Il gen. Bruno Petti nuovo comandante degli Alpini

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    Martedì 5 febbraio, caserma Ottone Huber di Bolzano, ore 10,30. La giornata che si annunciava all’insegna di grossi nuvoloni scuri, pian piano si apre al sole e regala una giornata primaverile ai numerosi alpini in congedo, alla fanfara della Taurinense, al reggimento di formazione che stanno schierandosi nell’ampio cortile per la cerimonia del cambio di comando delle Truppe Alpine tra il gen. di C.A. Armando Novelli e il generale di Divisione, con terza stelletta funzionale, Bruno Petti.

    Dopo un piacevole carosello con repertorio jazz eseguito magistralmente dalla fanfara, reparti sull’attenti, entrano gagliardetti, vessilli, gonfaloni cittadini, e il Labaro dell’A.N.A., scortato dal presidente Corrado Perona, dal vice presidente Alessandro Rossi, e dai consiglieri nazionali Sivio Botter, Antonio Cason, Alfredo Nebiolo, Sebastiano Favero, Paolo Frizzi, e dai revisori dei conti Arrigo Cadore e Ildo Baiesi. Alle note dell’inno nazionale fa ingresso la Bandiera di guerra del 4º Rgt. Alpini paracadutisti e subito dopo il gen. C.A. Bruno Iob, comandante delle Forze Operative Terrestri, accompagnato dai generali Novelli e Petti.

    La cerimonia del passaggio delle consegne è all’insegna dell’essenzialità. Prende la parola il gen. Novelli per ringraziare le autorità civili, le associazioni combattentistiche e d’arma, la Croce Rossa, l’ANA con il presidente Corrado Perona e soprattutto i reparti con i loro ufficiali e sottufficiali, di cui si dichiara orgoglioso nella sua qualità di comandante. Gli Alpini ha detto hanno reso esaltante quest’ultimo mio periodo di comando, svolto in quella specialità che tutti gli Italiani amano e che è la mia da sempre . Si è detto particolarmente soddisfatto della 60ª edizione dei Campionati sciistici CaSTA, momenti di sport e di fatica, di cameratismo e di festa.

    Riportando il pensiero del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Di Paola, nella giornata conclusiva: Nel complesso delle missioni internazionali…i reparti alpini hanno fornito e continuano a fornire un apporto di particolare rilievo, spesso determinante . Ed ha elencato le missioni in Afghanistan, Kosovo, con gli impegni ad alto livello di comando ONU e NATO dei generali Graziano in Libano, Primicerj, Macor, Bonato in Afghanistan .

    Infine, rivolgendosi agli alpini in congedo: Ho sentito la vicinanza e l’affetto dell’Associazione Nazionale Alpini… mi avete dimostrato di essere una risorsa insostituibile per la nostra società… e anche per noi…Grazie amico Corrado Perona . Il gen. Petti, assente da Bolzano da quattordici anni, non nasconde la sua soddisfazione di rientrare in città in veste di comandante delle Truppe Alpine. Ringrazia il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Castagnetti per la fiducia e la stima che gli ha testimoniato affidandogli un compito così importante e riserva parole di amicizia per la nostra associazione e per il presidente Perona.

    Rivolge un pensiero deferente alla Bandiera di guerra, davanti alla quale ha giurato fedeltà alla Repubblica e coglie l’occasione per salutare il 2º e 7º Rgt. alpini impegnati in teatri operativi, esposti a rischi e a disagi non indifferenti. Il suo pensiero va anche agli alpini che in tanti anni hanno fatto cordata con lui, compresi tanti maestri che gli hanno insegnato la vita , promettendo di emularli nella capacità professionale, nella fermezza delle decisioni e nella grande umanità . Ai reduci di guerra ed in particolare a suo padre, Medaglia d’Argento al Valor Militare della Julia, fronte Greco Albanese e Russia, un pensiero reverente e commosso.

    E conclude: Questo incarico è il più ambito e il più bello, che accetto con tutta la consapevolezza e la fierezza di cui sono capace, ma con altrettanta umiltà . Conclude gli interventi il gen. Iob. Dopo un saluto e un augurio ai due comandanti rivolge ai militari e al folto pubblico un monito a tutela delle Forze Armate, chiamate a compiti impegnativi e difficili a fronte di risorse, di anno in anno, sempre più ridotte. Con forza si augura che il patrimonio di professionalità, di qualità umane, di idealità acquisito e tutelato dall’ Esercito non vada colpevolmente e irresponsabilmente disperso. (v.b.)