IVREA La tre giorni alpina di Pont Canavese

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    Pont Canavese, borgo a 30 chilometri ad ovest di Ivrea, ai piedi del Gran Paradiso, ha ospitato il 55º Convegno della Fraternità Alpina unitamente al 75º di fondazione del locale gruppo alpini.

    Erano presenti 100 alpini del gruppo e un migliaio della Sezione Ivrea e delle zone limitrofe, rinforzati dagli alpini del gemellato gruppo di Arcugnano Vicentino e una decina di Chasseurs Alpins di Annecy e altre parti della Savoia. La manifestazione era articolata in tre giorni. È iniziata il venerdì con il concerto dei cori ANA di Ivrea e Gran Paradiso di Pont. Nel corso della serata presentazione del libro Quanto ho pregato , diario della guerra 40 45 dell’alpino Luigi Baracco.

    Una specie di libro cuore in chiave tutta piemontese, ove il protagonista non è il bambino della ottocentesca scuola elementare di Torino, ma un bambino un po’ più grande, di circa 20 anni, che con tanti suoi coetanei ha frequentato altre scuole un po’ più tragiche che si chiamano fronte occidentale, campagna di Grecia, fronte russo: sino al Don, e ritorno.

    Baracco è stato fortunato e dopo sei anni e riuscito a tornare a casa. Non così altri bambini un po’ più grandi , che non sono più riusciti a vedere la mamma. Sabato 20 ottobre nella Sala Consiliare inaugurazione della mostra di foto e cimeli alpini con premiazione degli alunni delle elementari, 130 bambini con un piccolo tricolore nel pugno.

    Domenica 21 ottobre, sfilata per le vie del paese con le autorità, gli ospiti, la banda musicale, le bandiere, tra gli applausi calorosi dei Pontesi solitamente restii, da buoni montanari, ai facili entusiasmi. È seguito il momento più alto, con gli onori ai Caduti e la deposizione delle corone di alloro. Quindi la Messa, i discorsi ufficiali e poi tutti al pranzo a base di polenta e camoscio, il piatto tradizionale del convegno alpino. Più che di discorsi si è trattato di brevi saluti: del capo gruppo Alfredo Gea, cui va il maggior merito della manifestazione, che ha ricordato in particolare il 75º di fondazione del Gruppo; del Vice Sindaco per l’amministrazione comunale di Pont; del sindaco di Arcugnano; del colonnello Combepine, degli Chasseurs.

    Chi scrive ha fatto quindi un po’ la storia del convegno della fraternità alpina, geniale intuizione dell’allora segretario Cesare Bordet, istituito nel 1952 sulla scia della solidarietà sorta tra gli Alpini nei duri anni della prima e della seconda guerra mondiale. Fraternità poi uscita dall’ambito alpino per allargarsi a tutti coloro che vengono a trovarsi in condizioni di bisogno o per calamità naturali o per quella più grande calamità che è la guerra.

    Ha infine preso la parola il presidente nazionale Corrado Perona, che ha voluto sottolineare come la sezione di Ivrea non potesse trovare termine più adatto per questo convegno: la fraternità, che è il sentimento base del nostro essere alpini. Ha quindi definito ottima intuizione l’amicizia e gli incontri con gli Chasseurs, primo nucleo, anche in una prospettiva europea, di una più vasta amicizia tra tutte le truppe di montagna.

    Antonio Raucci