Lo giurate voi? Lo giuro!

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    In una Vicenza imbandierata il momento più solenne per 300 reclute del 7º e dell’8º Alpini.

     

     

    Un brivido ha percorso chi affollava Piazza dei Signori, a Vicenza, alla lettura della formula conclusa con l’attimo tanto atteso: ‘Lo giurate voi?’. ‘Lo giuro!’.
    Un brivido che non era per il freddo della mattinata inclemente interrotto dal lunghissimo applauso che s’è levato attorno alle trecento reclute, metà del 7º reggimento di Feltre e l’altra metà dell’8º alpini di Cividale, che davanti alla Bandiera di Guerra del reggimento avevano appena promesso rispondendo alla domanda dei rispettivi comandanti, il col. Maggian e il colonnello Lenzini di essere fedeli alla Patria. Un impegno solenne per quei giovani alpini dai visi che facevano tenerezza, e i cui lineamenti severi si sono sciolti al ‘rompete le righe’, quando sono corsi dai familiari che li hanno abbracciati e tenuti stretti, perché sapevano che quel figlio, fratello, fidanzato non era più il ragazzo ch’era partito due mesi prima, ma un alpino e che, di colpo, era diventato un uomo.
    E’ stata una cerimonia solenne fortemente voluta dal presidente della sezione di Vicenza Ruggero Rossato e dal sindaco Enrico H llweck e amaramente unica, perché quei 150 alpini del 7º sono gli ultimi VFA del reggimento, sono giovani che, avendo ricevuto la chiamata di leva, hanno optato per il servizio di ferma annuale. Dal 1º gennaio dell’anno prossimo, come è stato avventatamente deciso, la leva sarà sospesa, per usare un ipocrita eufemismo e quindi nessuno riceverà più la ‘cartolina precetto’ ma ci saranno soltanto volontari.
    La cerimonia aveva avuto un prologo la sera precedente, con l’arrivo della Bandiera di Guerra del 7º, scortata da una compagnia di formazione, che aveva attraversato il centro storico della città fino al Palazzo del Comune, fra due ali di folla che ha manifestato con molto calore l’affetto che lega questa città agli alpini. La serata si è conclusa alla Sala Palladio della Fiera con un concerto della Banda della Città di Vicenza seguito dal concerto della Fanfara della brigata alpina Julia. Al termine, le due fanfare hanno suonato l’Inno di Mameli, cantato dal pubblico in piedi e finito in un vero tripudio di applausi.
    Domenica mattina Vicenza sembrava tirata a festa. La perfetta organizzazione della sezione aveva predisposto posti tappa ai caselli dell’autostrada e lungo il percorso fino al centro della città, per indirizzare le centinaia di alpini e di parenti delle reclute che volevano presenziare alla cerimonia. Nonostante il grande afflusso, tutto si è svolto con assoluta regolarità, ed è doveroso darne conto per l’impegno profuso dagli alpini vicentini.
    Alle 11 in punto ha fatto il suo ingresso in piazza dei Signori la Fanfara, precedendo i reparti in armi. La piazza offriva un meraviglioso colpo d’occhio, con i suoi palazzi palladiani e gli alpini schierati, i 28 vessilli, 310 gagliardetti e i labari delle Associazioni d’Arma. Il nostro Labaro, scortato dal vice presidente nazionale vicario Luciano Cherobin con i consiglieri nazionali Vittorio Brunello, Alfonsino Ercole e il revisore dei conti nazionale Arrigo Cadore era al posto d’onore, davanti al palco, unitamente al Gonfalone della Città di Treviso decorato con due medaglie d’Oro al Valor Militare.
    Un accorato discorso riconducibile alla tradizione degli alpini è stato pronunciato dal sindaco H llweck. ‘Noi non abbiamo avuto bisogno di leggere sui libri la storia degli alpini ha esordito perché l’abbiamo appresa dai nostri genitori, dalle nostre famiglie’. Il sindaco aveva voluto sul palco anche sua madre, perché ‘lei, quand’ero ragazzo, è riuscita a farmi vedere l’immagine di lunghe file di alpini e di muli lungo i sentieri di montagna, a insegnarmi i loro canti. Gli alpini ha continuato il sindaco pur indossando una divisa non possono non essere visti come soldati di pace, hanno dato dignità alla loro divisa in tempo di guerra, danno oggi dignità alla loro divisa con le missioni all’estero nelle quali riversano la loro generosità. Siamo orgogliosi di loro, siamo grati a loro ha concluso H llweck Ed è per questo, per i forti legami con la città e il territorio che conferiamo la cittadinanza onoraria al 7º reggimento alpini. Da oggi ha detto alle reclute dell’8º e del 7º siete cittadini onorari di Vicenza’.
    E’ seguita la consegna della pergamena da parte del sindaco e delle chiavi della città da parte del presidente del consiglio comunale al comandante del reggimento, colonnello Edoardo Maggian.
    Il tenente generale Bruno Iob, comandante delle truppe alpine, nel ricordare che ‘quello di oggi è uno degli ultimi giuramenti che verranno effettuati dai nostri reparti in pubblico’, ha tuttavia precisato che ‘noi vogliamo continuare ad essere presenti tra la gente, e lo faremo in ogni modo: alla partenza o al rientro di un reparto da una missione o per la commemorazione di ricorrenze importanti’. Ed ha rivolto un saluto e un incitamento agli alpini che avevano appena giurato fedeltà all’Italia, manifestando gratitudine a loro e alle loro famiglie.
    La cerimonia era giunta al termine. Il colonnello Maggian e il colonnello Lenzini potevano ben sentirsi fieri dei loro alpini, non solo delle reclute ma anche di quelli che avevano fatto ala ai ‘bocia’.
    Sentimenti contrastanti hanno pervaso chi stava attorno a loro, al ‘rompete le righe’: gli alpini, non più reclute, hanno vissuto momenti di gioia con i loro familiari; quanti avevano partecipato a quel giuramento solenne così spettacolare si sono dispersi lentamente per le strade del centro per raggiungere l’auto al parcheggio, la stazione o il ristorante, prima della partenza. C’era anche un rinfresco ufficiale, ma se i lettori ci perdonano un riferimento tutto personale, il vostro cronista lo ha disertato, preferendo fare quattro passi con un vecchio e saggio amico e allontanarsi con lui da quella piazza che stava tornando all’aspetto di sempre e nella quale avevamo lasciato qualcosa che era parte di noi, inseguiti ancora dall’eco del grido di trecento ragazzi così seri, così solenni. Così alpini. (g.g.b.)

     

    (Foto Comando Truppe alpine)