La memoria di tutti i Caduti

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    Per venerdì 8 maggio u.s. il cerimoniale dell’82ª Adunata nazionale di Latina prevedeva alle ore 14,30 la deposizione di una corona presso il cimitero dei Caduti Americani di Nettuno. L’iniziativa non poteva che considerarsi lodevole, direi anzi doverosa per un’Associazione d’Arma. La memoria per i Caduti costituisce un dogma, una regola di condotta, una massima inderogabile. A pochi chilometri di distanza da Nettuno, a Pomezia, sorge un altro cimitero di soldati Caduti. Giovani tedeschi, a stragrande maggioranza in età compresa fra i 18 e i 24 anni, che persero la vita combattendo nell’Italia centrale fra gli anni 1943 e 1945. In quel luogo della memoria ho cercato di collegare la mia visita alla cerimonia ufficiale e ho accostato le mie riflessioni a quanto auspicato dal nostro Capo dello Stato in occasione del 25 aprile: un processo di rappacificazione fra le parti. A Pomezia una corona di alloro non avrebbe guastato.

    Domenico Curletti Carmagnola (TO)

    Se la mettiamo sull’opportunità di una corona in più, nulla da eccepire. Se la tua lettera suona come un garbato richiamo al dogma del ricordo non mi ci trovo. Qualcuno in CDN aveva sostenuto che in occasione dell’adunata di Latina poteva bastare una sola corona a ricordo di tutti i Caduti. È prevalsa l’idea di deporne una anche al Cimitero Militare Americano di Nettuno e al Campo della Memoria, proprio per non discriminare i Caduti della Repubblica Sociale. Giovani vite da onorare, come quelle dei tedeschi del resto.

    Così facciamo da sempre: sull’Ortigara e sul Grappa con austriaci, ungheresi, sloveni, bosniaci, a Mittenwald con le Truppe da Montagna tedesche, a Rossosch con i russi e in tanti altri luoghi dove c’è un segno a ricordo della violenza della guerra. L’invito del Capo dello Stato fa piacere perché avvalora l’assenza di contrapposizione ideologica o distinguo nei confronti dei Caduti, da parte degli alpini.

    Pur avendo ognuno di noi una propria idea sulle responsabilità della guerra, lasciamo agli storici scrivere la storia, ai politici dire chi sta dalla parte giusta e chi da quella sbagliata, mentre ci adoperiamo, da sempre, a ricordare e a coltivare la pietà nei confronti di tutti quelli che hanno pagato con la vita l’adempimento di quello che per loro è stato considerato un dovere. Poi, i tempi di un’adunata non consentono di fare tutto quello che si vorrebbe.

    Pubblicato sul numero di giugno 2009 de L’Alpino.