Il tenente Rolandi

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    Nella rubrica Lettere al Direttore de L Alpino di dicembre appare in grassetto un titolo a noi tanto caro: il Tenente Rolandi . Alla lettera dell alpino Notardonato, la redazione di Sempre Alpin della sezione di Savona, cui il Rolandi è iscritto dalla ricostituzione, vuole fare una doverosa precisazione. Forse l articolo di marzo su L Alpino è stato letto troppo frettolosamente, e per una imprecisione può aver portato a trarre errate conclusioni e a scrivere quella lettera che tanta amarezza ha causato al Rolandi e a quanti conoscono la sua rettitudine. Sarebbe stato sufficiente informarsi presso il Rolandi o la sezione. Il sottotenente Rolandi non ha mai millantato nulla, vedasi il libro che ha scritto con l alpino Ciarelli, capogruppo di Isola del Gran Sasso Avrai tempo a rimpiangere i tuoi vent anni . Nel libro è chiarito che per una fortunata coincidenza il sottotenente Rolandi non ha preso parte alla battaglia di Selenyj Jar ed alla tragica ritirata, in quanto, come era prassi, gli studenti universitari usufruivano a turno di un mese di licenza per sostenere gli esami, e a lui, per sorte, toccò di rientrare poco prima di quei funesti eventi. È vero che è stato sul Don con il battaglione L Aquila di cui oggi è l unico ufficiale reduce di Russia vivente. In quel battaglione è rientrato poi a Sulmona con Prisco, con il quale ha condiviso per tutta la vita una fraterna frequentazione, e vi rimasero in forza fino all 8 settembre 1943. È giusto precisare, anche all alpino Notardonato, che gli ufficiali del battaglione L Aquila rientrati dalla Russia oltre a Prisco, Fossati, Vitalesta e come visto Rolandi, sono stati anche quelli che erano in prigionia o rientrati dal fronte nei giorni precedenti alla ritirata per congelamenti, ferite o altri motivi. Per dovere di chiarezza. La redazione di Sempre Alpin della Sezione di Savona Pubblicato sul numero di gennaio 2009 de L’Alpino.