La Taurinense a Kabul: bilancio di quattro mesi

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    La brigata in missione nell’ambito del Corpo d’Armata Nato di pronto intervento in Afghanistan.

    Sono trascorsi quasi quattro mesi da quando gli alpini della Taurinense sono in Afghanistan, a Kabul, punto di forza della brigata multinazionale comandata dal generale Claudio Graziano e composta da militari di ben 22 Paesi. L’affidamento della responsabilità di comando a guida italiana in queste delicate missioni di pace in territori sconvolti dalla guerra e non sempre prive di incognite è indicativo della considerazione guadagnata sul campo dai nostri militari che o­norano l’Italia. Essi aggiungono alla grande professionalità una umanità che li porta ad essere considerati indispensabili dalla stessa popolazione dei territori.

    La Brigata multinazionale Kabul (KMNB VIII) il cui impiego scadrà alla fine di gennaio concorre a supportare il governo afgano in attesa della proclamazione del risultato delle elezioni dello scorso 18 settembre e che culmineranno con l’elezione di circa 1300 candidati alla Loya Jirga, supremo consesso legislativo e consultivo del Paese, dalle quali ci si aspetta il consolidamento della fragile democrazia in Afghanistan.

    Il tema della sicurezza è emerso soprattutto nel periodo elettorale. Il 17 agosto si è ufficialmente aperta la campagna politica e si è conclusa il 15 settembre, mentre i ballottaggi per i 249 seggi nella Wolesi Jirga o Camera bassa (di cui 10 riservati ai Kuchi, nomadi, e almeno 68 alle donne) e per i Consigli provinciali (dai 9 ai 29 membri in ordine alla popolazione della provincia) si sono svolti il 18 settembre.

    I candidati sono stati 5.805 con una presenza femminile pari al 10 per cento. Gli scrutini si sono svolti dal 19 settembre al 9 ottobre: manca ancora (mentre andiamo in macchina con questo numero de L’Alpino) solo il risultato della Provincia di Kandahar. La comunicazione dei risultati definitivi avverrà tra pochi giorni.

    Il delicato compito dei militari italiani si inscrive nell’ambito della missione Nato Isaf (International Security Assistance Force) forte di circa 9 mila uomini di 36 Paesi, anch’essa a guida italiana. È iniziata lo scorso 4 agosto al comando del generale di Corpo d’Armata Mauro Del Vecchio che, su mandato delle Nazioni Unite, ha il delicato compito di sostenere la nascita di istituzioni democratiche in Afghanistan, dare assistenza ed aiuto alla riorganizzazione delle strutture di sicurezza dell’amministrazione, formare ed addestrare le forze di polizia locale e supportare i progetti di ricostruzione urbana, comprese scuole ed ospedali.

    La missione del Corpo d’Armata a guida italiana si concluderà nella tarda primavera, quando avrà il cambio da un altro contingente Nato. Sul piano strettamente militare, il Corpo d’Armato a guida italiana ha il compito di garantire la scurezza a Kabul e in una vasta zona del territorio. In questi quasi quattro mesi i soldati italiani alpini della Taurinense, rangers paracadutisti del Monte Cervino , e altri reparti del genio, delle trasmissioni e dei servizi , unitamente ai colleghi degli altri 23 contingenti inseriti nella brigata multinazionale, hanno effettuato più di 7.000 pattuglie, di cui circa 2.000 in collaborazione con la polizia locale ed una centinaio unitamente a reparti dell’esercito afgano. Uno dei compiti, oltre al controllo del territorio, è la ricerca di armi e munizioni e la raccolta di informazioni sul territorio.

    A queste attività, si aggiungono quelle svolte dal CIMIC (il servizio di cooperazione civile e militare), che si occupa di dare assistenza alla popolazione fornendo generi di prima necessità, assistenza sanitaria a bambini ed anziani per vaccinazioni e prevenzione delle malattie, nonché l’attività veterinaria di profilassi per le greggi nei villaggi. Per citare dei numeri, a 1.100 bambini sono state somministrate cure contro la Leishmaniosi; 9.000 paia di occhiali da vista sono stati donati a due importanti strutture ospedaliere di Kabul (il Wazir Akbar Khan Surgical Hospital e l’Ospedale Militare) in collaborazione con i Lions Club italiani; sono state arredate 14 classi con banchi, cattedre e lavagne nel villaggio di Famìlia Academìa unitamente alla realizzazione, nello stesso insediamento, di due pozzi d’acqua scavati a più di settanta metri di profondità; sono state aperte strade, costruito ponti, in particolare a Bandikhanek, ad Alho Khail, ad Arzan Qamet e per ultimo, ma non meno importante, due crocerossine al seguito della brigata Taurinense hanno tenuto un corso di infermieri, in un più vasto progetto per preparate centinaia di paramedici per le strutture sanitarie della capitale.

    La brigata ha infine inviato aiuti in alcuni villaggi confinanti pakistani nei giorni del devastante terremoto che ha colpito quella regione. Il riepilogo di questi quattro mesi di attività può essere sintetizzato in pochi numeri, che danno soltanto una idea dell’impegno profuso dai nostri militari e in particolare dai nostri alpini per proteggere e aiutare la popolazione. Le pattuglie che sorvegliano il territorio hanno percorso finora oltre 60mila chilometri, per l’aeroporto sono transitati 110 C 130 e 55 Antonov A124, sono stati sbarcati 290 automezzi, 230 container e movimentati tremila quintali di materiali.

    Importante anche l’aspetto umanitario della missione. All’ospedale della brigata sono stati curati 1.100 pazienti, 20 gli interventi presso i villaggi dove sono stati curati 600 bambini. BEN 170 gli orfanatrofi e gli ambulatori sottoposti a disinfezione. Anche i veterinari della brigata hanno avuto il loro daffare: hanno curato 5.000 capi di bestiame. Alla popolazione sono state distribuite migliaia di confezioni di riso, medicinali, vestiario; e infine giochi per bambini e materiale didattico. Presso l’orfanotrofio Hallandin, dove sono presenti circa 1.700 bambini, sono state ripristinate le strutture idrauliche inefficienti da quasi due anni (pozzo e pompa per acqua, acqua corrente, servizi igienici) e sono stati consegnati vari generi di conforto. Di cure particolari sono stati oggetto una quattordicenne e un bambino di 5 anni affetti da gravi patologie: entrambi hanno segnato sensibili miglioramenti.