La solidarietà dell’Ana

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    ul numero de L’Alpino di marzo leggo in calce all’articolo “Servizio Obbligatorio”, a firma Matteo Martin, il seguente trafiletto: “Qualcuno di chi ci governa si è mai chiesto come mai l’Ana è una delle realtà più attive nel mondo della solidarietà? E qualcuno si è mai chiesto come faccia ad elargire 70 milioni di euro in solidarietà ogni anno?”.

    Francamente me lo chiedo anch’io. Non ho nulla ovviamente contro elargizioni meritorie e perfino doverose se esistono risorse adeguate, ma per l’entità della cifra. Delle due l’una: si tratta di un banale errore che però andrebbe corretto per non generare confusione ed equivoci; la cifra è giusta, ma allora va spiegata, non solo precisando i destinatari delle elargizioni, ma soprattutto le fonti di queste ingenti risorse finanziarie. Mi sembrerebbe il minimo verso tutti gli iscritti all’Ana.

    Pietro Tosi Gruppo di Busto Arsizio, Sezione di Varese

    Tu solo sei così forestiero da non sapere queste cose? Perdonami caro Pietro la battuta. Queste somme non sono soldi che zampillano da qualche fontana magica. Sono soldi raccolti, ma poi sono materiale offerto gratuitamente per mettere in piedi tante cose. Sono infine l’equivalente di tutte le ore lavorative offerte gratuitamente dai tanti volontari alpini, nelle diverse necessità. Vedi, la verità è più semplice di quanto tu pensi.