Il cappello… nel cuore

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    Ho prestato servizio militare nella Guardia di Finanza per tre anni. Dopo il congedo presenziavo spesso alle manifestazioni alpine in quanto mi sentivo alpino nel cuore, essendo nato in Alto Adige. Un giorno il vice capogruppo mi disse: Porta il congedo così ti iscrivo all’ANA visto che anche tu portavi il cappello alpino . Arrivata la tessera ho iniziato con orgoglio a frequentare e svolgere le attività del gruppo. Nell’anno 2000 è venuto a mancare il nostro segretario e mi è stato proposto di sostituirlo. Consultando lo statuto ho scoperto che il cappello alpino lo può portare solo chi l’alpino lo ha fatto per un certo periodo. A questo punto mi sono tolto il cappello che, non per mia colpa, ho portato per dieci meravigliosi anni. Io il cappello non lo porto più in testa ma lo porterò sempre nel cuore.

    Gianfranco Battisti

    È una bella testimonianza di serietà alpina . Il capogruppo che ti ha invitato ad entrare nell’ANA avrà agito sicuramente in buona fede, come tu hai portato il cappello degnamente perché sicuro di poterlo fare. Non perdere questi sentimenti di fiducia ed attaccamento alla nostra grande tradizione di gente di montagna. Le regole ci sono e vanno rispettate, i sentimenti e la partecipazione alla vita associativa possono farti sentire lo stesso parte della famiglia alpina.

    Pubblicato sul numero di marzo 2009 de L’Alpino.