La 'Preghiera'?Cos non va…

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    Nella preghiera dell’Alpino manca un accenno a qualcosa d’importante che oggi c’è: il volontariato. Propongo che, dopo le parole civiltà cristiana , venga messo: Aiutaci, o Signore, ad aiutare . So che mettere le mani alla preghiera è un’impresa grossa, ma le cinque parole di cui sopra assicurerebbero una conquista. Il volontariato puro è solo nostro. Via, tanto per cominciare, battaglioni e dentro sezioni. Resti nude rocce perché a noi ci piace , e stupido chi non capisce.

    Nilo Pes

    Mi scuso con Nilo perché ho veramente mutilato la sua lettera. Però il senso c’è ed è chiaro. La Preghiera dell’Alpino, nell’edizione della libretta, proprio non gli va. Da decenni, forse da mezzo secolo, conduce una tenace battaglia per cambiarla. Fino a poco tempo fa le sue artiglierie erano puntate su rendi forti le nostre armi , ora l’obiettivo si sposta su un altro fronte, ma i proiettili sono sempre dirompenti. È una persona amabile, un combattente davanti al quale ci si mette sull’attenti, ma non parliamogli della nostra preghiera. Gli sta di traverso. Dipendesse da lui, è da ritenere che cambierebbe qualcosa anche dei testi sacri della chiesa, dove qualcosa che richiama alla potenza e alla maestà regale c’è. Caro Nilo, rassegnati. A tantissimi alpini la preghiera piace così com’è, a prescindere dal significato delle parole, perché nella sostanza esprime quell’attaccamento profondo che ci lega alle montagne, alle mamme, alle spose, alla naja, alle tradizioni, e mette tutto sotto la protezione della Provvidenza. Se qualche espressione risente dell’usura del tempo, interpretiamola con l’intelligenza e la nobiltà dei sentimenti che hanno sempre animato gli alpini. Sulla disponibilità ad aiutare il prossimo non è il caso di insistere. Gli alpini, in congedo e in armi, lo fanno da un bel po’ di tempo, e quasi sempre col pudore di dirlo.