La cronaca degli incontri di Costalovara e Ascoli.
Perona ai giovani: Siete una forza traente
Ad Ascoli, Milano e Vercelli gli altri incontri di Raggruppamento Un filo conduttore lega questi appuntamenti: la vitalità manifestata negli interventi, il grande rispetto per i veci , il grande desiderio di essere non più solo partecipi ma anche protagonisti della vita associativa.
Se il buon giorno si vede dal mattino, possiamo dire che gli incontri del presidente nazionale Corrado Perona con i giovani dei quattro raggruppamenti sono destinati al successo più insperato. Dopo la prima chiamata, nel marzo scorso, al teatro Dal Verme di Milano, c’è stato a fine ottobre l’incontro con i giovani del Triveneto. E’ avvenuto al Soggiorno alpino della nostra Associazione a Costalovara, sull’altopiano del Renon, la montagna che sovrasta Bolzano.
I giovani hanno dimostrato di avere un grande rispetto per i veci e un altrettanto forte desiderio di impegnarsi in prima persona nelle sezioni e nei gruppi, portando il loro contributo di entusiasmo e di proposte. Avranno una loro rappresentanza all’interno del raggruppamento, potranno formulare proposte, suggerire incontri. Avranno maggiori possibilità di dialogo anche a distanza grazie al tramite che è il portale informatico e lo stesso mensile L’Alpino. Quello che si è instaurato, in ogni raggruppamento fra loro e il presidente nazionale è stato sin dall’inizio un rapporto diretto, sulla stessa lunghezza d’onda, fra alpini: un dialogo che apre nuove, grandi prospettive per l’Associazione.
Sempre a Costalovara, si è svolta anche la riunione dei presidenti delle sezioni del Triveneto, presieduta dal vice presidente vicario Vittorio Brunello.
Ed ecco la cronaca dell’incontro con i giovani del Triveneto.
Noi consideriamo i giovani come un valore per la nostra Associazione ha esordito Perona davanti ai giovani, giunti da tutte le sezioni del Triveneto, che stipavano l’ampia sala dimostratasi ben presto troppo angusta per la grande affluenza, sopra ogni aspettativa. Il presidente ha accennato agli altri appuntamenti in programma entro la fine del mese successivo.
Dobbiamo uscire da questi incontri con dei contenuti , ha continuato, ed ha spiegato cosa si aspetta dai nuovi iscritti: una forza traente per il cammino dell’ANA. Ha proposto la formazione di un gruppo di lavoro all’interno di ogni singolo raggruppamento che sia a sua volta in collegamento con i gruppi degli altri raggruppamenti per scambiarsi le idee. Ha anche lanciato l’idea di una pagina sul portale ANA dedicata ai giovani; quanto al mensile associativo L’Alpino, darà conto di volta in volta delle varie iniziative, in modo che i giovani possano trovare un loro spazio sul giornale che è organo di informazione ma anche di comunicazione.
Infine, il prossimo convegno della stampa alpina sarà aperto anche ai rappresentanti di raggruppamento dei giovani: le esperienze fatte finora sono sempre state positive.
Perona ha anche indicato come dovrebbe essere composto il nucleo di lavoro all’interno del raggruppamento: tre, ma anche quattro delegati ai quali fare riferimento. Saranno questi portavoce a poter dire nei gruppi, nelle sezioni ma anche alla Sede nazionale Noi l’Associazione la vorremmo così, noi vorremmo che l’Associazione si occupasse di , nell’Associazione vorremmo occuparci di questo, piuttosto che di quell’altro . .
Le indicazioni ha detto ancora Perona dovete comunicarcele voi, dopo che avrete stabilito il da farsi all’interno del vostro raggruppamento . I tre rappresentanti di ogni raggruppamento saranno invitati alle riunioni periodiche dei presidenti di sezione. Ma c’è di più ha continuato Perona i vostri rappresentanti, quando ne sentiranno la necessità, potranno telefonarmi e chiedermi un incontro: dove, come e quando lo vedremo insieme. Ma desidero che i vostri portavoce possano comunicare con il presidente, con il comitato di presidenza e con il consiglio direttivo nazionale, affinché non si perda nulla delle vostre istanze e proposte .
Ci sono attività associative particolarmente rivolte ai giovani, come lo sport, il volontariato, la stessa protezione civile: sono ovviamente aperte ai giovani, ma anche altre attività che finora non hanno trovato spazio possono essere prese in considerazione. Inoltre i giovani, soprattutto al di fuori dell’ambito associativo, si incontrano con coetanei, molti hanno fatto il servizio militare negli alpini ma non sono iscritti: costoro, pur avendo fatto il servizio militare negli alpini, non conoscono l’ANA e quindi possono essere invitati a farne parte.
L’importanza di questa crescita ha detto ancora Perona la sentono soprattutto i capigruppo, figura importantissima nell’Associazione. Sostenete sempre il vostro capogruppo, siategli di aiuto. E, parimenti, ai capigruppo dico: responsabilizzate i giovani . Noi disponiamo di 4250 gruppi, con una presenza capillare sul territorio. Quindi il giovane sa che andando al gruppo farà nuove amicizie e troverà la possibilità di essere impiegato e avere soddisfazione per quello che fa.
Sulle idee è il pensiero ricorrente del presidente potremo sempre confrontarci. L’importante è avere una presenza massiccia di nuove leve. Perché non basta dire: che bello avere i giovani, l’importante è avere i giovani che contano! Noi dobbiamo ascoltare la vostra voce, l’Associazione ha detto il presidente scandendo le parole deve sentire la vostra presenza. Voi non dovete contare per una tessera ma per l’apporto delle vostre idee, perché il futuro dell’Associazione siete voi, non il vostro presidente. Io ho il compito di portare lo zaino, assieme al Consiglio nazionale, ma ho anche il compito di trasmettere a voi i valori, di confrontarmi con voi. Perché se trascuro una delle componenti più belle dell’Associazione, non farei il mio dovere. Ecco il significato della vostra presenza qui, un significato che va ben oltre il conforto morale, già di per sé importantissimo. Se non ci confrontassimo non costruiremmo nulla .
E, avviandosi alla conclusione: Sappiamo che il vostro tempo è poco, che dovete anche vivere la vostra gioventù. Ma se dedicherete all’Associazione un po’ del tempo che vi rimane, sarà importantissimo. Sappiate che da questo momento, all’interno del vostro raggruppamento avrete dei vostri portavoce che vi coordinano e che, se avete qualcosa da trasmettere, sia pur un mugugno, ci sarà chi vi ascolterà .
Noi non vogliamo fare una associazione nell’Associazione ha precisato ma vogliamo che una delle sue componenti abbia vita, prenda forma e sostanza e che prenda parte in forma globale alle esigenze associative. Sappiate che la vostra voce che sarà ascoltata in Consiglio nazionale .
L’ANA è nata sul sacrificio dei nostri padri, che ci hanno tramandato i loro valori. Dopo la seconda guerra mondiale l’Associazione si è costruita lavorando. Le altre Associazione ci dicono che siamo fortunati perché siamo uniti dal cappello. Ma sotto quel cappello c’è una testa, c’è un cuore! Oggi chiedono tutti di far protezione civile con i soldi in mano, noi abbiamo incominciato con la pala in mano, lavorando con le nostre mani. Qui si lavora, e gratis.
Lavoriamo perché crediamo nella nostra Associazione. E oi crediamo in voi, in voi riponiamo le nostre aspettative. Ma dobbiamo aiutarvi: ecco perché siamo qui oggi. Perché possiate avere un ruolo di primaria importanza . Perona ha aggiunto che per sostenere certe spese legate all’organizzazione dei vari nuclei di raggruppamento proporrà al CDN un fondo particolare, che dev’essere quantificato. Un lunghissimo applauso è stato tributato al presidente dai giovani, che hanno c
osì dimostrato di apprezzare e condividere le sue parole.
Poi sono iniziati gli interventi dei giovani, sempre molto precisi e nel segno. Perona ha risposto con parole che potrebbero sembrare rivoluzionarie se non fossero la dimostrazione di una condivisione delle attese di coloro che così diciamo sono il futuro della nostra Associazione.
Ha cominciato Davide De Piante, della sezione Palmanova. Vede di buon grado la proposta di creare dei punti di riferimento dei giovani all’interno delle sezioni ma si interroga su chi ascolterà, nei gruppi e nelle sezioni, la loro voce. E propone che in Consiglio nazionale ci sia qualche giovane che affianchi i veci . Pur non criticando, anzi!, coloro che in sezione si occupano di sport, protezione civile, interventi vari, lamenta che finora sia difficile entrare. Se è così dappertutto, sarebbe il caso che il CDN se ne occupasse, perché per esempio le attività sportive sono un grande richiamo per i giovani, specialmente se si creano nuove discipline, come il mountain bike, la maratona e il roller. Se proponiamo qualcosa di positivo, non diteci di no: proviamo! . Nello stesso settore della Protezione civile ci sono possibilità per i giovani: ognuno potrebbe fare ciò che gli piace fare. Io sono sommozzatore, se mi dicono di montare le tende, va bene, ma alla fine vorrei poter essere impiegato nella mia specialità .
Ivan Giovannini, capogruppo di Piné (sezione di Trento). Va benissimo che il capogruppo utilizzi il giovane che vuol dargli una mano; preferirei tuttavia che il capogruppo, che è tale da trent’anni, al momento del rinnovo delle cariche dicesse a un giovane: perché non fai tu il capogruppo?Il giovane lavorerebbe con grande spirito e con nuovo slancio, senza nulla togliere a chi ha lavorato per tanto tempo. Questo vale anche per la Sezione: non vedo perché non si possa avere dei consiglieri sezionali giovani, di 25 30 anni. Il tempo, quando c’è la passione e il coinvolgimento, si trova .
Manca un riciclo: magari il giovane viene anche impiegato dice Giovannini ma solo quando si tratta di organizzare la lotteria della cena. Io sono capogruppo da quattro anni, in questo tempo ho fatto cinquanta nuovi soci: sono stati gli stessi giovani a chiedermi di essere iscritti (applausi da tutta la sala). Giovanni Messineo (sezione di Gorizia) dice che è dura avere incarichi in sezione, che non ci sono i soldi per nuove iniziative e che gli ci sono voluti undici anni per diventare consigliere. Si chiede: con tutto il rispetto per i veci, quanta voglia hanno di lasciare il posto e concederci la possibilità di sbagliare?Lasciateci spazio , è stato il suo appello.
Nicola Stoppa, consigliere della sezione Vicenza, ha trovato capigruppo che sono in carica da trenta, quarant’anni a anche più. Che i giovani, purtroppo, non vengono ascoltati. Ha raccontato un episodio: qualche settimana prima il comandante del 7º, colonnello Maggian, aveva invitato i giovani della sezione di Belluno e di Vicenza a una marcia in montagna, sul Nevegal, assieme a trecento alpini in armi. Quanto costoro ci hanno visto hanno esclamato: Toh, i giovani! Come per dire: come mai?Era giovedì, avevamo tutti preso un giorno di ferie per poter partecipare. Questo per dire che quando ci chiamano noi rispondiamo. Dateci dunque la possibilità di esserci; Quindi quando la sezione, l’Associazione chiama, noi ci siamo. Quanto ha detto Beppe Parazzini Parazzini quattro anni fa, cioè di lasciare pure lo zaino a terra se uno è stanco, lo condividiamo. E Parazzini non voleva affatto dire di mettere da parte i veci o i reduci, anzi! .
Ilario Merlin, capogruppo di Morsano al Tagliamento, ha evidenziato il fatto che avevano preso dei capigruppo e un consigliere sezionale: Non è poi così tragica la cosa! , ha detto fiducioso. E poi ha fatto una proposta che è stata la dimostrazione di una lezione ben studiata e appresa. Ha ricordato il tributo di sangue degli alpini del Triveneto nei giorni terribili delle prima e seconda guerra mondiale. Ha lamentato che sul fronte greco albanese non ci sia nulla che ricordi i migliaia di alpini morti in quella terra. Ha ricordao che con altri tre giovani alpini ha portato il Tricolore sul Golico. Credetemi, li si trovano ancora corpi di caduti, ci sono le riservette quasi intatte, i colpi di mortaio inesplosi. Ho trovato una gavetta con ancora la scheggia che l’aveva forata: probabilmente l’alpino che stava mangiando fu ucciso dalla stessa bomba .
Ha infine proposto: così come abbiamo costruito un asilo a Rossosch, perché noi alpini del Triveneto ciascuno dei quali ha sicuramente in famiglia un Caduto in terra di Grecia o di Albania non facciamo qualcosa per ricordare questi nostri morti?In Grecia c’è ancora la casermetta dell’8º reggimento alpini, ridotta a catapecchia. Perché non facciamo qualcosa di nostro, di noi, giovani?Discutiamone a livello di CDN, parliamone con i gruppi del Triveneto. Sono stato al ponte di Perati: caro presidente, mi veniva da piangere, perché abbiamo dovuto tagliare arbusti e erbacce per fare un po’ di spazio e improvvisare un picchetto, in modo da rendere gli onori ai nostri Caduti e alle migliaia di morti della Julia .
Perona ha voluto rispondere subito a questi giovane, il cui intervento era stato così profondamente condiviso e lungamente applaudito. Il presidente ha ricordato che proprio al ponte di Perati, in Albania, c’è una chiesetta che il CDN voleva restaurare. Abbiamo interessato, attraverso diversi canali, le autorità del luogo: dopo tre anni di tentativi abbiamo dovuto rinunciare. Purtroppo in Albania le cose vanno come vanno. Ci sono poi altri problemi: le etnie, le religioni, ci sono gli ortodossi, gli islamici, i cattolici Insomma, la chiesetta restaurata sarebbe durata poco.
E così, abbiamo destinato i fondi preparati per l’Albania e li abbiamo investiti nella operazione Mozambico, una terra dove i nostri alpini di leva hanno compiuto una missione di pace, e abbiamo già iniziato i lavori. Resta però il problema Albania. Un mese fa abbiamo interessato il console greco a Milano e lo abbiamo incaricato di suggerirci qualcosa che nel suo Paese potesse ricordare il sacrificio di tanti nostri alpini . Ha lodato quindi la proposta di Merlin e il lungo applauso spontaneo che l’intera sala di giovani gli aveva tributato. Ed ha promesso che questa proposta dei giovani di rendere onore ai loro nonni sarà sostenuta in sede di Consiglio nazionale.
Sono quindi ripresi gli interventi dei giovani. Hanno parlato Pasquale D’Ambrosio, sezione Bolzano ( Non vogliamo mettere da parte i veci ma affiancarli, per imparare ); Giorgio Sartori, del gruppo di Castelnuovo del Garda , Verona ( Portiamo i nostri figli con noi, fra gli alpini: hanno bisogno di valori di riferimento ); Stefano Toscani, del gruppo di Malborghetto Valbruna, vice presidente della sezione di Udine ( Pur avendo un capogruppo anziano da noi ci sono molti giovani che sono trainanti, anche perché il nostro presidente di sezione è abbastanza giovane ).
Molto commovente l’intervento del paracadutista Luca Del Chin, della sezione di Belluno, ha ricordato il caporal maggiore Davide Casagrande, del battaglione Monte Cervino, morto in missione in Afghanistan. Tutti si sono alzati in piedi ed hanno applaudito. Vorrei ricordare che anche in tempo di pace gli alpini danno la loro vita per la pace e per la Patria . Altri interventi: Angelo Biz, della sezione Vittorio Veneto, racconta di aver costituito un nuovo gruppo e reclutato 80 nuovi soci. Propone che le cariche non superino i tre mandati ( Se i giovani si danno da fare, i vecchi daranno loro spazio ); Federico Tibaldo, della sezione di Vicenza, sollevando sorrisi e simpatia: Tenímoseli bôni, sti vecêti, parché se gh’é da lavorar, i s&eac
ute; i primi .
Dello stesso parere è Renzo Sossai, della sezione di Conegliano. Continuano Enrico Moro, di Valdobbiadene ( Portiamo con noi all’adunata chi non è iscritto, resterà con noi per sempre ) e Vittore Perruci, della sezione Valsesiana ( Credo che i giovani possano fare molto, partendo dal basso). Nelle brevi repliche, che riassumiamo, il consigliere nazionale Ivano Gentili, presidente della Commissione Grandi Opere dell’Associazione ha parlato dell’intervento che è in corso in Mozambico, nella regione in cui operarono i nostri alpini di leva, dieci anni fa, in quella che fu la nostra prima missione di pace multinazionale.
Il consigliere nazionale Sandro Rossi, presidente della sezione di Brescia, ha parlato dell’esperienza nelle scuole e del grande interesse che i giovani hanno avuto per il mondo alpino. Voi giovani ha aggiunto siete trainanti di altri giovani. Al distretto di Brescia si sono presentati 468 giovani per chiedere di essere arruolati Ecco perché dovrete essere proprio voi la nostra quinta colonna: dovete andare a scoprire i ragazzi che vogliono fare il servizio militare e indirizzarli nelle truppe alpine. Aiuterete in questo modo l’Associazione, ma aiuterete anche noi, che ci riteniamo veci , perché saremo sicuri che, lasciandovi il posto, la nostra Associazione continuerà a vivere .
A conclusione, il presidente nazionale Perona ha assicurato che durante gli incontri dei presidenti di sezione di raggruppamento ci saranno i rappresentanti dei giovani, i quali potranno inoltre contare sui consiglieri nazionali del territorio, che sono messi lì per lavorare , ed essendo sul posto possono essere un ottimo punto di riferimento. Per quanto riguarda il ricambio generazionale, Perona ha suggerito di affidarsi alla sensibilità alpina, perché dobbiamo riconoscere che anche se un capogruppo è lì da trenta, quarant’anni, in questo periodo ha dato molto all’Associazione e gli dobbiamo riconoscenza . Questo ricambio dovrebbe essere, caso mai, sentito. Ma attenzione ha precisato Non vorrei che succedesse anche a me quanto è accaduto al mio predecessore Beppe Parazzini che fu accusato di vilipendio dei reduci quando disse che, se c’è qualcuno non se la sente di continuare a portare lo zaino, lo può affidare a chi continuerà a portarlo anche per lui. Nessuna intenzione, dunque, di fare a meno dei veci e tanto meno dei reduci, che sono la nostra ricchezza.
Noi diciamo soltanto: l’Associazione deve cambiare passo, e il passo dovrà essere spedito altrimenti perderemo colpi. Non possiamo oberarci di impegni, non possiamo più concederci il lusso di tenere un piede in due scarpe: chi è capogruppo faccia il capogruppo, il presidente di sezione faccia il presidente di sezione, il consigliere nazionale faccia il consigliere nazionale. Non è possibile sommare le cariche, altrimenti copieremmo ciò che avviene nel mondo politico, dove spesso c’è un accentramento di mansioni . Infine, il presidente ha proposto che sin dall’adunata di Asiago i giovani studino qualcosa per sottolineare la loro presenza: uno striscione, per esempio, con un vostro gruppo all’inizio della sfilata. Poi potrete sfilare anche con la vostra sezione , ha aggiunto.
Ed ha sciolto la riunione dicendosi molto felice di questo primo incontro ravvicinato e fiducioso del futuro per l’entusiasmo, la serietà di intenzioni e per i valori alpini che i giovani hanno così ben espresso nei loro interventi. Il giro di contatti è continuato ad Ascoli con i giovani del 4º Raggruppamento (riportiamo il resoconto in queste stesse pagine), a Milano con i giovani del 2º Raggruppamento e a Vercelli con i giovani del 1º Raggruppamento. Di questi ultimi due daremo conto nel prossimo numero de L’Alpino. (g.g.b.)
Entusiasti dell’appartenenza al Corpo degli Alpini
E con un grande desiderio di operare che li ha subito spinti a lavorare insieme per organizzarsi all’interno del raggruppamento.
di Marcella Rossi Spadea
Tempi civili e militari in trasformazione: come costruire un futuro ANA ancora e sempre solido e solidale?Come far combaciare tradizione e progresso nel rispetto reciproco?Questo il senso del congresso giovani alpini del 4º raggruppamento tenutosi lo scorso novembre in Ascoli Piceno. L'appassionata disamina svolta dal presidente Corrado Perona, autentico ‘gutta cavat lapidem’, è sfociata in uno schema programmatico, valido per i quattro raggruppamenti, messo a punto per andare incontro alle istanze di ordine pratico dei giovani che potranno avere:
- una segreteria di riferimento presso la Sede nazionale con personale della sede stessa;
- un fondo economico (che dovrà ancora essere quantificato dal CDN) per far fronte alle spese dei vari portavoce di raggruppamento (trasferte operative, ecc.);
- adeguato spazio e visibilità sul portale informatico, con un pagina dedicata ai giovani;
- coinvolgimento del mensile associativo L’Alpino che si farà portavoce delle attività dei giovani dei quattro raggruppamenti.
In tal modo, si ridurranno le distanze fra sede nazionale e associati e fra gli associati stessi, realtà a tutt’oggi subita con rammarico da entrambe le parti. Giovane chiama giovane , ha detto Perona, ed ha proseguito: Il vivere associativo non può prescindere dai giovani; noi abbiamo la responsabilità di sostenervi nel vostro cammino nell’ANA, così come voi dovete dare la sveglia a chi, nell’associazione, si è un po’ appisolato. Il tutto nel reciproco rispetto
I numerosi presenti all'incontro hanno risposto con pari calore evidenziando attaccamento costruttivo al Corpo degli Alpini, maturità morale, desiderio di essere e non di apparire; hanno auspicato maggiore comunicativa fra anziani e giovani, dicendosi pronti ad assumersi responsabilità associative senza tuttavia costringere nessuno a mettere lo zaino a terra prima del tempo, anzi cercando una collaborazione con chi ha esperienza da vendere. Le proposte avanzate dai giovani all'Associazione sono state circostanziate e motivate; i ragazzi hanno chiesto un'offerta più forte della cultura della montagna, una più incisiva spinta educativa verso il senso di alpinità, una maggiore frequenza di manifestazioni culturali e sportive al Centro Sud ( un po’ di federalismo, insomma, che non privilegi sempre il nord ), un risolutivo e definitivo intervento laddove, ignorando le richieste soggettive, le reclute aspiranti ai ranghi alpini sono dirottate in tutt'altra direzione e infine la promozione del Corpo alpino nelle scuole e nelle stesse caserme.
Con lucidità e raziocinio hanno anche individuato le possibili cause che fanno ritardare o rifiutare l'iscrizione all'ANA (c’è una maggiore coscienza dei valori fondamentali solo quando l’età è più matura; il tempo assorbito più dal lavoro che dall’impegno sociale ). Con rispetto e determinatezza hanno fatto capire che gli obiettivi ANA saranno quelli di sempre anche se ammantati di imprescindibili, legittimi venti nuovi. Li abbiamo sentiti, questi giovani, entusiasti della propria appartenenza al Corpo, coerenti con le tradizioni, fermi nella ragione delle loro convinzioni.
E la dignità dei ‘veci’, ce ne siamo resi conto, è la medesima dignità dei ‘bocia’. Questi, come quelli, intendono la vita al pari di una scalata: arrivati a cima Uno, non si discende a valle ma si pianta la tenda e all'indomani, al cjante il gjal , si riparte per cima Due. Recepite e fatte proprie dunque le tradizioni storiche e etiche delle Penne Nere, siamo sicuri che i giovani Alpini s'impegneranno per unirle a quanto di v
ivace e fruttifero la loro freschezza mentale e il loro desiderio di operare per la crescita dell'ANA sono capaci di offrire.
Queste le positive premesse intraviste al convegno di Ascoli, al termine del quale i giovani, immemori dell'ora tarda e degli stomaci vuoti, hanno iniziato con entusiastica immediatezza a gettare le basi per il lavoro che li vedrà protagonisti. Abbiamo pertanto motivo di credere che quando questo amalgama di animi e di intenti sarà completamente miscelato, del ‘doman’ dell'ANA parafrasiamo la nota ballata vi sarà, oh se vi sarà, la certezza di sempre. E chi vuol esser lieto, sia. Fin da oggi.