E la nave si accosta pian piano

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    Lo scorso 16 dicembre il gruppo di Arzignano e I Crodaioli di Bepi De Marzi avevano deciso di chiudere con un evento speciale la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’evento si era tenuto all’interno dello stabilimento della Marelli Motori grazie alla disponibilità dell’amministratore delegato di questa importante realtà industriale di Arzignano e d’Italia, ing. Ditri. A concerto iniziato, però, qualcuno aveva telefonato segnalando la presenza di una bomba, costringendo così gli alpini ad interrompere la manifestazione. Serata rovinata da un delinquente imbecille.

     

    Nel vedere la gente che defluiva ordinatamente ma velocemente dallo stabilimento, pur con la preoccupazione del momento, il vulcanico capogruppo di Arzignano Paolo Marchetti e l’ing. Ditri, ufficiale del Gemona, hanno intuito che l’unica risposta che poteva essere data all’imbecille era la programmazione di un nuovo evento nel medesimo spazio. E così la sera del 10 febbraio, nonostante il freddo ed il vento, lo stabilimento della Marelli si è pian piano riempito di gente pronta a farsi condurre su un percorso di memorie, di sentimenti, di emozioni dalla mano sicura e delicata di Bepi De Marzi e dalla potenza dei suoi Crodaioli.

    La serata si è aperta con un doveroso omaggio ai Martiri delle Foibe dimenticati per troppi anni e si è sviluppata in un intreccio di parole, musiche e immagini per raccontare un pezzo della storia di Arzignano attraverso i suoi alpini, iniziando addirittura dalla lontana terra di Libia (ecco il perché del titolo della serata). Una storia fatta di colori e sensazioni, di sacrifici e di soddisfazioni, di uomini veri e sentimenti rotondi. Una storia di persone che hanno voluto e saputo vivere con dignità, restando fedeli ai loro valori, coltivando l’amicizia e cercando l’armonia nella propria famiglia, nel proprio gruppo e nella propria comunità. Una storia di uomini che potrebbe essere quella di ogni nostro paese, di ogni comunità. E che certamente lo è. Una storia che, a guardarla con gli occhi di oggi, parrebbe quasi straordinaria così come rivoluzionari sembrano i concetti di disponibilità, di fedeltà e di onestà. Ma in realtà straordinari non sono e non sono nemmeno rivoluzionari.

    Forse cercano di farcelo credere. Cercano di convincerci che non ci sia più speranza e che la mediocrità e la furbizia siano la norma. Che la grettezza e l’egoismo siano ormai parole d’ordine senza ritorno. Ma la realtà è un’altra e spesso ce ne accorgiamo solo quando abbiamo il coraggio di guardarci indietro e poi attorno a noi. E allora vediamo che la gente è ancora quella di sempre. Buona e onesta. Forse smarrita e attonita per quello che accade, ma fedele a valori e a stili di vita che prediligono l’amicizia e la disponibilità. Uomini semplici con pochi mezzi hanno saputo fare e continuano a fare grandi cose. Uomini perbene che hanno saputo tener ferma la bussola persino in momenti dove il dramma vero era la quotidianità. E questi uomini sono ancora la stragrande maggioranza delle nostre comunità.

    Quindi tutto è possibile e sentire questi racconti ci rafforza nella speranza. Ma con De Marzi non ci si può limitare a sentire. Bisogna partecipare. Con lui non si è mai spettatori, ma protagonisti. Ciascuno nel suo piccolo e tutti assieme in una sorta di rito collettivo, dove ciascuno si sente davvero parte di qualcosa di più grande e comprende che nulla è impossibile quando si è uniti da sentimenti e valori comuni. Tutti cantano e recitano i brani dello spettacolo, tutti vengono travolti dalla potenza dei Crodaioli che con le loro armonie ci raccontano la storia di un paese, di una valle, dei suoi drammi e delle sue speranze. Ci portano tra le sabbie della Libia, nel fango dell’Albania e sulla neve di Russia, per farci comprendere che l’uomo ha infinite risorse se riesce davvero a rimanere fedele alla sua essenza.

    Alla fine lasciamo la Marelli con rinnovata speranza e, chiacchierando con l’ing. Ditri, resto colpito da una frase che mi pare sintetizzare magnificamente il senso della serata: “Alla fine le persone oneste e perbene vincono sempre.”

    Cesare Lavizzari