Il gen. Reverberi visto da un reduce

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    Una testimonianza umana e storica di eccezionale significato per valutare la caratura morale del generale Reverberi, comandante della divisione Tridentina nel corso della campagna di Russia ci arriva da un reduce di quella tragica campagna, emigrato in Francia, a Sollies Pont, sessant’anni fa. Si tratta di Marco Beraldin, iscritto al Gruppo di Santa Croce, sezione di Bassano del Grappa, che dopo aver letto l’articolo sulla manifestazione di Reggio Emilia, apparso nel numero di marzo del nostro mensile, ha avuto un balzo al cuore e con le lacrime agli occhi racconta: Eravamo accampati vicino al laghetto di Varna a Bressanone e, dopo catturati, ci portarono in una caserma di fanteria, il 10 settembre 1943. Riuniti in cortile, arrivò il gen. Reverberi, in macchina, accompagnato da un sott’ufficiale tedesco e sceso, venne fra noi, chiedendoci se avessimo visto il suo attendente! No, rispondemmo. Aveva le lacrime agli occhi! Sì, abbiamo visto il generale Reverberi con le lacrime agli occhi. E ci disse: Vi avevo promesso di portarvi fuori anche da questa sacca, ma purtroppo… E partì . Il comandante, che con il suo carisma aveva saputo trascinare i reparti della Tridentina all’ultimo assalto e rompere l’accerchiamento di Nikolajewka, si trovava impotente ad aiutare i suoi uomini, nel momento più difficile della storia d’Italia. Scortato da un sottufficiale tedesco si mostrava sopraffatto da eventi in cui il suo valore di soldato non contava più nulla.

    Marco Beraldin Sollies Pont