In cammino sui luoghi della memoria

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    Il percorso tracciato dal CDN sui sentieri della storia, a novant’anni dalla fine della Prima Guerra mondiale, non poteva trovare migliore scenario di quello offertoci dalla Sezione Carnica guidata dal presidente Umberto Taboga, nell’ambito delle celebrazioni per l’85º di fondazione, svoltesi dal 13 al 15 giugno a Paularo.

     

    Di solito il turista frettoloso percorre la strada del Tagliamento e si perde la bellezza delle numerose vallate che si aprono trasversalmente, come rami di un albero e che racchiudono l’anima di quella terra. L’ospitalità dei carnici è nota, i prodotti della terra e gli effetti benefici delle terme pure, ma quello che sfugge, se non si ha la pazienza di percorrere i sentieri immersi nel verde, di sostare nelle pievi, di scoprire cascate e sorgenti, è il fascino di un ambiente dove storia, tradizione, lingua si fondono in un’identità sorprendente e per certi versi commovente.

    Se a tutto questo aggiungiamo le testimonianze del primo conflitto mondiale sulle cime del Freikofel, del Pal Piccolo e del Pal Grande, dei cimiteri di guerra, del centenario della costituzione del battaglione Tolmezzo, il quadro si allarga e fa comprendere perché il Labaro, il presidente Corrado Perona con il Consiglio Direttivo al completo, il presidente sezionale Umberto Taboga, il comandante della Julia gen. Paolo Serra con fanfara e una compagnia dell’8º in armi, si sono incontrati per solennizzare memorie di uomini e di sacrifici, in una regione in cui tutto parla di alpini e del battaglione Tolmezzo, uno dei pochi reparti arrivato a 100 anni di vita.

    La cronaca comincia la sera di venerdì 13 con una cena a base di specialità locali presso la prestigiosa sede del gruppo di Villa Santina, accolti dal capogruppo Gianpietro Donada, presenti il sindaco, lo staff redazionale di Carnia alpina e tanti alpini. Sabato 14, a Paularo, base logistica per i convenuti alle manifestazioni, alle ore 9 precise alzabandiera e onore ai Caduti. A seguire, inizio dei lavori del Consiglio Direttivo Nazionale.

    Ci accoglie il sindaco Maurizio Vuerli nella sala consigliare con calorose parole di benvenuto e scambio di doni. L’ambiente è dominato da cinque grandi tele raffiguranti momenti della storia della comunità. Particolarmente significativa per la sua drammaticità quella relativa ad un rastrellamento subito ad opera dei tedeschi dopo l’8 settembre, che raffigura una lunga fila di uomini guardati da soldati con i fucili puntati ad altezza d’uomo e cani ringhianti, mentre madri, spose e figli assistono disperati all’esodo. Nel pomeriggio trasferimento a Timau per rendere omaggio ai Caduti del Tempio Ossario.

    La località è bella, immersa nel verde del fondovalle e vivacizzata da un’imponente sorgente che nasce poche centinaia di metri sopra, all’innesto di una parete rocciosa che svetta altissima. La costruzione in stile classicheggiante, bianca, non segue i moduli piuttosto cupi di tanti ossari sparsi nell’area pedemontana e si integra nell’ambiente grazie anche alle sue modeste dimensioni. Ad accogliere i convenuti è il comandante della Julia gen. Paolo Serra, il comandante del battaglione Tolmezzo ten. col. Salvatore Paolo Radizza, parecchi ufficiali, la fanfara e una compagnia dell’8º con il comandante del rgt. col. Luca Covelli. Si schierano il Labaro con il CDN, il Gonfalone di Paluzza con il sindaco Aulo Maieron, vessilli, gagliardetti e numerosi alpini.

    L’alzabandiera e gli onori ai Caduti, nel silenzio di una valle dove solo lo scorrere dell’acqua è vita, toccano i sentimenti profondi che ci legano alla memoria di tanti ragazzi che su quelle montagne hanno patito freddo, fame, paura e non tutti sono tornati. In quel Tempio, dietro una lapide dimessa, riposa anche Maria Plozner Mentil, eroica portatrice carnica. Fu una delle tante donne che, allenate alle fatiche dei campi, in tempo di guerra e di pace abituate a tira’ su famèe da sole, si caricavano sulle spalle pane e generi di conforto per gli uomini in trincea. Fatica e rischi, più di una è caduta sul campo e tra queste anche una ragazza di 16 anni colpita da un cecchino, non fermavano queste straordinarie portatrici.

    A Maria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Unica dell’universo rosa ad avere inoltre l’onore di una caserma, neanche a dirlo del battaglione Tolmezzo, intitolata al suo nome. Ed è proprio in onore di questo reparto che verso le ore 17 in municipio a Paluzza il sindaco, il presidente Corrado Perona, il CDN e il gen. Paolo Serra, alpini e autorità nazionali e locali si sono incontrati per celebrare il centenario. Subito dopo nell’ampia piazza antistante la sede del governo cittadino la fanfara della Julia si è esibita in un apprezzato carosello. Sono seguiti gli interventi, a cominciare dal primo cittadino che ha ricordato i fatti d’arme svoltisi sulla cresta di quei monti ancor oggi lì a segnare il confine con l’Austria e la presenza di tanti giovani nella caserma Plozner Mentil fino a qualche decennio fa. Gente semplice anche nell’eroismo, in un’Italia che oggi difficilmente trova generosità e altruismo .

    Perona ha esordito con una confidenza dell’on. Manuela Di Centa, campionessa di fondo di straordinario talento, presente alla cerimonia: mi allenavo sui sentieri dov’era passata mia nonna con la gerla di viveri da portare ai soldati e lì ho tratto la forza che mi ha consentito di ottenere i successi più importanti. E ricordando il programma dell’ANA per il 90º della fine della Grande Guerra che vuole ripercorrere i sentieri della storia il presidente ha ribadito che c’è da parte degli alpini la volontà di recuperare per l’Italia i valori trasmessi da quegli uomini e da quelle donne .

    Il gen. Serra ha ribadito che la memoria di chi ci ha preceduto è importante per tracciare il cammino da percorrere e che, quando con i suoi uomini l’autunno prossimo prenderà il comando ad Herat, in Afghanistan, l’esempio dei padri sarà per tutti un riferimento fondamentale. Nel rientro a Paularo, dove il capogruppo Ennio Blanzan aveva preparato una generosa cena per tutti i convenuti a base di prodotti tipici, breve sosta ad Arta Terme, accolti dal sindaco e dal Corpo Bandistico di Sutrio. A Paluzza nel frattempo era stata organizzata una serata scarpona dal battaglione Tolmezzo con il coro Soreghina .

    La mattina del 15 giugno il gen. Serra con un picchetto armato, numerosi suoi ufficiali, il presidente Perona, e il presidente sezionale Umberto Tagoba, i consiglieri nazionali e tanti alpini attaccano la mulattiera che dai Laghetti di Timau porta alla Cappella del Pal Piccolo: poco meno di 400 metri di dislivello senza momenti di respiro. Si sale agevolmente finché, finalmente, si intravvede il profilo della bella facciata della chiesetta del Pal Piccolo.

    È abbastanza defilata allo sguardo, ai tiri dell’artiglieria e circondata da un’ampia radura verde che esalta il bianco della facciata in pietra, opera di abili scalpellini. Breve tragitto del Labaro che fa il suo ingresso all’interno di un emiciclo formato dalla folla, posizionandosi poco lontano dall’altare. Picchetto schierato, vessilli (una ventina) e gagliardetti (una quarantina) al vento si procede all’alzabandiera. Messa al campo e onori ai Caduti nel piccolo cimitero nascosto tra gli alti pini ad una cinquantina di metri dalla cappella.

    Quattro stele e un piccolo obelisco riportano lunghe liste di nomi e un po’ in disparte, di dimensioni più contenute, una croce nera austriaca ricorda che lassù sono morti anche tanti giovani del fronte opposto. Prende la parola il presidente Umberto Taboga, per ricordare come 41 mesi di guerra siano costati all’Italia 680.000 morti e oggi, in un’Europa unita, abbiamo solo il dovere di rendere loro testimonianza impegnandoci affinché non ci siano più guerre. Anche il sindaco di Paluzza, Aulo Maieron, ribadisce che i luoghi della memoria sono oggi messaggio di pace.

    Il gen. Paolo Serra ringrazia per la partecipazione così
    qualificata alla celebrazione dei 100 anni del Tolmezzo e si dice sicuro che i giovani presenti alla cerimonia, assieme ai loro commilitoni impegnati fra pochi mesi in Afghanistan, si faranno onore nel ricordo delle grandi tradizioni delle penne nere. Corrado Perona ha esordito con le prime strofe di Stelutis alpinis per dire che la memoria ha profonde radici e che se perdessimo il legame con le nostre origini non saremmo più alpini. Con il 90º dalla fine di una guerra sconvolgente ha aggiunto ci troviamo spesso assieme ai rappresentanti delle associazioni d’arma austriache: è giusto così, perché i nostri padri non hanno mai odiato i loro avversari. Questi pellegrinaggi sui luoghi della storia fanno capire il bisogno che abbiamo di unità .

    E dopo aver augurato buon compleanno alla Sezione Carnica e al Tolmezzo ha concluso: In montagna non c’è fango . In rappresentanza dell’ÖKB l’Obmann Engelbert Sommerbauer ha portato il saluto e i ringraziamenti delle associazioni d’arma austriache, ribadendo la fraternità che oggi caratterizza i rapporti tra i nostri popoli. La cerimonia, dopo il trasferimento alla cappella del Pal Grande, si conclude con la deposizione di una corona e la consegna di una bella immagine della Madonna della Neve da custodire in quel luogo sacro. Intanto da tre sommità che contornano Pal Grande e Pal Piccolo gli alpini in armi fanno salire in alto delle fumate tricolori.

    Vittorio Brunello