Funerali di Stato in Francia per Lazzaro Ponticelli ultimo alpino reduce di due fronti della Grande Guerra

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    Funerali di Stato in Francia per Lazzaro Ponticelli ultimo alpino reduce di due fronti della Grande Guerra

    Lazzaro Ponticelli, con i suoi 110 anni, era il decano dei reduci della Grande Guerra, un uomo, un Alpino straordinario il cui pensiero non si è mai distolto dalla grande tragedia della quale era stato partecipe su due fronti, quello francese e quello italiano. Aveva combattuto due guerre in una, era rimasto profondamente italiano, era diventato anche profondamente figlio di quella seconda terra francese che lo aveva accolto.

    Il 12 marzo scorso lo ha colto dolcemente la morte, affrontata con la serenità e l’ineluttabilità di chi la conosce e finisce quasi per amarla dopo una lunga vita, avendo dato molto. Era originario di Bettola (Piacenza), ed era emigrato in Francia con la famiglia quando aveva solo 9 anni. Allo scoppio della guerra era andato volontario per riconoscenza al Paese che lo aveva accolto , arruolato in quel reggimento garibaldino formato esclusivamente da volontari italiani. Combattè nelle Argonne e nella Marna ed all’entrata in guerra dell’Italia venne trasferito e incorporato nel 3º Reggimento Alpini, inviato sul Pal Piccolo, sul monte Cucco, sul Montello.

    Tornato in Francia fondò un’impresa che oggi dà lavoro a duemila persone. Il presidente Nicolas Sarkozy, nel consegnargli la Legion d’Onore, il massimo riconoscimento francese, lo aveva informato della sua intenzione di tumularlo al Pantheon. Ponticelli ha invece preferito la tomba di famiglia, nel piccolo cimitero di Kremlin Bicêtre, vicino a Parigi, la cittadina in cui abitava. Non è giusto farmi questo onore aveva detto Non per me, ma per tutti quelli che sono morti prima di me .

    Un grande fino alla fine. E come un Grande la Francia gli ha tributato l’ultimo saluto, con i funerali di Stato nella piazza d’Armi degli Invalides, presenti il presidente Sarkozy, il primo ministro François Fillon, l’ex presidente Jacques Chirac, il nostro presidente nazionale Corrado Perona accompagnato dal presidente della Sezione Francia Renato Zuliani, il nostro ministro della Difesa Arturo Parisi, il comandante delle Truppe alpine generale Bruno Petti, il col. Massimo Panizzi, già comandante dell’8º Alpini, attualmente a Parigi alla Scuola alti studi della Difesa.

    C’era anche una delegazione di Bettola, con il sindaco Simone Mazza e il Gonfalone. Rendevano gli onori la Guardia Repubblicana e un picchetto armato della Taurinense, la brigata nella quale Ponticelli aveva combattuto. La bara è stata portata a spalla da 11 Legionari, il reggimento nel quale era stato arruolato nel 1915. I solenni funerali, presenti tutte le bandiere delle Associazioni d’arma francesi e tanti Tricolori italiani, sono stati ripresi in diretta da France 2. Nel pomeriggio, Sarkozy ha tenuto l’orazione funebre all’Hôtel des Invalides.

    Quando scompare l’ultimo combattente francese della Grande Guerra ha detto la nazione testimonia la propria riconoscenza verso chi ha combattuto sotto la sua bandiera . L’impressione che sia finita un’era è forte. Se n’è andato l’ultimo combattente alpino della Grande Guerra e con lui anche una testimonianza di quel Novecento, il secolo breve secondo la definizione del grande storico Eric Hobsbawm che corre nell’arco delle due guerre.