La lunga vita dell'alpino Bruno

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    Mi trovo molto giù. Sto facendo una brutta fine. Mia moglie è bloccata a letto. Si vede solo dagli occhi che è viva. Ho affrontato tante difficoltà. Nella Grande Guerra morì mio padre, lasciando senza nessun aiuto mia madre e quattro figli. Il maggiore aveva sette anni. Si cominciò di nuovo con la guerra: ho fatto l’Albania, la Grecia e la Russia con la ritirata. Quello che abbiamo passato con il mio reggimento, 8º Alpini, divisione Julia e tanti altri, tutti lo sapete. Come numero non siamo tanti, ma molto affratellati, uniti, da veri alpini. Ho 96 anni, ma spero riabbracciare tutti. Viva l’Italia e saluti a Lei e a tutti gli alpini.

    Bruno Rosi

    Questa lettera, indirizzata al Comandante della Julia, e pervenuta in redazione tramite il col. Claudio Linda, testimonia in modo commovente l’attaccamento alla brigata e al Corpo degli alpini da parte di un combattente, nei confronti del quale la vita non è stata generosa. Bruno trova ancora un forte sostegno nella fraternità alpina. Fa stringere il cuore e riflettere sulla responsabilità che abbiamo di tenere alto il prestigio delle penne nere. Un augurio sincero da parte della famiglia dell’ANA, caro Bruno. Ti siamo vicini.