BRESCIA La 6 alpinata in Glem

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    Il tempo era davvero inclemente, ma gli alpini erano lassù, sulla loro montagna. Si sa, gli alpini sono uomini di montagna abituati a sopportare le avversità, lo hanno dimostrato anche quest’anno, durante la 6ª Alpinata in Gölem . La manifestazione, organizzata dai gruppi sebini della sezione di Brescia (Iseo, Marone, Monteisola, Pilzone, Sale Marasino, Sulzano, Vello e Zone), ricorda l’anniversario di fondazione delle Truppe alpine e della Sezione.

    Il Gölem rappresenta per i bresciani la montagna di casa, quella a cui tutti guardano dalla città per vedere la prima neve e che spesso usano come palestra naturale, a due passi dal cortile. Lassù non sono state combattute aspre battaglie, tuttavia raggiungere la sua vetta, dove si trovano la statua di Papa Paolo VI e il monumento al Redentore, significa molto perché, in quell’atmosfera così intima, dove ogni ciuffo d’erba è familiare, è più facile ricordare chi è andato avanti . Ogni anno c’è sempre qualche alpino che affronta la salita il sabato, per passare la serata in allegria e dormire in tenda ai piedi del Redentore.

    Anche quest’anno non sono mancati i temerari: nel cuore della notte due bocia hanno percorso il sentiero illuminato dalla luna, che si è fatta spazio tra le nuvole e li ha condotti fin sulla cima. La domenica la celebrazione è iniziata con la deposizione della corona alla statua di Paolo VI, poi la Santa Messa accompagnata dalle voci del coro alpino Palazzolese.

    Tutta la manifestazione si è svolta sotto una pioggia fine e fitta, tra nebbia e vento che comunque non sono riusciti a fermare i duecento alpini bresciani che, al momento della lettura della Preghiera dell’alpino, rifugiati sotto i loro cappelli inzuppati d’acqua, hanno alzato gli occhi al cielo per ringraziare i Padri e rinnovare loro la solenne promessa di portare quello zaino colmo di valori e di ideali fino a quando ci sarà una penna nera. Questi sono gli alpini: zaino e scarponi, ligi alle regole del cuore, non ai formalismi. L’appuntamento è per l’anno prossimo, sempre sul Gölem Ch’a cousta lon ch’a cousta! …

    Pubblicato sul numero di febbraio 2009 de L’Alpino.