Il sacrario di Redipuglia

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    Nel periodo estivo sono passato a visitare il sacrario di Redipuglia e man mano che percorrevo le scalinate mi è salita una profonda amarezza per come, a mio parere naturalmente, è vissuto quel luogo di ricordo. Non vi è possibilità di un fiore, i pennoni non hanno le bandiere, non c è un picchetto d onore militare, la chiesetta chiusa non consente una preghiera, le lapidi sono un po troppo cariche di retorica. Non sarebbe meglio che fossero lo spunto per far meditare sull orrore della guerra e che il ricordo di tanti giovani morti in modo così terribile stimolasse maggiormente il rispetto fra gli uomini? Ivo Bellodi Arona (NO) È vero, i luoghi sacri della memoria sono spesso abbandonati all incuria, o se vogliamo essere generosi, oggetto di scarsa attenzione. Certo non possiamo cambiarne la concezione urbanistica, che è frutto di un epoca. Possiamo però sollecitare le autorità preposte a considerarli testimonianze insostituibili per educare i giovani e anche i meno giovani alla conoscenza delle ragioni che hanno provocato i conflitti. Da lì nascerebbe senz altro un maggior rispetto fra gli uomini . Pubblicato sul numero di gennaio 2009 de L’Alpino.