COMO Gruppo di Canzo: storia di ideali e di doveri

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    Il gruppo alpini di Canzo ha compiuto ottant’anni, e li porta benissimo! Si può sintetizzare in questa battuta l’impegno che gli alpini del gruppo di Canzo hanno sempre dimostrato nei confronti delle loro montagne e della comunità che le abita. La celebrazione dell’ottantesimo anniversario della costituzione è stata l’occasione per sintetizzare le molteplici attività nelle quali il gruppo è coinvolto.

    Una presenza, quella degli alpini canzesi guidati da Roberto Fontana, che non è mai venuta meno: pronti a intervenire nei momenti difficili, a organizzare manifestazioni di solidarietà. Tra i valori che gli alpini non tralasciano c’è quello dell’amore per il territorio. Sono montagne difficili e bellissime quelle che sovrastano la zona lariana, ma l’altra faccia di questa imponenza è la vulnerabilità.

    Spopolamento e disboscamento hanno indebolito questi giganti, ma gli alpini non li hanno mai abbandonati. Tra i tanti interventi c’è stato il recupero dei sentieri più antichi, usati in passato dai contadini come via di trasporto di merci e bestiame dalla montagna alla valle. Presso una di queste vie, denominata Budrachera, è stato ripristinato un fontanile, ora abbellito da un anfiteatro in pietra.

    C’è poi un appuntamento divenuto ormai tradizionale: il raduno estivo sul Monte Cornizzolo. In molti a Canzo aspettano questo momento per risalire i vecchi tornanti e, una volta ai piedi della Croce, assistere alla Messa ed emozionarsi con le voci del coro alpino diretto da Paolo Baraldi e Gianluca Rovagnati. La stessa emozione che prende durante la notte del 23 dicembre, quando il monte è illuminato dalla fiaccolata e le canzoni alpine riempiono con immenso rispetto il silenzio della natura.

    Anche in campo sociale gli alpini non si tirano indietro e sono molti gli esempi del loro impegno in questo senso. Basta ricordare le serate organizzate in favore di associazioni umanitarie o per l’assistenza ai malati, la raccolta di fondi per portare aiuti in zone terremotate, o per sostenere le adozioni a distanza. Persino i più piccoli hanno imparato a conoscerli, perché la manutenzione della scuola materna di Canzo, e degli spazi ad essa adiacenti, è affidata proprio al lavoro volontario degli alpini. Spesso, dunque, i bambini hanno l’occasione di incontrare quelli che bonariamente gli amici chiamano i veci’, ma che rappresentano la preziosa memoria storica della comunità e del territorio.

    Di questo lungo periodo di attività è quasi impossibile trarre un bilancio attraverso dati e numeri. Quello che più salta all’occhio è la mancanza di clamori: semplicemente, gli alpini ci sono stati in ogni circostanza, rispondendo a un senso del dovere profondo, e mai urlato, come è giusto che sia, come continuerà ad essere. E allora auguri veci’!

    Veronica Fallini