Don Gnocchi, Santo subito?

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    Ho partecipato a Como alla commovente funzione religiosa in Duomo per il ritorno della teca che conserva le spoglie mortali dell’alpino Beato don Gnocchi. Hanno officiato il vescovo e trenta sacerdoti. Impeccabile l’organizzazione della Sezione alpini. Il nostro gen. Di Dato ha letto la Preghiera dell’alpino così bene che non erano pochi in chiesa gli occhi lacrimanti. Desidero proporre a voi Associazione Nazionale Alpini, con la vostra autorevolezza, di sollecitare la Santa Sede a che il Beato don Gnocchi ascenda all’onore dei santi il più presto possibile.

    Gaetano Alberti Biella

    Sulla lettura della Preghiera dell’Alpino da parte del gen. Di Dato nessuna sorpresa. Chi lo conosce sa di che pasta è fatto. Complimenti! Sui poteri dell’ANA nei confronti della Santa Sede, mi perdoni il presidente Perona, ho tanti dubbi. Le strade della santità sono percorse in vita, mentre le canonizzazioni sono di competenza del Padreterno che amministra con parsimonia i miracoli attraverso gli intercessori. Forse in materia qualche problema c’è, anche per gli alpini. Non parliamo poi della cautela della Chiesa, che va avanti piano, pianissimo, quasi indietro, ed è arduo pensare di farle cambiare marcia. Ma dov’è il problema?Il nostro don Gnocchi si porta addosso, da sempre per noi alpini, la santità dell’umanità, quella che passa attraverso il miracolo di un uomo che ha dimenticato se stesso per immedesimarsi nelle sofferenze del prossimo. Questo ci basta per venerarlo e sentirlo grande, grandissimo, come uomo, come alpino e, ovviamente, anche santo.

    Pubblicato sul numero di gennaio 2011 de L’Alpino.