si è esibita in un concerto concluso con le note del 33 e l’Inno di Mameli cantato da tutti.

    Sabato mattina la piazza era stracolma di cittadini e familiari delle reclute giunti da ogni parte d’Italia: bastava passare fra loro, ascoltare i loro discorsi per comprendere il loro stato d’animo e l’orgoglio di avere un figlio in divisa.
    Siamo arrivati da Pietrelcina, ieri, con tutta la famiglia, per stare vicini al nostro Lucio. Poi andremo all’Ossario di Asiago, dove è sepolto mio nonno, caduto durante la Grande Guerra. Non abbiamo mai pregato sulla sua tomba . E ancora: Siamo di Oristano. Stiamo vivendo giorni intensi, emozionati come nostro figlio Enrico .

    Al suono dell’Inno nazionale suonato dalla fanfara e cantato da tutta la piazza c’è stata la cerimonia dell’alzabandiera. Poi hanno fatto l’ingresso solenne con resa degli o­nori, per portarsi di fronte allo schieramento, il Gonfalone della città decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare, scortato dalla polizia municipale in alta uniforme, il nostro glorioso Labaro con il vice presidente nazionale vicario Vittorio Brunello e i consiglieri nazionali Alfonsino Ercole, Bruno Serafin e Dante Soravito De Franceschi, e infine la Bandiera di Guerra del reggimento.

    Il colonnello Lenzini ha ricordato alle reclute il significato di quel lo giuro che stavano per pronunciare, tanto più importante perché stavano per entrare nel corpo degli Alpini la cui storia è fatta di sacrifici, valori e atti di coraggio come quello dimostrato da Fabrizio Quattrocchi, assassinato brutalmente in Iraq, alpino della Taurinense. Lenzini ha ricordato che il servizio militare è un impegno nei riguardi della Nazione, che comporta anche quello di portare la pace in Paesi martoriati dalle guerre e dalla fame. E ha concluso con un pensiero ai Caduti della Julia e in particolare del reggimento: Siamo orgogliosi di voi .

    Poi l’attimo più atteso: la lettura della breve formula e il Lo Giuro! , che è sembrato un tuono, seguito da un lunghissimo applauso liberatorio accompagnato dalle note dell’Inno di Mameli.
    Dopo la preghiera dell’Alpino, letta dal cappellano della brigata, ha preso la parola il sindaco Massimo Bitonci. Siete l’orgoglio della nostra città, per il vostro impegno di alpini nella società e nel mondo , ha detto. Quindi ha consegnato simbolicamente a tre reclute un ricordo della città (che sarebbe andato anche a tutti gli altri alpini dello schieramento).

    Un saluto è stato portato anche dal comandante della brigata, generale Primicerj, il quale ha ricordato la figura della medaglia d’Oro Pierobon, al quale è dedicata la piazza, ha esortato i giovani alpini ad essere orgogliosi del cappello alpino e ha ringraziato gli alpini del gruppo e il sindaco per aver così intensamente voluto il giuramento delle reclute a Cittadella.
    Al rompete le righe, caduta l’ufficialità, c’è stato il grande abbraccio alle reclute dai familiari, un rinfresco sotto un grande tendone e al palazzo pretorio.
    Una festa che si è protratta a lungo, anche il giorno dopo quando alpini e familiari andavano ancora in giro per la città, salutati da grandi sorrisi dai cittadini. Quando si dice che gli italiani e gli alpini sono un tutt’uno, vogliamo dire proprio questo.